La musica non è leggera. Nella vita dei giovanissimi i cantanti finiscono per assumere il ruolo di idoli, diventano modelli da seguire
Come mai i testi delle canzoni trap, in alcuni casi così estremi, riscuotono tanto successo?
Cambiano i tempi e si trasformano le generazioni, ma il legame tra adolescenti e musica resta una costante inossidabile. Per giovani e giovanissimi la musica è sempre stata un rifugio, quasi un luogo fisico dove divenire irreperibili, oggi più che mai raggiungibile in tempi rapidissimi: basta inserire gli auricolari nelle orecchie per mettere in off il mondo circostante.
La cortina di note fa involucro ai sogni, alle emozioni e ai sentimenti. Una canzone può dare voce al proprio sentire, consente di raccontarsi agli altri. In qualche modo la musica aiuta a trovare significati da attribuire all’esistenza. In questa prospettiva non c’è da stupirsi se alcune canzoni diventino quasi dei “tormentoni” e vengano ascoltate in loop dai giovani.
Ma c’è anche dell’altro. L’ascolto di melodie per noi piacevoli genera il rilascio di dopamina, l’ormone del piacere, capace di trasportarci in una sorta di “limbo” esistenziale.
Durante l’adolescenza – è noto – la produzione di ormoni esplode e tutto quello che accade viene enfatizzato e recepito dal cervello in maniera amplificata. La musica fa così da cassa di risonanza alle emozioni, esalta i desideri, regala illusioni e rende liberi di immaginare e sognare.
Nella vita dei giovanissimi i cantanti finiscono poi per assumere il ruolo di idoli, diventano modelli da seguire. A volte, però, i personaggi in questione soffiano sul fuoco del disagio e della trasgressione, che l’adolescenza reca con sé. È il caso di alcuni artisti, o “pseudo-tali”, prevalentemente provenienti dalla cultura trap. Le loro cantilene ipnotiche sono infarcite di misoginia, sessismo, cultura dello sballo, materialismo, degrado urbano, razzismo, narcisismo, criminalità, ossessione per la moda e per l’aspetto fisico, mito della ricchezza e della celebrità. Certo non è il caso di generalizzare, ma all’interno di questo genere la tendenza a celebrare questi temi è piuttosto elevata.
La trap nasce originariamente negli Stati Uniti per raccontare la condizione di intrappolamento di giovani, soprattutto afroamericani e ispanici, che all’interno delle trap house (baracche) producevano, spacciavano e consumavano sostanze stupefacenti.
Ma quale legame hanno tali realtà con il vissuto dei nostri giovani? E come mai i testi di queste canzoni, in alcuni casi così estremi, riscuotono tanto successo?
Forse la periferia che fa da sfondo si trasfigura nell’immaginario dei nostri adolescenti come luogo simbolico, quasi onirico. A fare da irresistibile richiamo in questo scenario, sono purtroppo anche le sostanze tanto citate dai trapper nelle loro canzoni: crack, cannabis, xanax e purple drunk. L’interesse pare rivolto alla “sedazione” indotta dal mix di queste droghe e farmaci, a quella sensazione di dissociazione e stordimento che poi si rispecchia nelle spirali sonore.
Ciò che emerge con evidenza – come tratto collettivo di un disagio generazionale- è la difficoltà di “stare” nel pensiero. Pensare fa male, meglio alienarsi.
Non si può, comunque, liquidare la trap come fenomeno giovanile legato al degrado e al consumo di droghe. Nei testi si parla anche di consumismo, individualismo, spasmodica ricerca del successo, ad esempio, e questi sono i tratti della società adulta che si riverbera nel mondo degli adolescenti. Il desiderio per gli oggetti di lusso, le automobili potenti o l’abbigliamento griffato non sono che il baby-prodotto della società capitalistica dei consumi
Marcata, infine, in molti testi l’esibizione di una sessualità maschile predatoria, nella quale le donne sono ridotte a oggetti e in qualche caso diventano perfino dei trofei da esibire. Anche questo aspetto risulta simmetrico a certe eccessive ostentazioni e sovraesposizioni del corpo femminile a cui costantemente i media ci sottopongono.
Così, mentre gli adulti si scandalizzano e non trovano alcun antidoto educativo ai continui assalti di modelli sociali devianti, il mercato musicale cannibalizza una schiera di adolescenti che nei testi trap trovano riscontro al proprio senso di smarrimento e solitudine, al senso di angoscia e soffocamento causato dagli spettri della nostra epoca.