Istat. Effetto Covid: minimo storico di nascite e record di morti

Rapporto sulla situazione del paese. La crisi pandemica ha esercitato un forte impatto sui comportamenti demografici e causato un diffuso stress alle strutture sanitarie che si è riflesso sulla capacità di prevenzione e cura delle malattie

Istat. Effetto Covid: minimo storico di nascite e record di morti

Il quadro demografico nel 2020 è contraddistinto dal nuovo minimo storico di nascite dall'Unità d'Italia e da un massimo di decessi dal secondo dopoguerra. Lo dice il nuovo rapporto Istat sulla situazione del paese. Tra i fattori determinanti dell’andamento della popolazione - anche per i riflessi sui progetti di vita individuali - c'è il calo eccezionale dei matrimoni. I primi dati relativi al 2021 rafforzano la convinzione che la crisi abbia amplificato gli effetti del malessere demografico strutturale che da decenni spinge sempre più i giovani a ritardare le tappe della transizione verso la vita adulta, a causa delle difficoltà che incontrano nella realizzazione dei loro progetti. L’emergenza sanitaria ha imposto restrizioni che hanno dettato nuovi stili di vita e limitato la mobilità, riducendo sia i trasferimenti interni sia i flussi da e per l’estero.

La pandemia ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità, non solo per i decessi causati direttamente, ma anche per quelli dovuti all’acuirsi delle condizioni di fragilità della popolazione, soprattutto anziana. Nei primi due mesi della crisi sanitaria sono aumentati i decessi legati a patologie per le quali la tempestività e la regolarità delle cure è spesso decisiva. I ritardi e le rinunce a prestazioni sanitarie - finalizzate alla cura di patologie in fase acuta o ad attività di prevenzione - avranno delle conseguenze sulla salute della popolazione. I dati più recenti sull’attività di assistenza sanitaria territoriale, visite specialistiche e accertamenti diagnostici misurano una diminuzione generale delle prestazioni, anche di quelle indifferibili.

In calo matrimoni e nascite

Nel 2020 si sono celebrati meno di 97mila matrimoni, quasi la metà rispetto al 2019 (-47,5%, pari a oltre -87mila). Il calo è stato del 68% per le nozze con rito religioso e del 29% per i matrimoni civili. Sul territorio, la diminuzione delle nozze registrata nel 2020 è stata più marcata nel Mezzogiorno (-55,1%) e più contenuta nel Nord-est (-38,0%).

 Il record negativo del numero di nascite toccato nel 2019 è stato di nuovo superato nel 2020. I nati della popolazione residente sono stati 404.104, in diminuzione del 3,8% rispetto al 2019 e di quasi il 30% a confronto col 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite.  Nei primi dieci mesi del 2020 le nascite mostrano una diminuzione del 2,7%, in linea con il ritmo che ha caratterizzato il periodo dal 2009 al 2019 (-2,8% in media annua). La discesa accelera nei mesi di novembre (-8,2% rispetto allo stesso mese dell’anno prima) e soprattutto di dicembre (-10,3%), corrispondenti ai concepimenti dei primi mesi dell’ondata epidemica 2020. Nel Nord-ovest il calo tocca il 15,6% a dicembre. Il calo delle nascite corrispondente alla diminuzione dei concepimenti innescato dalla pandemia persiste nei primi mesi del 2021, soprattutto nel mese di gennaio (-14%). A febbraio risulta più contenuto mentre a marzo si osserva una prima inversione di tendenza: rispetto allo stesso mese del 2020 i nati aumentano del 3,7%. Il calo dei nati che si è verificato in corrispondenza degli effetti del primo periodo della pandemia aggrava, dunque, la tendenza negativa già in atto nonostante il leggero recupero osservato a marzo 2021.Il calo delle nascite concepite all’inizio della pandemia ha toccato prevalentemente i nati all’interno del matrimonio: -17,3% nel periodo novembre-dicembre 2020 e -17,5% a gennaio 2021. Nello stesso periodo sono diminuiti anche i nati fuori dal matrimonio, ma in misura decisamente meno marcata (-4,7% e -7,1% rispettivamente). Il leggero recupero nelle nascite osservato a marzo dipende esclusivamente dai nati fuori del matrimonio, che aumentano del 14,2% mentre i nati da genitori coniugati continuano a diminuire (-0,5%).

I nati di cittadinanza straniera sono i più toccati dalla contrazione legata alla pandemia: a novembre e dicembre 2020 sono diminuiti poco più dei nati da genitori italiani (-11,4% rispetto a -8,8%) ma il differenziale si è allargato a gennaio 2021 (-23,6% contro -12,2%) e ancora nel mese di febbraio (-18,5 contro -6,1%). Il leggero aumento della natalità registrato a marzo 2021 riguarda esclusivamente i nati italiani (+5,9%) mentre quelli stranieri continuano a diminuire (-8,3%). Il leggero recupero del numero dei nati osservato a marzo 2021 ha riguardato prevalentemente le donne più istruite: a livello nazionale i nati da madri con almeno la laurea sono cresciuti dell’8,6%, contribuendo per i due terzi all’aumento complessivo.

Mai così tanti morti 

 Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato pari a 746.146, il valore più alto registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. Rispetto alla media 2015-2019 si sono avuti 100.526 decessi in più (15,6% di eccesso).  La speranza di vita alla nascita, per il complesso della popolazione (maschi e femmine insieme), scende a 82 anni nel 2020, ben 1,2 anni sotto il livello del 2019. Per osservare un valore analogo occorre risalire al 2012. Gli uomini sono più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita si abbassa di 1,4 anni, a 79,7 anni, mentre per le donne scende di un anno, a 84,4 anni, ampliando così il differenziale di genere.

Prendendo in considerazione le classi di età, il contributo più rilevante all’aumento dei decessi del 2020 rispetto alla media degli anni 2015-2019 è dovuto all’incremento dei morti ultraottantenni, che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo. In totale sono decedute 486.255 persone oltre gli 80 anni (76.708 in più rispetto al quinquennio di riferimento). All’inizio del 2021 l’eccesso di mortalità totale, confrontato alla media 2015-2019, è più contenuto nel primo bimestre (+6,6% a gennaio, +0,9% a febbraio) ma si accentua nel secondo (+13,6% a marzo, +20,9% ad aprile).

 A marzo 2021 si riscontra un netto calo dei decessi rispetto allo stesso mese del 2020 (-23,5%), in particolare nel Nord del paese (-40.0%). Il calo persiste ad aprile 2021, con una diminuzione del 14,0% rispetto all’anno precedente, imputabile esclusivamente alle regioni del Nord (-29,9%). Centro Italia e Mezzogiorno, poco toccati dalla prima ondata pandemica, registrano infatti un aumento della mortalità rispettivamente del 4,4% e del 9,8% nel confronto con aprile dello scorso anno.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)