La difficoltà di nascere al Sud. Una riflessione sulle difficoltà dei giovani nel Sud a partire da una ricerca promossa dall'istituto Toniolo
Le conseguenze del Covid, a quanto affermano i ricercatori dell’Osservatorio, hanno soltanto consolidato una situazione già grave.
Aspirare a un obiettivo e realizzare un progetto di vita, immaginare una visione per il futuro e trovare compagni di strada, con i quali muovere i primi passi per iniziare a costruirlo, sono le sfide che si trovano ad affrontare i giovani, che negli ultimi decenni trovano sempre più difficili. Il tema è continuamente dibattuto, ma il tempo di vita sospeso dovuto alla pandemia moltiplica gli ostacoli, perché restringe i margini di azione e invita a rimandare ancora di più i tempi.
A pagare lo scotto più alto sembrano essere i giovani del Mezzogiorno a causa delle carenze strutturali che colpiscono la qualità e la varietà delle opportunità e delle chance di vita. Una ricerca, promossa dall’Osservatorio Giovani Sud legato all’Istituto Toniolo, presenta alcuni dati che confronta le differenze rilevate e sottolinea anche il maggiore disagio che colpisce i giovani del Mezzogiorno rispetto agli altri.
Secondo i dati rilevati è quattro volte più alta la percentuale di quanti sono usciti dai percorsi lavorativi e formativi (i Neet): 30,1% contro il 9,4% dei giovani del Nord Est. Rimanere nel limbo dell’inattività però non è l’aspirazione di quanti si lasciano vivere, ma è considerata una condanna da subire. Per la nuova generazione (il 90% dei casi) lavorare è importante perché conferisce sicurezza, è la base attraverso la quale poter costruire la propria autonomia e una vita familiare. Tra i giovani del Mezzogiorno si trova un numero maggiore di persone (10% in più rispetto al Nord) che si distingue perché considera il lavoro anche un fattore di autorealizzazione e di riconoscimento sociale, oltre che un’opportunità per aspirare al successo. Così è più facile incontrare al Sud persone più disponibili a lasciare la propria comunità per un’occupazione, soprattutto tra i laureati, come evidenziano i ricercatori.
Sono questioni strutturali a essere considerate l’ostacolo più forte. Si rileva, infatti, che sebbene sia simile la sfiducia nelle istituzioni politiche (86% al Nord e 82% al Sud) nel Meridione si distingue la sfiducia nelle amministrazioni regionali (76,8% contro 66,5%) e comunali (71,6% contro 59,6%).
Se ne deduce una maggiore insofferenza delle istituzioni deputate a favorire lo sviluppo. Le conseguenze del Covid, a quanto affermano i ricercatori dell’Osservatorio, hanno soltanto consolidato una situazione già grave.
Purtroppo – ancora oggi – le opportunità per quanti nascono al Sud Italia sono inferiori e molto appare dovuto alla difficoltà di creare percorsi di sviluppo. Passato questo tempo di stasi, tutto lascia supporre che i giovani ricominceranno a emigrare e ad abbandonare quei territori, perché non è sufficiente la possibilità dello smartworking quando le infrastrutture sono carenti.