Migranti, braccio di ferro Musumeci-Viminale. Ma resta la malagestione dell’accoglienza

Il governatore della Sicilia chiede lo sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza della regione. Il ministero chiede collaborazione. Ma a Lampedusa la struttura resta in sovraffollamento: mancano i posti in altri centri o la volontà di trasferire le persone?

Migranti, braccio di ferro Musumeci-Viminale. Ma resta la malagestione dell’accoglienza

"La situazione attuale richiede lo sforzo comune da parte di tutte le istituzioni secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, che si ritiene oggi più che mai indispensabile". Con una nota ufficiale di questa mattina il ministero dell’Interno prova a tendere una mano al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che sabato sera ha emanato un’ordinanza in cui si chiede lo sgombero, entro la mezzanotte di oggi, di tutti i centri di accoglienza ed hotspot della regione e la chiusura dei porti ai nuovi arrivi. Il Viminale ha subito fatto sapere che la competenza della materia è statale, e che quindi il governatore siciliano non può attuare quanto scritto nel provvedimento. Ma poi in un comunicato ha ricordato che “la gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio richiede la proficua collaborazione tra i diversi livelli di governo e grande senso di responsabilità per dare risposte concrete alle esigenze e alle preoccupazioni manifestate dalle comunità locali". Il ministero dell'Interno - prosegue la nota- è da sempre direttamente impegnato per ridurre l'impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione”. Il presidente della regione, però, è deciso ad andare avanti e in una conferenza stampa stamattina, ha ribadito che se “il Viminale dice: le competenze sono nostre, io rispondo: esercitatele e diteci se è vostra anche la competenza sanitaria. Se è così siete fuorilegge”. 

Braccio di ferro a colpi di propaganda 

Un braccio di ferro, dunque, destinato a durare. Sul tavolo c’è la questione più spinosa: quella dell’hotspot di Lampedusa, da settimane in costante sovraffollamento. A ricordarlo è anche il sindaco dell’isola, Salvatore Martello, che in un lungo post su Facebook chiede “risposte concrete ed immediate da parte del governo nazionale: è indispensabile avviare immediatamente i trasferimenti per ripristinare condizioni di sicurezza, innanzitutto sanitaria, nel Centro di accoglienza che continua a vivere una situazione inumana di inaccettabile sovraffollamento. Il Centro deve essere adeguatamente sorvegliato dalle Forze dell’Ordine per impedire che i migranti ospitati escano dalla struttura, violando le disposizioni legate all’emergenza Covid. Bisogna inoltre rimuovere le imbarcazioni ammassate al Molo Favaloro, e servono misure di sostegno alla popolazione ed alla marineria locale, che stanno pagando un prezzo altissimo legato all’emergenza umanitaria unita a quella sanitaria”. Nel post Martello ricorda come ormai da anni la situazione “emergenziale” di Lampedusa si ripete in modo costante da anni. Una situazione, però resa ancor più preoccupante dall’emergenza sanitaria in corso. La stessa ministra Lamorgese, in visita sull’isola a fine luglio, aveva parlato di “attenzione massima” sulla situazione e di trasferimenti nelle altre regioni. 

Ad oggi però il numero dei migranti ospitati nell’hotspot resta intorno alle mille presenze su una capienza di 95 persone. “E’ chiaro che il provvedimento emanato da Musumeci è illegittimo per mancanza di competenza e di potere della Regione sulla materia: la libertà di circolazione non dipende dalla Regione Sicilia in nessun modo, men che meno vi dipendono l'ingresso, il  transito e la sosta nel territorio. Lo stesso vale per l’accoglienza: quale sarebbe la situazione straordinaria? non si può ritenere che tutto il territorio della Regione sia in uno stato di caos - sottolinea Gianfranco Schiavone, vicepresidente di Asgi (l’Associazione studi giuridici per l’immigrazione) - l'ordinanza è un manifesto ideologico, le sue dichiarazione sono talmente spropositate da essere considerate solo un messaggio propagandistico”. Per Schiavone si tratta di un atto di “estrema gravità che non ha a che fare con problemi reali: invece di seguire il principio di leale collaborazione Stato-Regioni per trovare una soluzione, ci si lascia andare per cercare lo scontro. E’ un tentativo di strumentalizzare che approfitta della vicenda Covid per ragioni elettorali”. 

Mancano i posti in accoglienza? 

Secondo i dati diffusi dal Viminale sull’accoglienza in Italia, al 31 luglio 2020 erano 86.330 i migranti accolti sul territorio nazionale (il 17% in meno rispetto all’anno precedente). Di questi solo l’8% sono ospitati in Sicilia. Se la media sul territorio resta bassa, diverso è il caso dell’hotspot di Lampedusa in costante sovraffollamento nell'ultimo mese. “Su questo aspetto il governo non sta rispondendo in maniera adeguata - aggiunge Schiavone - non si capisce perché le persone non vengano trasferite. Il ministero  non sta fornendo dati, non sappiamo se c’è un’effettiva carenza di posti in accoglienza o se il problema sia l’ingresso in Cas e Siproimi dopo l’isolamento fiduciario”. Nel dossier reso noto dal Viminale, infatti, si parla solo di presenze, non compaiono i posti disponibili nelle strutture (Cas, Siproimi).

A inizio luglio, dopo un monitoraggio su 200 centri di accoglienza, le organizzazioni che fanno parte del Tavolo Asilo e del Tavolo Immigrazione e salute avevano sollevato il caso della mancanza di procedure per l’inserimento di nuovi ospiti nei centri di accoglienza. Le organizzazioni chiedevano anche l'istituzione di strutture ponte in cui inserire i migranti prima dell’ingresso vero e proprio in accoglienza. A fine luglio il ministero della Salute, sulla scia della sollecitazione del terzo settore, ha emanato le linee guida per la gestione dell’emergenza sanitaria all’interno delle strutture. Questo ritardo ha nei fatti creato uno stop di mesi ai nuovi ingressi. Non solo, spiega Schiavone: "l’articolo 16 del decreto Rilancia italia ha permesso di far rientrare  i richiedenti asilo nei centri Siproimi. Ma la domanda che non ha risposta è se non ci siano davvero questi posti. Ci sono due aspetti che vanno considerati:i posti nei Cas sono diminuiti perché molte strutture hanno chiuso a seguito dei tagli operati dopo i provvedimenti voluti da Salvini. La seconda ragione è che c’è stata una mancanza di turnover, dovuta alla proroga per coronavirus, e le persone sono rimaste nelle strutture accoglienza - spiega Schiavone -. Considerati questi aspetti, dobbiamo anche valutare che il numero degli arrivi è molto più basso rispetto al passato. C’è qualcosa che non va: il governo deve spiegare se ci sono resistenze territori, se c’è una carenza di strutture o se ci sono altre motivazioni che limitano il trasferimento delle persone”. Intanto lo scontro tra il governatore della Sicilia e il governo centrale va avanti: "Cosa faremo alla scadenza della mezzanotte? - ha sottolineato Musumeci - Se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione all'ordinanza non dovessero farlo rimarrà solo una strada: rivolgerci alla magistratura". 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)