L’Inferno di Dante in CAA, la Divina Commedia diventa inclusiva
La cantica del Sommo Poeta si trasforma in un volume in Comunicazione aumentativa alternativa grazie agli scrittori, agli illustratori e ai grafici con autismo dell’associazione La Matita Parlante di Piacenza
Per i lettori più piccoli, per chi ancora non sa leggere, per i bimbi di origine straniera, per i bimbi con Bes, per chi sta imparando l’italiano e soprattutto per chi, ogni giorno, convive con una difficoltà cognitiva. È “L’Inferno di Dante” in comunicazione aumentativa alternativa, volume realizzato da La Matita Parlante, associazione piacentina nata da un’idea di insegnanti, educatori del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Piacenza, professionisti che lavorano nel settore della cultura nella città emiliana con l’obiettivo di favorire la partecipazione sociale di ragazzi con disturbo dello spettro autistico. Edito da Papero Editore, realtà piacentina, racconta della discesa del Sommo Poeta all’Inferno in CAA, ovvero associando a ogni parola un simbolo. “L’Inferno è forse la cantica più divertente – racconta Paola Rossi, educatrice professionale e membro del direttivo de La Matita Parlante –. Nella nostra redazione, tra illustratori e scrittori, ci sono tre ragazzi appassionati della Commedia. E in più quest’anno si celebra il settecentenario della morte di Dante. La traduzione in CAA è stata un lavoro lungo, ha previsto parafrasi, riassunti delle terzine, illustrazioni adeguate. Un impegno importante, che ci ha dato grandi soddisfazioni: è il primo In-book (libro illustrati composto da un’immagine grafica e dalla relativa parola alfabetica scritta in alto, ndr) che realizziamo a partire da un libro esistente”.
Ma da chi è composta la redazione che realizza libri in CAA dell’associazione piacentina? Da una decina di ragazzi coinvolti nel “programma autismo 0-30” dell’Azienda Usl di Piacenza, tutti a medio-alto funzionamento, seguiti da alcuni educatori-tutor. Nella redazione ognuno ha il proprio compito: c’è il gruppo degli scrittori, quello degli illustratori, il grafico per l’impaginazione. Dalla loro fantasia - ma, soprattutto, dalle loro esperienze - sono nati (e sono stati realizzati) numerosi libri in CAA: “La scimmia abbracciona”, “Il panda golosone”, “La talpa spilorcia”, solo per fare qualche esempio. Poi ci sono i libri realizzati su commissione, come L’Inferno. “L’idea è venuta al nostro editore – racconta Rossi – e noi siamo stati ben felici di accettare, vista la passione sul tema”. Una volta che all’educatore arriva una commissione, viene girata agli scrittori e si decide da chi sarà realizzata. L’Inferno è stato assegnato a Stefano e Francesco. Il testo prodotto passa poi agli illustratori: in un libro in CAA, l’immagine sta sulla sinistra che anticipa il testo scritto sulla destra. Dopo la traduzione, è il momento del grafico (Alessandro nel caso de L’Inferno), chiamato a gestire gli spazi, le parole e le immagini. Come se fosse un puzzle, il grafico monta le pagine del libro. Una volta che il libro è chiuso viene inviato – sempre – al Centro sovrazonale di comunicazione aumentativa di Milano e Verdello (Csca) che certifica la coerenza della traduzione.
Altra peculiarità, “L’Inferno di Dante”, come tutti gli In-book de La Matita Parlante, è accompagnato da una audiolettura (scaricabile dal sito tramite un link inserito nel libro) realizzata dagli alunni della scuola secondaria di primo grado Italo Calvino di Piacenza. Il libro, al momento, è in fase di stampa. Sarà disponibile da dicembre per chi l’ha già prenotato e per chi ha partecipato alla campagna di raccolta fondi per la sua realizzazione. La distribuzione sarà poi affidata a Papero Editore. “Ci piacerebbe, Covid permettendo – spiega Rossi – presentare il libro nelle scuole, soprattutto primarie. È accessibile a tutti, più leggero, più agile”.
In un’ottica di valorizzazione del talento dei ragazzi con autismo nell’ambito della scrittura, del disegno, dell’arte teatrale e cinematografica, La Matita Parlante si impegna quotidianamente nella ricerca di occasioni di inclusione sociale e lavorativa attraverso la cultura. “Cerchiamo di creare integrazione e inclusione con i ragazzi delle scuole, che partecipano attivamente agli eventi organizzati; ci impegniamo anche per prevenire l’abbandono scolastico coinvolgendo nelle nostre attività gli alunni in situazione di fragilità, disagio e disabilità”. Chi partecipa ai progetti dell’associazione è protagonista di una formazione continua. I ragazzi della redazione che realizza In-book hanno attivato tirocini retribuiti, sono dunque al lavoro tutti i giorni dalle 9 alle 12. È un primo approccio al mondo del lavoro, sperando poi di evolvere verso enti o aziende, magari fino all’assunzione”. E poi ci sono i laboratori di teatro, radio, costruzione di giochi; le attività nelle biblioteche e nelle scuole, le letture ad alta voce. “Ragioniamo sulla disabilità 360° – conclude Rossi –. Portiamo avanti anche progetti abitativi di cohousing, tra cui alcuni a rotazione che ci servono come palestra per acquisire competenze domestiche e dove gli educatori sono presenti in base alle necessità degli inquilini. Poi ci sono progetti di cohousing vero e proprio, dove i ragazzi con autismo hanno iniziato a vivere in autonomia in gruppo”.
Ambra Notari