Migranti: l’agente della Guardia civil spagnola che ha salvato il neonato a Ceuta, “era congelato, non si muoveva più”
“Abbiamo afferrato il bambino, era congelato, infreddolito, non si muoveva… È stato un po’ traumatico”. “C’erano molti padri e madri con i bambini legati come meglio potevano sulla schiena, con stoffe e vestiti “: è il racconto di Juan Francisco, l’agente del gruppo speciale attività subacquee della Guardia civile spagnola, che ha salvato un neonato nel tratto di mare vicino all’enclave spagnola di Ceuta in Marocco.
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La foto sta facendo in queste ore il giro del mondo e descrive il dramma che sta accadendo alla frontiera tra i due Paesi, con migliaia di migranti, tra cui donne e bambini, che si sono gettati in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto l’Europa. L’agente ha raccontato a Cadena Cope, la radio di proprietà della Conferenza episcopale spagnola, che la mamma portava il neonato sulla schiena e gli agenti spagnoli non riuscivano nemmeno a distinguere se fossero bambini piccoli o “zaini o vestiti”. Le forze di polizia erano sulla spiaggia da due giorni, pronti a salvare le persone più vulnerabili in difficoltà. “Siamo stati attenti a tutte le persone che pensavamo non sarebbero state in grado di arrivare nella zona spagnola – ha detto Juan Francisco – perché l’unica loro intenzione era arrivare nel tratto di mare spagnolo, a qualunque costo. Usavano come galleggianti giocattoli, bottiglie vuote, qualunque cosa… Alcuni indossavano giubbotti di sughero fuori misura”.