La Pasqua nelle missioni diocesane. Il mondo unito grazie alla stessa fede: Brasile, Thailandia e Etiopia

La grande festa nelle missioni diocesane In Amazzonia la corsa per raggiungere tutte le comunità nella Settimana santa. A Chiang Mai, Thailandia, 16 giovani e adulti diventano cristiani entusiasti. In Etiopia, il piccolo gregge celebra una settimana dopo, con gli Ortodossi

La Pasqua nelle missioni diocesane. Il mondo unito grazie alla stessa fede: Brasile, Thailandia e Etiopia

La luce di Pasqua raggiunge tutto il mondo. I missionari fidei donum della Chiesa di Padova, espressione della stessa fede basata sull’annuncio della Risurrezione di Cristo, si preparano da oriente a occidente a celebrare il centro dell’anno liturgico. Tradizioni e ritualità diverse per una Chiesa che mai come in questo giorno si sente l’unico corpo di Cristo.

In Brasile, don Lucio Nicoletto, vicario generale della Diocesi di Roraima, sta preparando a Boa Vista i riti della Settimana santa. Saranno i primi a essere presieduti dal vescovo Evaristo Pascoal Spengler, insediatosi da pochi giorni. «Facciamo tutto il possibile – racconta via WhatsApp – per essere presenti sia nelle comunità della città che in quelle dell’interno, proprio perché la gente possa partecipare il più possibile. È una settimana di lavoro intenso per i preti, ma anche per le suore e i laici, per aiutare le comunità a vivere quello che è il momento centrale per la nostra fede». Ampie le distanze da coprire: «Lo stile della Pasqua per noi è quello della corsa di Maria Maddalena, che dal sepolcro va ad annunciare la risurrezione: noi andiamo di corsa da una comunità all’altra per essere presenti e poter accompagnare». Nella foresta Amazzonica la Risurrezione di Cristo non cancella le ferite delle comunità, ma le trasfigura nella gloria: «La passione di Gesù fa breccia nel cuore della gente perché ci ricorda la fatica con cui ogni giorno si porta avanti e si alimenta la speranza, una speranza nella vita nonostante i tanti segni di morte, le ferite personali e i peccati sociali». È il tema della fame, in particolare, quello che ha accompagnato la Quaresima: la fame dei poveri, la fame delle comunità indigene, ma anche la fame dei rifugiati che continuano ad arrivare numerosi dal Venezuela. La Pasqua, poi, è annuncio universale che rende ancora più vicine le Chiese geograficamente distanti: «Il Sinodo voluto da papa Francesco è un invito a sentirci Chiese sorelle in virtù della stessa fede che professiamo, anche per gli stimoli che possiamo darci reciprocamente perché la fede non sia sterile credenza o spiritualismo vuoto, ma un impegno a farci carico gli uni degli altri».

Nel Sud-est asiatico
Un giro di mappamondo ed eccoci in Thailandia, a Chiang Mai, dove ora si trova don Raffaele Sandonà, dopo aver trascorso tanti anni a Chae Hom con don Bruno Rossi. «Mi trovo nella Cattedrale – racconta – dunque, rispetto al passato il mio lavoro di missionario è completamente diverso: sono più “stanziale”, in una situazione simile a quella di un cappellano di pastorale cittadina in Italia». A differenza del Brasile, qui in Thailandia i cristiani sono un piccolo segno di testimonianza: «Di solito a metà aprile si celebra il Capodanno Thailandese: per fortuna la Pasqua cade un po’ prima e allora è possibile celebrarla con più raccoglimento. Quando invece si sovrappone è difficile proporre digiuno e raccoglimento quando sono in corso feste, vacanze, riunioni familiari e grandi pranzi». Nella Cattedrale di Chiang Mai ben sedici catecumeni, giovani e adulti provenienti dal buddismo, riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana: «È interessante sentire la loro testimonianza, il loro entusiasmo nel ricevere il battesimo. Si tratta di persone molto belle, che si sono preparate molto. A volte provengono da percorsi protestanti ma poi hanno scelto la via cattolica». Ma perché un thailandese, delle minoranze etniche o di cultura thai, decide di battezzarsi? «Liturgicamente sanno che la messa cattolica è uguale in tutto il mondo, sentendosi così parte della comunione universale. Un’altra motivazione è l’aver trovato consolazione e pace in chiesa, magari in un momento di difficoltà. Infine, molti hanno sperimentato l’amore fraterno e la carità di altri cattolici».

Nell’Africa dell’est
Cadrà invece il 16 aprile la Pasqua per i missionari fidei donum in Etiopia, nella prefettura apostolica di Robe, lo stesso giorno della Pasqua ortodossa. I missionari padovani seguono le piccole comunità di Adaba, Dolola e Kokossa. Pochedecine di anime, ma una fede intensa: «Si respira sempre un clima di familiarità – spiega don Nicola De Guio – la tradizione non troppo lunga ci permette di valorizzare i segni presenti nei riti della Settimana santa, così il nostro desiderio è quello di rinnovare la realtà del mistero di Cristo nella vita di queste persone pensando anche alle loro esigenze, alla loro fede, al loro attaccamento alla Chiesa cattolica che abbiamo conosciuto in questi anni. Così potremo portare nella celebrazione questa umanità». L’annuncio di Cristo, qui nell’altopiano etiope, è anche sostegno allo sviluppo umano integrale, con la solidarietà anche materiale che arriva dalla Chiesa di Padova. «Sentiamo e desideriamo che anche in questa Pasqua queste comunità sentano presente e vicina la solidarietà di noi missionari, ma anche e soprattutto di quel segno di fede di cui hanno ancora più bisogno, forse anche più degli aiuti materiali».

Etiopia, continua la pastorale nelle tre piccole comunità
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Le comunità etiopi affidate ai missionari fidei donum della Diocesi di Padova nella Prefettura apostolica di Robe sono: Adaba, Dodola e Kokossa. Proprio nel centro pastorale di Adaba, a metà marzo don Nicola De Guio, don Stefano Ferraretto e Ilaria Scocco hanno incontrato 27 adulti per uno dei tanti incontri di formazione che fanno crescere il piccolo popolo cattolico dell’area.

I progetti

Brasile, Thailandia ed Etiopia sono tre dei cinque progetti che si può continuare a sostenere nell’ambito della Quaresima di fraternità 2023 intitolata “Appuntamento con il risorto”. A questi si aggiungono la neonata missione al confine tra Venezuela e Brasile, a Pacaraima, animata da don Mattia Bezze con missionari trevigiani e vicentini, in favore dei migranti venezuelani e la missione delle suore Elisabettine nel campo educativo con minori in Ecuador. Per ogni informazione: www.quaresimadifraternita.it/progettimissionari

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