Migrantes, calano di un terzo i richiedenti asilo in Ue ma il Covid non ferma guerre e persecuzioni
Nel mondo aumentano le persone in fuga ma in Europa diminuiscono gli ingressi irregolari di persone. Il dato contenuto nel nuovo rapporto Asilo 2021
Aumentano le persone in fuga nel mondo, ma in Europa diminuiscono sia gli arrivi irregolari (-12 per cento) che i richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). Il dato è contenuto nel Rapporto asilo 2021 della Fondazione Migrantes. “La pandemia di Covid-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola, il Covid-19 ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele - si legge nel testo -. Ma almeno in tutto il 2020, l’Italia e l’Europa hanno rappresentato un’eccezione in controtendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti e meno richiedenti asilo”.
Il rapporto analizza anche come negli ultimi anni le conquiste raggiunte con l’accordo di Schengen si siano via via vanificate. Alcuni Paesi– tra cui Germania, Francia, Austria, Norvegia, Svezia e Danimarca – hanno reintrodotto in modo permanente. Fondazione Migrantes critica anche la proposta di Patto europeo su immigrazione e asilo definendola “la (non) riforma della Commissione Europea a guida von Der Leyen”: “scavando appena sotto la superficie si scopre come le sue proposte concrete mescolino e sovrappongano ambiti che dovrebbero rimanere distinti. E, soprattutto, se ne deduce che l’obiettivo principale è quello di gestire con un unico approccio qualsiasi pressione migratoria sugli Stati membri - si legge -. In questa nuova ottica la nozione di solidarietà assume un significato non più legato a una condivisione delle responsabilità nella gestione di un sistema d’asilo comune regolato da precise normative, ma piuttosto le sembianze di iniziative politiche imprecisate e però ben finalizzate a ostacolare o impedire l’accesso dei rifugiati in Europa. La proposta della Commissione stravolge, ridicolizzandola, la nozione di solidarietà, e dà forza a coloro che non vogliono alcuna effettiva equa ripartizione delle responsabilità. Una non riforma, dunque, non solo inutile ma oltremodo pericolosa”.
Nel report si contrappone, dunque, un lato la capacità di visione di papa Francesco, “che ci invita a camminare insieme per raggiungere pace e giustizia e che individua proprio nell’abbattimento dei muri e nella capacità di saper costruire legami e ponti due degli strumenti più efficaci per costruire futuro” con “e scene d’attualità che ci arrivano dalle diverse frontiere di terra e di mare dell’Occidente”. Il riferimento è alle carovane di persone che dal Centro America cercano una speranza di vita negli Stati Uniti; ai profughi in fuga da Paesi devastati (Siria, Iraq, Afghanistan) che non riescono a trovare un’accoglienza dignitosa tra le violenze e le umiliazioni della rotta balcanica; alle navi con le persone appena salvate in mare tenute fuori dai porti; i rifugiati e i migranti bloccati sulla frontiera tra Bielorussia e Polonia, pedine prigioniere delle tensioni tra Minsk, Varsavia e Bruxelles e tenute a distanza con idranti e lacrimogeni da migliaia di militari.
“Come è stato possibile, in così pochi anni, che l’Unione Europea si trasformasse da terra pensatrice e promotrice dei diritti umani a terra che li viola così palesemente, arrivando ad attaccare poche migliaia di persone in cerca di protezione e aiuto?” si legge nell’Introduzione. Il rapporto, scandito in quattro parti, riprende nel titolo il Messaggio di papa Bergoglio per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (il testo viene riportato integralmente nel volume) e i suoi 12 contributi sono curati da un’équipe di autori che, oltre ad essere seri studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia. Le prime tre parti sono corredate di altrettante sezioni di dati statistici e schede sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, in Europa e nel nostro Paese.
Nel report si lascia spazio anche al punto di vista dei rifugiati. “Nonostante le evidenze mostrino che l’Europa non è sotto invasione, la politica europea continua a essere ostile verso i rifugiati”, denuncia Yagoub Kibeida dell’associazione Unire (Unione nazionale italiana per rifugiati ed esuli). Questa ostilità si traduce concretamente nei pushback (i respingimenti di richiedenti asilo ai confini), in dinamiche di esclusione e nelle pratiche di esternalizzazione del controllo delle frontiere. Dopo aver passato in rassegna l’Agenda europea sulla migrazione, le proposte di riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) del 2016 e il Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, l’autore li pone a confronto con quanto l’UNHCR, sempre nel 2016, aveva proposto nel documento Una protezione migliore per i rifugiati nell’Unione Europea e nel mondo. Ne emerge che gli obiettivi tratteggiati in quest’ultimo testo rimangono “ad oggi disattesi e ampiamente ignorati. Così come le sperimentazioni italiane di corridoi umanitari e corridoi per studenti rifugiati che – se diffuse su ampia scala – permetterebbero un accesso sicuro dei rifugiati all’Europa. Non ci resta che sperare che la Commissione Europea possa cambiare il suo approccio, anche grazie alla consultazione con gli esperti rifugiati”.