Il santuario della Beata Vergine dell’Angelo di Piovene. Devozione sul monte Summano
Sul monte Summano, montagna “sacra” di antichissima tradizione si trova il santuario della Beata Vergine dell'Angelo di Piovene, per secoli retto dai frati gerolimini. Centro di una devozione ancora oggi sentitissima, la quattrocentesca statua lignea della “Regina del monte Summano”.
Domina la pianura vicentina l’inconfondibile profilo a doppia punta del monte Summano (1.296 metri di altitudine), montagna “sacra” di antichissima tradizione, che già nella prima età del ferro sembra aver ospitato luoghi destinati al culto. L’essere stato fin da epoche remote una frequentata meta di pellegrinaggi, avrebbe conferito al Summano l’altra caratteristica per la quale è oggi conosciuto: un ambiente floreale particolarmente ricco e variegato che potrebbe essere derivato dalla consuetudine di onorare il dio portando fiori e spargendo sul terreno semi “esotici” della propria terra di provenienza. Le radici della devozione mariana sul Summano si confondono inevitabilmente con la leggenda. Secondo la tradizione orale, sarebbe stato addirittura il primo vescovo di Padova san Prosdocimo, evangelizzatore di queste terre, ad abbattere nell’anno 77 l’idolo del dio Plutone (il cosiddetto Summus Manium, il sommo degli dei degli inferi) e a erigere, nella conca tra le due cime del monte, una chiesetta dedicata alla Vergine, antesignana dell’odierno santuario di Santa Maria del Summano. Qui avrebbe posto una statua della Madonna con Bambino scolpita in legno addirittura dall’evangelista san Luca. L’esistenza sul monte Summano, con molta probabilità nello stesso luogo in cui sorgeva il sacello pagano, di una chiesa e di un convento intitolati alla Madonna appare documentata a partire dal 1305, ma è probabilmente molto anteriore. La scultura lignea, per quanto è possibile oggi desumere, risale con ogni probabilità alla seconda metà del Quattrocento. L’immagine fu venerata nel santuario di Santa Maria del Summano fino al 1777, anno in cui venne affidata ai fedeli di Piovene, che subito provvidero a ricostruire il “loro” santuario dell’Angelo per accogliere degnamente la “Regina del monte Summano”.
A mezza costa del monte Summano, in località Belvedere di Camposasso (535 metri di altitudine), sulla strada per il santuario di Santa Maria, la popolazione di Piovene eresse nel 15° secolo una piccola chiesa, la cui origine sarebbe legata alla presenza nella zona dei Francescani. La cappellina infatti, nelle relazioni delle visite pastorali, viene citata come «ecclesiae sancte Marie de Angelis». Poiché furono proprio i Francescani, insediatisi nel 1436 nella vicina Schio, a diffondere la devozione a Santa Maria degli Angeli – in ricordo della celebre chiesa assisana costruita sul luogo della Porziuncola, dove san Francesco ottenne l’indulgenza del “Perdon d’Assisi” e dove morì nel 1226 – è probabile che la chiesa di Camposasso sia stata edificata per loro iniziativa. Nel tempio era dipinta un’immagine dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, ragion per cui i piovenesi iniziarono a chiamarlo con il titolo “dell’Angelo”.
La quattrocentesca statua lignea della “Regina del monte Summano”, lega indissolubilmente il santuario di Piovene, dove è oggi custodita, al più antico santuario di Santa Maria del Summano, dove fu venerata fino al 1777. Il primo documento che attesta l’esistenza della chiesa di Santa Maria del Summano, retta probabilmente da un piccolo gruppo di religiosi degli Eremiti di san Marco da Mantova, è datato 30 dicembre 1305. Nel 1452 il santuario venne affidato ai Girolimini, che lo risollevarono dalla decadenza in cui era caduto. In breve la chiesa tornò a essere meta di frequenti pellegrinaggi, tanto che intorno al 1500 fu ricostruita in forme più ampie, a tre navate, e consacrata il 30 maggio 1516. Per fornire assistenza spirituale ai fedeli che raggiungevano il santuario, fu ingrandito anche il convento, che disponeva di 14 stanze per i sei sacerdoti e gli otto conversi che vi risiedevano stabilmente, più altre 22 per i forestieri. Nei giorni di festa funzionava pure un’osteria. Nel 1730, con la costruzione di un nuovo altare barocco, la statua lignea rovinata da tarli, muffe e umidità fu sostituita con una in pietra proveniente dal monastero girolimino di Lispida, sui colli Euganei, e fu spostata prima nella sacrestia del santuario e poi, per volere dei fedeli, nell’atrio del convento, dove continuò a essere venerata. Nel 1774 Venezia decise la soppressione del convento dei Girolimini,che si trasferirono a Lispida. Nel 1777 la statua lignea della Vergine fu affidata a Piovene, mentre quella in pietra fu ceduta a Santorso. La chiesa finì ridotta a un cumulo di macerie. L’attuale santuario del Summano fu ricostruito “dov’era e com’era” negli anni 1893-1896, per volere della popolazione di Santorso e grazie alla munificenza dell’industriale e senatore del Regno Alessandro Rossi. Dietro l’altare fu collocata una nuova immagine di Maria Ausiliatrice, scolpita da Pietro Dalla Vecchia di Santorso. Il 18 agosto 1894 fecero ritorno al convento anche i frati Girolimini, che vi rimasero fino al 1933. Attualmente il santuario, che sorge in diocesi di Vicenza, è affidato alla parrocchia dell’Immacolata di Santorso.
