Migranti, Sea Watch torna libera e in navigazione. “Non ci fermiamo”
Sea-Watch 3 è stata autorizzata a lasciare Malta e riprenderà la sua attività di soccorso. Era ferma nel porto de La Valletta dallo scorso 2 luglio. Giorgia Linardi (Sea-Watch Italia): “Non ci fermiamo: che questo non sia percepito come una sfida o un affronto, bensì come un atto di responsabilità civile”
ROMA - Sea-Watch 3 è stata finalmente autorizzata a lasciare Malta e riprenderà la sua attività di testimonianza e soccorso dopo uno scalo tecnico. A darne l’annuncio su Twitter è stata proprio l’ong.
La nave Sea-watch 3 ha lasciato il porto de La Valletta alle 7 di questa mattina. La nave, battente bandiere olandese ed equipaggiata per operare attività di monitoraggio, ricerca e soccorso, era bloccata dallo scorso 2 luglio per via di un fermo politico degli assetti civili di salvataggio operato dal Governo maltese sotto le pressioni di altri Stati membri dell’Ue.
Malta aveva avviato delle indagini sulla registrazione della nave Ms Lifeline, della omonima Ong Mission Lifeline, a seguito di uno stallo sullo sbarco di più di 200 migranti salvati dall’Ong e aveva bloccato lo stesso giorno tutti gli alti assetti civili di soccorso battenti bandiera olandese e basati sull’isola, “senza alcun fondamento legale”, precisa una nota dell’ong.
Che continua: “Nonostante il risultato positivo dell’indagine operata dallo stato di bandiera abbia chiarito ogni dubbio rispetto alla corretta registrazione, equipaggiamento e relativo uso della Sea-watch 3, Malta ha trattenuto la nave per oltre 3 mesi senza giustificazione alcuna”.
“Più di 500 persone sono annegate nel Mediterraneo da quando la nostra nave è illegalmente trattenuta in porto, e sono sicuramente molti di più coloro che sono scomparsi in mare, dal momento che nessuno era lì a monitorare e salvare le vite in pericolo al confine più letale del mondo”, ha affermato Johannes Bayes, presidente di Sea-Watch.
La Sea-Watch 3 è ora diretta in Spagna per essere sottoposta a regolare manutenzione.
Nel periodo di stallo, la nave è riuscita a liberare il suo velivolo di ricognizione aerea, che si è coordinato con la nave mare Jonio dell’iniziativa italiana Mediterranea, a cui Sea-Watch ha fornito il supporto tecnico-operativo e il know-how maturato dall’esperienza di oltre 3 anni di attività Sar.
Commenta Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia: “Siamo pronti a tornare in mare, a essere dove nessuno dovrebbe essere, nel tratto di mare più bello al mondo che si sta inesorabilmente e tra troppo tempo trasformando in un cimitero coperto d’acqua salata. Non ci fermiamo: che questo non sia percepito come una sfida o un affronto alle presenti politiche, bensì come un atto di responsabilità civile legato alla difesa dei valori fondanti della nostra società, primo tra tutti il diritto alla vita”.