L’Inghilterra vittoriana tra scienza e fede. Dal 13 maggio su AppleTV+ la miniserie “Il serpente dell'Essex”
Dal romanzo di Sarah Perry. Protagonisti Claire Danes e Tom Hiddleston
Carrie Mathison. È il nome del celebre personaggio interpretato dall’attrice statunitense Claire Danes nella serie cult “Homeland”, racconto innovativo e lungimirante targato Showtime e in onda dal 2011 al 2020. È difficile infatti togliersi dalla mente un personaggio così sfaccettato e complesso come quello dell’agente della Cia Carrie, che la Danes ha abitato con dedizione, struggimento e trasporto, con una performance di rara bravura che le ha permesso di ottenere non pochi riconoscimenti tra cui due Emmy e due Golden Globe. Insomma, un ruolo, una serie, che cambiano la carriera. Calato il sipario su “Homeland”, il primo progetto sposato dalla Danes è la miniserie britannica “Il serpente dell’Essex” (“The Essex Serpent”). Accanto a lei l’attore shakespeariano Tom Hiddleston, apprezzato per “The Night Manager” (2016) e il personaggio di Loki nel ciclo Marvel.
Ai confini del mistero. Londra 1893. Cora Seaborne è una donna benestante appena rimasta vedova. Da sempre appassionata di scienza, è incuriosita da misteriose apparizioni nella contea dell’Essex, dove si sospetta la presenza di una creatura di origine maligna. La donna si trasferisce così a Colchester, dove fa la conoscenza del vicario Will Ransome. Insieme cercano di risolvere il mistero…
Pros&Cons. Il binario narrativo lo fornisce il romanzo di Sarah Perry, uscito in Italia per Neri Pozza. Ad adattarlo per lo schermo, una produzione Apple TV+ e See-Saw Films, è Anna Symon mentre alla regia c’è Clio Barnard. L’atmosfera è il crocevia tra il XIX e XX secolo, tra modernità incalzanti, guadagni della scienza, credenze popolari e superstizioni più pagane che religiose. Nella periferia rurale dell’Inghilterra vittoriana misteri e morti sospette sono subito identificate come manifestazioni del maligno, lette come una forma di punizione divina. Pescatori del posto subito si abbandonano all’irrazionale, cercando di addossare la colpa a una giovane ragazza. A cercare di tenere la barra dritta della ragione sono il vicario Will e la ricercatrice Cora, che inseguono la verità nelle fumose pieghe del mistero, collidendo però pericolosamente sul terreno dei sentimenti.
A conquistare in tale miniserie da 6 episodi è di certo l’atmosfera enigmatica, gotica, della campagna inglese, quasi a richiamare i classici della letteratura del XIX secolo, in testa Charles Dickens e le sorelle Brontë, capaci di comporre un quadro sociale e dell’animo dei personaggi livido, tra dramma e striature di sentimento. Centrale è il ruolo di Cora, una donna forte e libera, che crede nella scienza e rifiuta di abbandonarsi a facili superstizioni, sopravvissuta inoltre alle violenze del marito. Una donna di certo moderna, in cerca di spazio e diritto di voce.
Nel complesso il registro del racconto corre su un binario drammatico, mistery, costeggiando i confini dell’horror senza però valicarli. La Danes e Hiddleston dominano sulla scena, componendo due figure stratificate, tormentate, magnetiche, che non possono passare inosservate. “Il serpente dell’Essex” è una miniserie complessa e problematica.