La politica scolastica del prossimo biennio. I punti del Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) del Ministero dell’Istruzione

Primo banco di prova? L’inizio del prossimo anno scolastico.

La politica scolastica del prossimo biennio. I punti del Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) del Ministero dell’Istruzione

Valorizzazione del personale scolastico; innovazione didattica e digitale; potenziamento dell’offerta formativa in chiave orientativa; garanzia del diritto allo studio; sostegno alle autonomie scolastiche; rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico; supporto all’accesso precoce all’istruzione; semplificazione e rafforzamento della capacità amministrativa e organizzativa della scuola; valorizzazione del merito degli studenti e del personale scolastico; completamento delle misure previste dal Pnrr.
Sono i punti – riportati nel Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) del Ministero dell’Istruzione e del Merito – su cui verrà indirizzata la politica scolastica tra il 2023 e il 2025.
Il Piano è un documento programmatico e contiene effettivamente un po’ di tutto. E si potrebbe anche dire che i molti punti evidenziati sopra non sono tanto diversi o innovativi rispetto a quello che si dice ogni volta sulla scuola. Chi volesse anche essere un po’ caustico potrebbe aggiungere che al di là dei programmi sarebbe bello vedere i risultati, che non sempre seguono. Prendiamo ad esempio la questione del rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico. Da quanti anni dovrebbe essere una attenzione prioritaria? Ma ogni volta troviamo accuratissimi report che ci testimoniano come questo patrimonio edilizio scolastico sia del tutto inadeguato alle esigenze di sicurezza e di funzionalità. Edifici antisismici? Aule attrezzate? Infrastrutture funzionali? Quante pecche. Eppure ogni volta si dichiarano stanziamenti anche importanti per migliorare l’esistente. Che certamente ha dimensioni enormi e quindi non si può pretendere che ogni cosa vada al posto giusto come per magia. Tuttavia è indubbio che siamo indietro.
Quindi solo parole? Questo no. Evidentemente programmare nell’arco di qualche anno (con tra l’altro l’intenzione di correggere eventualmente “in corsa” gli obiettivi) significa mettere a fuoco le questioni più importanti, sulle quali poi stabilire una scala di priorità. E proprio una priorità sembra essere la valorizzazione del personale scolastico. Si sono visti passi in questa direzione con il rinnovo del contratto, gli aumenti di stipendio (poco? Tanto? Qualcosa si muove). Nell’elencare le priorità politiche, il Piao presenta come prima proprio “Promuovere il miglioramento del sistema scolastico attraverso la valorizzazione del personale della scuola”. Declinando poi la definizione in questo modo: “Il reclutamento, la formazione e la valorizzazione del capitale umano rappresentano una leva strategica fondamentale per riposizionare la Scuola al centro del processo di crescita del Paese. È quindi indispensabile garantire procedure certe e ricorrenti per il reclutamento del personale docente, dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi nonché rafforzare i percorsi di formazione iniziale e strutturale di tutto il personale scolastico con particolare riferimento, per il personale docente, alla didattica delle discipline STEM (Science Technology Engineering and Mathematics). In questo contesto si inseriscono anche le azioni da attuare a favore dell’autorevolezza della figura del docente e del rispetto da parte degli studenti e degli attori istituzionali di riferimento, nel quadro della rinnovata alleanza tra famiglia e scuola”.
Fermiamoci qui. Se ne è già parlato tanto e il ministro non ha fatto mistero di credere fortemente nell’importanza della funzione e della credibilità in particolare dei docenti. Un primo banco di prova? L’inizio del prossimo anno scolastico, con la speranza che non sia come sempre un inizio balbettante, con cattedre a singhiozzo e personale che c’è e non c’è. Valditara ha promesso concorsi e un piano di reclutamento straordinario. Aspettiamo.

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Fonte: Sir