"La terra di sotto": un'inchiesta fa luce sull'inquinamento nel nord Italia
Lo sviluppo del nord Italia presenta il conto. Nel libro inchiesta di Luca Quagliato e Luca Rinaldi i 70 casi di inquinamento tra Piemonte, Lombardia e Veneto lasciati in eredità alle prossime generazioni. Ma è anche la storia delle lotte dei cittadini che chiedono giustizia e tutela
MILANO - L'eredità dello sviluppo industriale del nord Italia costa cara. All'ambiente e ai cittadini. Ed è un conto che si continua a pagare oggi e che peserà in futuro. Come è ben documentato da "La Terra di Sotto": libro-inchiesta sui casi di inquinamento nel nord Italia. Luca Quagliato, fotografo, e Luca Rinaldi, giornalista, ne hanno documentati ben 70 tra Piemonte, Lombardia e Veneto. Come spiegano sulla piattaforma di crowfunding "Produzioni dal basso", "'La terra di sotto' è un libro che racconta di un viaggio durato alcuni anni lungo l’A4, da Torino a Venezia passando per Milano, ai margini di un’autostrada che dietro la sua apparente monotonia ed immanenza, collega alcuni fra i peggiori casi di inquinamento del nostro Paese". Discariche abusive, sversamenti nei fiumi e nelle falde acquifere, impianti dismessi ma ancora inquinanti, capannoni riempiti di rifiuti e dati alle fiamme.
Lungo l'A4 Luca Quagliato e Luca Rinaldi hanno incontrato anche singoli cittadini, comitati e associazioni che si battono perché i responsabili di questi casi di inquinamento siano individuati e puniti, perché i siti contaminati siano bonificati e restituiti alla collettività. Perché non accada mai più. Ecce le storie di alcuni di questi comitati di cittadini.
Mamme no Pfas. Ne "La Terra di Sotto", uno dei casi più attuali ma anche meno dibattuti riguarda quello dell’inquinamento da Pfas in Veneto nel distretto della concia. "Grazie a un gruppo di mamme legittimamente preoccupate (vari studi di livello internazionale mettono in correlazione la contaminazione da Pfas con disturbi del sistema endocrino con ripercussione sui nascituri) per la salute dei propri figli - raccontano gli autori dell'inchiesta - siamo riusciti a entrare in sintonia col territorio e le sue criticità. Un comitato forte che nel tempo si è strutturato ed è stato capace, grazie anche allo studio in prima persona delle cause della contaminazione, di portare il caso all’attenzione della politica locale, nazionale e poi europea".
Futuro sostenibile in Lomellina In provincia di Pavia è stata una delle prime antenne attive sul caso dei roghi legati a discariche e capannoni abusivi che si sono susseguiti sul territorio. "Le iniziative del comitato, che segnala sul territorio da anni i casi di criticità, hanno permesso anche a noi di poter individuare le vicende e dare un senso alla scia di roghi che hanno caratterizzato i due anni passati nella zona del pavese e in generale in tutta la Lombardia". Hanno seguito con costanza la vicenda dell’incendio alla eredi Berté di Mortara e di Corteolona, oltre a essere un occhio vigile della società civile sull’operato della politica locale.
Movimento Valledora Formalmente associazione dal 2007, il movimento Valledora è composto da cittadini abitanti nelle province di Biella, Vercelli e Santhià. Negli anni si sono spesi in lotte per la salvaguardia del territorio denominato Valledora, una fascia morenica ampiamente sfruttata per l’estrazione mineraria. Le numerose cave a partire dagli anni ‘80 hanno trasformato irrimediabilmente il territorio, e la riconversione in discariche ha compromesso in varie occasioni l’ambiente naturale. Con le azioni di sorveglianza attiva da parte della cittadinanza progetti di nuove discariche e impianti di trattamento rifiuti, oltre che ampliamenti di cave ed escavazioni eccessive sono state scongiurate, ma il lavoro del comitato è continuo su un territorio ampio e con bassa densità di popolazione.
Associazione La Vespa Ha da poco festeggiato i 30 anni dalla fondazione, si occupa di ecologia, consumo di suolo, inquinamento e cultura ambientalista nella zona della bassa padovana. Una delle battaglie più importanti del comitato è quella per assicurarsi che la bonifica della ex C&C di Pernumia venga eseguita. È di queste settimane la notizia che sono stati stanziati ulteriori 5 milioni di euro per la bonifica del sito, risultato riconducibile anche alla continua pressione istituzionale fatta dai membri del comitato riguardo questo grave caso di “bomba ecologica” in una zona di agricoltura e natura.
Basta Veleni Basta Veleni non è un comitato, ma nasce dall’esigenza di connettere le battaglie ambientaliste di svariati comitati e liberi cittadini in una delle zone con la più alta concentrazione di gravi criticità ambientali in Europa: Brescia e la sua provincia. Tra i fondatori Marino Ruzzenenti, lo storico professore e ambientalista che per primo si occupò del caso di inquinamento da Pcb proveniente dalla Caffaro. Basta Veleni non si occupa solo di inquinamento industriale, ma anche di qualità dell’aria, consumo di suolo, rifiuti. Tra gli obiettivi del tavolo una moratoria nazionale sulle discariche in uno dei territori più sfruttato per lo smaltimento di rifiuti tramite conferimento in discarica. Il tavolo è anche molto attivo nell’organizzare marce e azioni per aumentare la pressione sulle istituzioni. In due occasioni negli ultimi anni ai cortei promossi dal tavolo Basta Veleni hanno partecipato migliaia di persone, portando le questioni ambientali che riguardano il territorio di Brescia e provincia alla ribalta delle cronache nazionali.
Il libro "La terra di sotto" è arricchito dai contributi di Matteo Aimini e Massimo Cingotti con un saggio che racconta l'evoluzione dei territori e dei paesaggi pedemontani in relazione allo sviluppo industriale mediante uno scritto critico e l'elaborazione di cartografie inedite capaci di restituire gli open data rilasciati dalle istituzioni con coerenza grafica e leggibilità. Per sostenere l'inchiesta di Luca Quagliato e Luca Rinaldi si può andare su www.produzionidalbasso.com oppure www.laterradisotto.it .
Dario Palladini