L'Ordo virginum di tutta Italia si incontra: "La verginità consacrata è relazione stabile e visibile con la persona di Gesù"
L’Incontro nazionale dell’Ordo virginum, accolto dalle diocesi del Triveneto e svoltosi presso l’Istituto Filippin di Paderno del Grappa, si è chiuso con la lettura in assemblea di una lettera fatta pervenire a papa Francesco nella quale le consacrate hanno espresso: “profonda gratitudine” per la pubblicazione della Ecclesiae Sponsae Imago.
“La rinascita di questa forma di vita consacrata e la diffusa presenza in tante Chiese particolari – scrivono - hanno reso gioiosa l’accoglienza di un documento attento ai diversi contesti culturali come pure chiaro nel delineare l’identità del carisma dell’Ordo virginum”. La recente Istruzione, infatti: “offre l’occasione per fissare con occhi riconoscenti le origini di questa vocazione che invita alcune donne a tradurre il Vangelo in una peculiare forma di vita, leggendo con fede i segni dei tempi e rispondendo alla dimensione missionaria della Chiesa, con riferimento concreto agli affamati, assetati, ai denudati di vestiti, di verità e dignità, ai carcerati, agli ammalati, ai migranti e rifugiati”. Non si tratta di coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto di cogliere nell’Ordo la scintilla ispiratrice, gli ideali, i progetti, i valori che lo Spirito ha suggerito lungo la storia, impegnativa ma nel contempo profetica e creativa. Le donne dell’Ordo hanno confermato il desiderio di “essere immagine della Chiesa sposa che contempla Cristo suo Sposo, rendendolo sempre più presente nel mondo sociale, politico ed economico, così che l’umanità viva, celebri e annunci la gioia del Vangelo”.
Nella prima celebrazione eucaristica, il vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, ha portato il saluto dei vescovi del Triveneto, ricordando il primo Incontro nazionale dell’Ordo, avvenuto 30 anni fa proprio a Vicenza. A partire dall’Istruzione, ha invitato le presenti ad essere immagine della Chiesa sposa dentro i contesti quotidiani, ad “abitare la storia, la società, la Chiesa e le comunità” in cui si è inserite.
Dopo una giornata dedicata al seminario di studio sulla formazione, l’Incontro nazionale è iniziato con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, “onorato” di poter pregare con tante consacrate dell’Ordo che ha definito “acrobate dello Spirito” impegnate a portare Cristo nei più diversi luoghi,
ha alternato momenti di preghiera, studio e confronto. Preziosa la relazione di mons. Renzo Bonetti che ha spiegato: “la rinascita dell’Ordo virginum è certamente opera dello Spirito Santo, perché mentre Paolo VI dava mandato ai liturgisti di preparare il rito, che lui stesso promulgò il 6 gennaio 1971, varie donne, nei luoghi più disparati sentivano la chiamata alla consacrazione in questa specifica modalità”. Occorre però chiedersi: perché lo Spirito in questo tempo storico ha offerto questo dono alla Chiesa per il mondo? Cosa vuole dire questa vocazione alle famiglie? “L’Ordo virginum è un dono per la comunità ecclesiale e sociale ma particolarmente per gli sposi, perché la verginità consacrata è relazione stabile e visibile con la persona di Gesù, risveglia nei coniugi la grazia battesimale e spinge a ritrovare nell’eucaristia la bellezza della sponsalità e la forza del per sempre”. Il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, nell’omelia tenuta venerdì ha fatto notare che “molti non si sentono capiti, sentono di essere costretti a vivere tanti ruoli, tante maschere, ma senza che nessuno li conosca veramente”. Sembra che il segreto più profondo di noi stessi sfugga alle persone con cui viviamo, anche le più vicine. Addirittura talvolta abbiamo la sensazione che questo segreto sfugga anche a noi stessi. “Solo se incontriamo l’amore di Gesù scopriamo la nostra vera identità di figli, fratelli, discepoli.
Per questo vi invito a rinnovare la memoria della chiamata che un giorno avete ricevuto, affidandovi a Colui che vi conosce e vi ama da sempre”. Sabato ci sono state le testimonianze di Nella Pavanetto (Venezia), Barbara Baldassarri (Fermo) e Annalisa Vigani (Bergamo), ispirate all’Evangelii gaudium. Ciascuna ha raccontato come abita il proprio quotidiano accogliendo le sfide che esso pone; come educa se stessa e i fratelli a riscoprire ciò che è vero e bello secondo la logica del vangelo; come trasfigura le proprie relazioni, facendosi testimone della misericordia che dà senso e pienezza alla vita. Durante la Messa conclusiva, mons. Agostino Gardin, vescovo di Treviso, indicando “nell’idolatria del carrierismo e nella fatica della perseveranza”, due pericoli che tutti possono incontrare nella vita, ha esortato a essere “perseveranti nella fedeltà, attraverso una donazione umile a Cristo, capace di testimoniare la vera gioia del vangelo”. Una cena tipica, seguita da una rievocazione degli eventi della grande guerra a cura del teatro Menomale di Fregona e il coro di Stamare, e il tour a Padova hanno salutato le oltre duecento donne dell’Ordo che il prossimo anno si incontreranno ad Assisi.
Giuseppina Avolio