"In Europa 20 milioni i bambini crescono in povertà"
Indagine di Save The Children: nonostante l’Europa sia una delle aree più ricche al mondo, aumentano i livelli di povertà minorile. In Italia nel 2020 i bambini sono 200 mila in più. L'impegno dell'Ue a far uscire dalla povertà almeno 5 milioni di minori entro il 2030, stanziati 88 miliardi di euro per il 2021-2027. "I bambini che crescono in povertà hanno più probabilità di essere poveri da adulti e a loro volta i loro figli”
In Europa sono in aumento i livelli di povertà minorile: sono quasi 20 milioni i bambini che crescono in povertà. Nonostante l'Ue sia una delle regioni più ricche e con meno diseguaglianze al mondo, i bambini di tutti i paesi europei stanno affrontando livelli di povertà inaccettabili. Lo ha denunciato oggi Save The Children attraverso il nuovo rapporto “Garantire il futuro dei bambini – Come porre fine alla povertà minorile e all'esclusione sociale in Europa” che prende in analisi 14 paesi in Europa, di cui 9 Ue e 5 extra Ue.
Secondo il rapporto, i bambini più vulnerabili e più colpiti dalla povertà sono coloro che crescono in famiglie numerose o monoparentali, i bambini con un background migratorio, con disabilità, appartenenti a minoranze etniche e quelli che vivono nelle aree rurali o più svantaggiate. In Svezia, il 58% delle famiglie monoparentali di origine straniera è a rischio povertà così come fanno parte di famiglie monoparentali il 45,2% dei bambini che ricevono sussidi sociali in Germania. In Italia sono più esposte alla povertà le famiglie numerose con almeno 5 componenti e le famiglie con un background migratorio: le stime mostrano che nel 2020 i bambini in povertà assoluta sono 200 mila in più rispetto all'anno precedente. In Spagna e nei Paesi Bassi circa il 40% dei bambini a rischio povertà proviene da famiglie che lavorano. In Irlanda del Nord, ad essere più esposti alla povertà sono i bambini delle comunità etniche, con due bambini su tre (66%) che crescono in povertà, quasi tre volte la cifra nazionale. Gli unici Paesi - tra i 9 Paesi UE presenti nel rapporto - in cui i tassi di povertà minorile sono diminuiti durante la pandemia sono Danimarca, Svezia e Lituania. La salute mentale dei bambini è una sfida chiave in tutti i paesi e la maggior parte dei bambini poveri in Italia vive in condizioni abitative inadeguate, non ha accesso, o ha accesso limitato, all'istruzione e a cibi sani e deve far fronte alla perdita della casa regolarmente.
“È assurdo vedere che, nonostante l'Ue si sia impegnata ad investire per le generazioni future, molti Stati membri non riescano ancora a stanziare risorse adeguate per garantire che tutti i bambini possano emanciparsi dalla loro situazione di svantaggio ed esclusione sociale. - ha dichiarato Anita Bay Bundegaard, direttrice di Save the Children Europa - Nessun bambino dovrebbe andare a scuola a stomaco vuoto, dormire al freddo, saltare le gite scolastiche con i compagni di classe o aver paura di uno sfratto perché i genitori non possono pagare l'affitto, ma per milioni di bambini in tutta Europa questa è la realtà quotidiana e il prezzo da pagare a causa delle disuguaglianze sta diventando troppo alto. I bambini che crescono in povertà hanno più probabilità di essere poveri da adulti e a loro volta anche i loro figli”. La nuova analisi di Save The Children sottolinea come il ruolo di servizi essenziali sia necessario per affrontare la povertà e l'esclusione sociale, tra cui ci sono i servizi per la prima infanzia, l'istruzione, l'assistenza sanitaria e un alloggio adeguata; ed evidenzia come la mancanza di accesso ad essi possa avere conseguenze socio-sanitarie negative sulla vita dei bambini. Inoltre, il rapporto contiene raccomandazioni su come migliorare le politiche nazionali di riduzione della povertà minorile dal momento che i decisori politici della maggior parte dei paesi europei non stanno sfruttando a pieno le risorse disponibili dell'Ue, come la garanzia europea per l'infanzia (Child Guarantee), l'Fse+ (Fondo sociale europeo plus e il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali. L'Ue si è impegnata a far uscire dalla povertà almeno 5 milioni di bambini entro il 2030 e ha stanziato 88 miliardi di euro per il 2021-2027 per affrontare, tra le altre sfide prioritarie, anche la povertà minorile. Entro marzo 2022 i paesi membri devono definire dei piani d'azione per implementare la garanzia europea per l'infanzia e per questo Save The Children chiede ai governi di: adottare un approccio olistico per affrontare la povertà minorile; nei suddetti piani promuovere e specificare in modo trasparente l'allocazione delle risorse per affrontare la povertà minorile; fissare obiettivi nazionali ambiziosi per la riduzione della povertà minorile, con l'obiettivo di superare l'obiettivo dell'Ue di far uscire 5 milioni di bambini dalla povertà entro il 2030; infine, di garantire la sostenibilità delle riforme, assicurando che le risorse finanziarie continuino a finanziare i servizi nel lungo periodo.
“In questo momento critico, Save the Children si augura che i dati raccolti nel rapporto possano influenzare i piani d'azione della Garanzia europea per l'infanzia in modo che non siano solamente una risposta immediata alla crisi, ma possano garantire riforme sostenibili per fornire un futuro migliore per le generazioni di bambini di oggi e di domani in modo efficace”, ha concluso Anita Bay.Annie Francisca