In scena la "tragedia filosofica" di Prometeo, spettacolo in italiano e arabo

L'opera di Simone Mannino, recitato da attori italiani e tunisini, si inserisce nell’ambito del progetto internazionale "Between Land and Sea". E getta le basi per la futura creazione di un "Ensemble artistico del Mediterraneo". Rilettura contemporanea per parlare di cambiamenti climatici, guerre, migrazioni e della solitudine dell'uomo

In scena la "tragedia filosofica" di Prometeo, spettacolo in italiano e arabo

E' una riscrittura originale della tragedia di Eschilo dello scenografo e regista Simone Mannino. Lo spettacolo, andato in scena sabato sera al teatro Biondo e recitato in italiano e arabo con attori italiani e tunisini, si inserisce nell’ambito del progetto internazionale "Between Land and Sea". Il  lavoro getta le basi per la futura creazione di un "Ensemble artistico del Mediterraneo" previsto nel 2022.

Nello spettacolo si mescolano linguaggi differenti, non solo artistici ma anche riflessioni sulle fratture della nostra contemporaneità. Nell'opera ambientata in una società post-atomica del 2072, si affrontano temi come i cambiamenti climatici, le guerre, le migrazioni, lo sfruttamento della Terra, l’accidia e l’onnipotenza degli uomini. Il Mediterraneo è anche rappresentato dalla dimensione dei porti. Ed è tra questi anfratti di dolorosa umanità che si trova la rupe di Prometeo che il regista Mannino immagina come un’isola di un bianco allucinato, stanza inferma e costretta in un futuro prossimo dal quale Prometeo parla. Dalla sua solitudine, quella dell’uomo moderno, arriva il suo grido potente ma anche quello sussurrato che, alla fine, incarna il lamento poetico ed esistenziale di Oscar Wilde quando nella sua "Ballata del carcere di Readinge" disse: "Ogni uomo uccide ciò che ama". E', quindi, un Prometeo politico, duro, allucinato, ma anche uno spettacolo che parla di amore, quello di un dio umano che ama la sua creazione, nonostante la corruzione e la sete di distruzione a cui l’uomo ha ceduto.

L'opera ideata e scritta con Lorenzo Marsili scrittore politico, in collaborazione con la drammaturga svizzera Eva-Maria Bertschy, esplora in un momento di collasso climatico e di profonda crisi sistemica, il rapporto con la fiamma delle techne, oscillando tra strumento di liberazione e nuova schiavitù. Nel ruolo di Prometeo c'è Jamel Madani, interprete di lungo corso del Teatro Nazionale di Tunisi, volto del cinema tunisino e oggi artista indipendente. Al suo fianco c'è un cast di attori internazionali: Aymen Mabrouk, Mariem Sayeh e Giorgio Coppone.

"Al centro di Prometeo - ha spiegato il regista - non vi è tanto l’idea di un luogo, quanto un’idea politica dei luoghi. Partendo proprio da questo si potrebbe nel tempo costruire un circuito teatrale Mediterraneo. 'Strano spettacolo, raschiare i fondali e vedere corpi pioverti addosso. Ne ho visti a milioni, nuotando sopra Tunisi, Palermo, Alessandria, Marsiglia, Algeri, Atene, Beirut, Barcellona, Tel Aviv, Istanbul, Tangeri, Tripoli...', dice Prometeo nel nostro spettacolo. Il canguro azzurro è chiaramente la provocazione di un mondo alla deriva. Nel riadattamento dell'opera di Eschilo abbiamo pensato di immaginare questo Prometeo ancora incatenato nel futuro del 2072 in cui il mondo ha preso, infatti, un accelerata ed è alla deriva. Il canguro è l'unico animale rimasto sulla terra con il suo colore azzurro che è l'unico pigmento rimasto sul pianeta. L'opera artistica è una denuncia sullo scempio che continua a fare l'uomo a partire dalla natura che è appunto il tema centrale. Ci sono pure dei passaggi poetici, espressi nella parte finale dell'opera, dove viene riportato il testo di Oscar Wilde quando dice 'l'uomo uccide ciò che ama' ; questo vale sia per la natura e per tutto il pianeta in cui vive l'uomo". 

Lo spettacolo, proposto in forma di studio preview, è inserito all’interno di Between Land and Sea, il festival internazionale di cultura e politica inaugurato il 19 ottobre scorso, promosso da Studio Rizoma, la Biennale di Tunisi Dream City e il Teatro Nazionale di Brema (Germania). Il debutto nazionale di Prometeo. Il Canguro azzurro sarà al Teatro Biondo di Palermo a fine 2022, in una coproduzione internazionale Atelier Nostra Signora, Teatro Biondo di Palermo, Theater Bremen, finanziato dalla Fondazione Kulturstiftung des Bundes, Germania.

Il “Prometeo” moderno è una tragedia filosofica, un manifesto scenico e un dramma politico in tre movimenti, Il mito di Prometeo rappresenta una delle narrazioni più potenti sul rapporto fra umanità, natura e progresso. In questa riscrittura Prometeo è letteralmente buttato giù dalla rupe in mare. Rovesciando l’elemento del fuoco, caratteristico della tradizionale punizione inferta al Titano, nel suo opposto. Ripescato e imprigionato in uno spazio asettico da un’umanità che si è oramai sostituita agli dei, Prometeo, ricongiunto ad Hermes, suo compagno di stanza, e visitato da numerose apparizioni, si confronterà con fondamentali interrogativi sulla natura umana.

Serena Termini

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)