Migranti, diritti negati e sanatoria mancata. Medu: “Governo si impegni contro lo sfruttamento”
Tra le richieste contenute nel rapporto "Terragiusta", dedicato alla Piana di Gioia Tauro: dare attuazione al piano triennale contro il caporalato, potenziare i controlli e promuovere la trasparenza attraverso l'etichetta "narrante" per tracciare la filiera produttiva
Restano tante le criticità dei braccianti che vivono nella Piana di Gioia Tauro. Oltre lo sfruttamento del lavoro, uno dei principali ostacoli all’accesso ai diritti per chi vive negli insediamenti informali è rappresentato dalla difficoltà di ottenere l’iscrizione anagrafica. Nei fatti, tutti i lavoratori stranieri che hanno richiesto l’iscrizione anagrafica presso i Comuni della Piana, si sono visti negare tale diritto per l’impossibilità di dimostrare l’effettiva dimora presso gli insediamenti precari. A sottolinearlo è Medu ( Medici per i diritti umani) nel suo ottavo rapporto Terragiusta.
Il report ricorda che chi non è iscritto all’anagrafe della popolazione residente non può esercitare una serie di diritti quali presentare l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno o la richiesta di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, ottenere la carta d’identità, in mancanza della quale non viene consentita l’apertura del conto corrente. A un anno dall’entrata in vigore della misura di regolarizzazione, prevista dal decreto Rilancio, su 13 lavoratori che hanno presentato la domanda, nessuno ha ancora concluso la procedura.
Considerando il quadro emerso dalle analisi sul campo Medu nel suo report formula alcune raccomandazioni. Al Governo si chiede di dare piena attuazione alle 10 azioni prioritarie previste dal Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022), con il coinvolgimento di Regioni, Comuni e soggetti locali. E di aumentare le risorse a disposizione degli organismi ispettivi per potenziare le attività di vigilanza e contrasto dello sfruttamento lavorativo del lavoro nero, “grigio” e dell’evasione fiscale. Si chiede anche di potenziare e rendere più efficaci i servizi per l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro agricolo e di dare piena attuazione alla Direttiva europea (n. 633 del 2019) in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, in primo luogo portando a termine l’iter parlamentare per l’approvazione del ddl sulle limitazioni alla vendita sottocosto di prodotti agricoli e divieto di aste a doppio ribasso.
Infine, c’è anche la richiesta di promuovere la trasparenza della filiera, introducendo un’“etichetta narrante”, contenente informazioni anche sulle aziende, sulle modalità di produzione, sulla composizione del prezzo e sul rispetto dei diritti dei lavoratori.