La caramella amara. Il piccolo afghano, il soldato Usa e i bambini del mondo
La foto, apparsa nei giorni scorsi su molti giornali, del ragazzino afghano che prende una caramella da un soldato Usa armato di tutto punto.
“Proviamo a tentare quello che non facciamo mai, leggere la storia con gli occhi del bambino afghano, degli indifesi, dei disarmati di coloro che hanno sopportato questa guerra come hanno sopportato le innumerevoli altre da secoli, come una fatica maledetta, necessaria a campare”. A scrivere è Domenico Quirico, giornalista che ha conosciuto le atrocità di guerre e atti terroristici in molti angoli del mondo. Davanti ai suoi occhi la foto, apparsa nei giorni scorsi su molti giornali, del ragazzino afghano che prende una caramella da un soldato Usa armato di tutto punto. L’immagine è apparsa all’indomani dell’annuncio del presidente Biden che i soldati Usa e altri se ne andranno da Kabul. Le promesse che l’Occidente non abbandonerà comunque l’Afghanistan a sé stesso rimangono parole in attesa di riscontro. Di certo rimane un Paese distrutto non solo materialmente ed esposto al rischio della vendetta talebana.
Il tempo concesso da una presenza militare per trovare una soluzione politica e non violenta del conflitto si è consumato senza risultati solidi e senza credibili prospettive di pace.
Impegnato com’è nella lotta al Covid 19 l’Occidente non ha tempo per occuparsi di altre tragedie. Neppure di quella, vicina all’Europa, che vede in questi giorni altri bambini annegare nel Mediterraneo.
I bambini guardano, i bambini pensano. Anche attraverso una foto riescono a vedere l’ombra dell’ipocrisia. I bambini tengono tutto nel cuore. I bambini giudicano anche se non sono magistrati e non siedono nei tribunali.
Una caramella non li trae in inganno, si consumerà in fretta, rimarrà il ricordo di un attimo che segna l’inizio di un tradimento di speranze e di attese. Lui, il bambino afghano, rimarrà indifeso e alla mercé di nuove violenze, altri verranno travolti dalle onde di un mare.
Quella caramella amara è il simbolo di una grande bugia.
Ci sarà sempre pronta una giustificazione nelle aule dei tribunali o in quelle della politica ma non si non cancelleranno le domande: che cosa ha fatto l’Occidente per le generazioni dei piccoli più a rischio di altre? Ha difeso, l’Occidente, solo i propri interessi oppure ha lottato anche per la verità e per la giustizia?
Tra pochi anni quel bimbo che oggi prende la caramella sarà un giovane, conserverà la memoria di quel momento di ipocrisia. A questa immagine se ne affiancano molte altre nel mondo. Anche nel Mediterraneo: le acque del mare lambiscono le coscienze prima ancora che le aule di un tribunale. Depositano la denuncia della grande menzogna di cui i bambini sono stati e sono vittime.