Migranti, Resq: "Non si possono ringraziare i libici"
Il presidente Scalettari: "Nelle prigioni libiche torture e abusi. Andrebbero ringraziate le Ong e le associazioni umanitarie europee che davvero salvano le persone naufraghe"
"Gambe e mani spezzate, stupri, cicatrici da frustate, fame e abusi di ogni genere. Atti di tortura e di abuso. Questo è ciò che avviene quotidianamente nelle prigioni libiche dove vengono rinchiusi i migranti. E dove vengono riportati dalla Guardia Costiera libica dopo i "salvataggi". Sono centinaia i racconti dei migranti che riferiscono queste atrocità, quando riescono a uscire dall'inferno libico e a giungere in un luogo sicuro in Europa. E questo attestano i medici che si prendono cura di loro" dichiara Luciano Scalettari, Presidente di Resq - People Saving People.
"No, non si possono ringraziare le autorità libiche per i soccorsi in mare. Andrebbero ringraziate le Ong e associazioni umanitarie europee che davvero salvano le persone naufraghe migranti dalla morte nel Mediterraneo e li portano in un luogo sicuro. Le uniche organizzazioni che, in supplenza di ciò che non fa il governo italiano e l'Europa, mettono in salvo coloro che rischiano di morire, in rispetto del diritto internazionale e del soccorso in mare, nonché della Costituzione Italiana".
"Spiace notare come il Presidente del Consiglio Mario Draghi sia poco informato riguardo all'attività condotta dalla Guardia Costiera libica. Spiace che, in occasione dell'incontro a Tripoli con il nuovo Presidente del Consiglio libico, invece che censurare abbia elogiato il comportamento della Guardia Costiera libica. Gli bastava leggere una qualsiasi rassegna stampa italiana ed estera. Spiace inoltre che non abbia detto una sola parola sui campi di detenzione libici. Spiace che non abbia fatto menzione al tema, prioritario, del rispetto dei diritti umani. È bene che l'Italia riconquisti il suo ruolo in quell'importante scacchiere internazionale ma senza negare l'evidenza", conclude Scalettari.