In Italia il minimo di nascite e il massimo dei decessi: -384 mila residenti in un anno
Continua a diminuire la popolazione. Secondo l'Istat al 1° gennaio 2021 i residenti in Italia ammontano a 59 milioni 259 mila. Sono 404 mila le nascite mentre i morti raggiungono il livello eccezionale di 746 mila. Pesano gli effetti pandemici. E il numero medio di figli per donna è di 1,24, il più basso dal 2003
Continua a diminuire la popolazione: al 1° gennaio 2021 i residenti in Italia ammontano a 59 milioni 259 mila, 384 mila in meno su base annua. Lo registra l'Istat. Si assiste al minimo di nascite e massimo di decessi: 7 neonati e 13 decessi per mille abitanti.
Flussi migratori con l'estero danno un saldo di +79 mila, pari a 1,3 per mille abitanti, la metà del 2019. L'età media è in ulteriore rialzo: 46 anni al 1° gennaio 2021. Il numero medio di figli per donna è di 1,24, il più basso dal 2003.
Gli effetti pandemici - registra l'Istat - impattano su tutte le componenti del ricambio demografico. Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha prodotto effetti non soltanto, per quanto prevalentemente, sulla mortalità ma anche sulla mobilità residenziale interna e con i Paesi esteri, arrivando a incidere persino sui comportamenti riproduttivi (nell'ultimo mese dell'anno) e nuziali. Ne scaturisce un quadro globale, già di per sé fortemente squilibrato da dinamiche demografiche deboli sul versante del ricambio della popolazione, nel quale le stesse problematiche risultano accentuate e moltiplicate.
Alla luce di dati molto consolidati che coprono tutto il 2020 ma che per il momento sono da considerarsi provvisori, le nascite risultano pari a 404 mila mentre i decessi raggiungono il livello eccezionale di 746 mila. Ne consegue una dinamica naturale (nascite-decessi) negativa nella misura di 342mila unità.
Gli effetti del lockdown hanno poi determinato inevitabili ripercussioni sul versante dei trasferimenti di residenza. Le iscrizioni dall'estero sono state 221 mila e le cancellazioni 142 mila. Ne deriva un saldo migratorio con l'estero positivo per 79 mila unità, il valore più basso degli anni 2000 e in grado di compensare solo in parte l'effetto negativo del pesante bilancio della dinamica naturale. Per quanto riguarda la mobilità interna si rileva una riduzione del volume complessivo di circa il 12%: sono 1 milione 308 mila i trasferimenti registrati tra i Comuni italiani nel 2020 contro 1 milione 485 mila dell'anno precedente. Infine, le ordinarie operazioni di allineamento e revisione delle anagrafi (saldo per altri motivi) comportano un saldo negativo per ulteriori 121mila unità.
Il riflesso di tali andamenti comporta un'ulteriore riduzione della popolazione residente, scesa al 1° gennaio 2021 a 59 milioni 258 mila. Ininterrottamente in calo da 7 anni consecutivi, e specificamente dal 2014 quando raggiunse la cifra record di 60,3 milioni di residenti, l'ammontare della popolazione registra nel 2020 una riduzione di 384 mila unità sull'anno precedente (-6,4 per mille residenti).
Con l'eccezione del Trentino-Alto Adige, dove si registra una variazione annuale della popolazione pari a +0,4 per mille, tutte le regioni sono interessate da un decremento demografico. Il fenomeno colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-7 per mille) rispetto al Centro (-6,4) e al Nord (-6,1). Molise (- 13,2) e Basilicata (-10,3) sono le regioni più colpite; tra quelle del Nord spiccano Piemonte (-8,8), Valle d'Aosta (-9,1) e soprattutto Liguria (-9,9).
Scendendo di un livello nell'analisi territoriale, la provincia di Isernia è quella che evidenzia la situazione maggiormente critica, per via di un tasso di variazione che in un anno le sottrae circa l'1,5% della popolazione. Sono comunque numerose, e concentrate nel Nord-ovest, le province che nel 2020 perdono almeno l'1% della popolazione. In particolare, le province di Vercelli, Asti, Alessandria e Biella in Piemonte; le province di Savona e Genova in Liguria, quelle di Pavia e Cremona in Lombardia.
Nel Centro del Paese soltanto la provincia di Macerata si trova nelle medesime condizioni mentre nel Sud, oltre alla citata Isernia, figurano anche le province di Benevento, Avellino, Campobasso, Potenza e Crotone. Nelle Isole, infine, il decremento demografico interessa le province di Caltanissetta, Enna, Nuoro e Oristano. La provincia di Bolzano (+2 per mille), al contrario, è l'unica a vantare un saldo demografico positivo.(DIRE)