La Cena per tutti di domenica 9: l'invito è a esserci
Domenica 9 settembre alle 18 appuntamento in piazza dei Frutti con la Cena gratuita e per tutti organizzata dal coordinamento A braccia aperte. L'invito è a chiunque, nessuno escluso, per una città più inclusiva, unita e solidale.
La cena è un rito, ma a renderla unica è chi vi partecipa. E stupisce, ogni anno, per il clima d'accoglienza che vi si respira l'unicità della Cena gratuita e per tutti, che da undici anni la rete A braccia aperte, che riunisce decine di realtà padovane non profit, sociali, ecclesiali e del mondo della cooperazione, mette in piedi con l'impegno di centinaia di volontari in piazza dei Frutti.
Attenzione: non è una cena per i poveri, per chi non ha da mangiare. Quella di domenica 9 settembre alle 18 è una cena per tutti, per chiunque, perché «vogliamo dare un segnale chiaro e forte, riconoscendo il legame tra tutti coloro che vivono e hanno il diritto di vivere su questa terra. Come noi» ha sottolineato don Albino Bizzotto dei Beati i costruttori di pace alla conferenza stampa di presentazione della Cena per tutti.
Quest'anno all'evento, che avrà un prologo alle 17 con i musica dal vivo (Trio Latchomal, Infeltrio ed El filò), giochi e laboratori per i bambini a cura degli scout di Padova, sul palco salgono Liliana Ocmin della commissione immigrazione della Cisl nazionale, e Dijana Pavlovic, portavoce di Alleanza Romanì. La scelta è ricaduta su di loro perchè «rom e sinti ‒ ha aggiunto don Albino ‒ sono una categoria messa peggio, a mio avviso, dei migranti. Vivono povertà che non immaginiamo e, per quanti tentativi d'integrazione stiamo portando avanti, la società continua a considerarli un corpo separato».
L'appuntamento nel salotto di Padova, che ogni giorno accoglie cittadini, ambulanti, turisti, gente solo di passaggio, ha un valore irrinunciabile: «Ci si ritrova in modo diverso per andare avanti meglio ‒ ha commentato Francesca Benciolini, assessore alla partecipazione del Comune di Padova ‒ La tavola è a casa di tutti, la città. Il salotto è una delle piazze tra le più vive a Padova. E come sempre alla Cena per tutti arrivano tutti, molte le comunità straniere che vi partecipano, per celebrare una città che sia reale luogo d'incontro e riconoscimento umano reciproco».
Don Luca Facco, direttore della Caritas di Padova ha voluto spiegare come anche una cena possa aiutare a rompere gli schemi e gli stereotipi: «A ognuno di noi manca qualcosa, ognuno è povero in mezzo alle sue piccole fragilità e in ricerca con la sua umanità da condividere. Alla cena per tutti non ci si riconosce più tra ricchi e poveri, perché ci si vede tutti uguali. E questo è una grande segno di speranza».
Ad allestire la piazza e la cena per una serata che crei relazioni, anche nuove, ci stanno pensando oltre duecento volontari di appartenenze diverse. Nove i buffet, tre italiani, uno vegetariano e cinque internazionali (Filippine, Somalia, Eritrea, Mali e Marocco). E ci sarà spazio anche per chi ha difficoltà motorie, perché si troverà a suo agio con circa 500 posti a sedere.
Quest'anno, anche l'Azione cattolica diocesana ha voluto ritagliarsi un compito più coinvolgente, cercando di spargere la voce tra le parrocchie per cogliere l'invito a partecipare: «Il nostro è un piccolo contributo ‒ ha detto il presidente diocesano Francesco Simoni ‒ Ci siamo attivati perché crediamo che mettersi al servizio cambia gli occhi con cui guardi gli altri. in questo momento storico poi abbiamo bisogno di fare passi, anche piccoli, ma nella giusta direzione».
L'invito è stato lanciato. Basta raggiungere piazza dei Frutti domenica 9 alle 18 e contribuire, insieme al resto della città, alla speranza in un mondo più unito e solidale.
Per ricevere informazioni: 049-8070522.