Fin dal 1626 i piovenesi presero l’abitudine di recarsi ogni anno in processione alla cappellina di Belvedere di Camposasso il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, per venerare l’immagine della visita dell’arcangelo Gabriele alla Vergine lì custodita. Poiché la ricorrenza cadeva spesso durante il periodo pasquale, si decise di spostare la processione alla prima domenica dopo l’ottava di Pasqua e, in epoca più recente, al lunedì dopo Pasqua, noto appunto come “lunedì dell’Angelo”. La festa, che si celebra ancor oggi con solenne liturgia e grande partecipazione popolare, ha probabilmente assorbito il più antico dei voti dei piovenesi alla Vergine di cui si abbia notizia, emesso nel 1577 per la liberazione del paese dalla peste. Inizialmente il voto si compiva il 20 febbraio, ma l’inverno ancora incombente consigliò di riunire la celebrazione con la festa dell’Angelo. Il più famoso e importante dei voti è però quello fatto il 13 giugno 1631 alla “Regina del monte Summano” da 44 comunità vicentine, padovane e veronesi per invocare protezione dalla terribile pestilenza diffusasi nel Veneto a partire dall’anno precedente. I rappresentanti delle popolazioni si impegnarono a visitare la sacra immagine ogni anno il 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, e a offrire al santuario di Santa Maria una grande candela di cera e una moneta d’argento. Il voto fu rinnovato nel 1738 dopo che la statua lignea era stata sostituita con una in pietra. Sembra tuttavia che i piovenesi continuassero a sciogliere il voto davanti all’antica immagine, collocata per volere dei fedeli nell’atrio del convento dei Girolimini attiguo al santuario di Santa Maria. Nel 1777, essendo stato soppresso il convento, l’immagine in legno venne affidata proprio ai piovenesi, mentre quella in pietra, l’ultima venerata ufficialmente sul Summano, fu portata nella chiesa del Santo di Santorso, dove continuarono a convergere tutte le comunità, eccetto quella di Piovene. Quest’ultima rinnovò il voto alla “Regina del monte Summano” nel 1855, ottenendo che il paese rimanesse indenne dall’epidemia di colera che imperversava nella zona. In segno di gratitudine si provvide ad ampliare il santuario dell’Angelo, che dal 1787 ospitava la statua. Il voto più recente, che si scioglie con una messa il 30 aprile di ogni anno, risale alla seconda guerra mondiale e fu fatto dalle famiglie della contrada Levrena per ringraziare la Vergine del prodigio che consentì a 18 persone di scampare, la notte precedente la liberazione di Piovene, a una rappresaglia nazista. I contradaioli furono messi al muro due volte, ma la condanna non fu eseguita. Al mattino, quando sembrava definitivamente giunta l’ora della fucilazione, vennero invece lasciati andare. Alla Madonna si attribuisce anche un altro miracolo: l’8 dicembre 1922, in seguito alle abbondanti piogge, dalla parete della valle dell’Angelo precipitarono due massi di roccia che si arrestarono proprio sul ciglio che sovrasta il paese, evitando per pochi metri di travolgere le case sottostanti. L’episodio è ricordato in un quadro del pittore locale Dal Molin, appeso all’interno del santuario accanto a numerosi altri dipinti ed ex-voto che testimoniano dell’affetto dei piovenesi per la loro santa protettrice. Oltre ai voti fatti dall’intera comunità, nei secoli molti fedeli si sono rivolti individualmente alla Madonna, non di rado impegnandosi, quale segno di riconoscenza, a salire quotidianamente al santuario prima di recarsi al lavoro.
I piovenesi hanno scelto la quarta domenica di luglio per solennizzare, con una festa tuttora molto sentita dalla popolazione, sia il “grande voto” del 1631 e i suoi rinnovi, sia il trasferimento dell’immagine dal santuario di Santa Maria al paese e la successiva sistemazione della stessa all’Angelo. La processione che si svolge nell’occasione, alla quale prendono parte il sindaco e la giunta comunale di Piovene Rocchette, è la più partecipata delle tre che nel corso dell’anno salgono al santuario (oltre a quella, già ricordata, del lunedì dell’Angelo, se ne tiene una anche l’ultimo giorno di maggio). La conclusione della festa del voto, l’ultima domenica di luglio, viene salutata con uno spettacolo pirotecnico. In apertura del mese dedicato al ricordo del voto, il cuore antico di Piovene diventa teatro di una rievocazione in costume con oltre duecento figuranti, promossa a partire dal 2004 dalla parrocchia di Santo Stefano, custode del santuario dell’Angelo, allo scopo di trasmettere ai giovani la storia e le tradizioni del loro paese. Lo spettacolo, di carattere prettamente religioso e culturale, va in scena con cadenza biennale la sera del primo sabato di luglio e viene allestito in collaborazione con pro loco, teatro Piovene, coro Cenobium Vocale e con le altre due parrocchie del comune vicentino, Grumello e Rocchette. L’avvenimento devozionale vissuto con maggiore emozione e intensità dai piovenesi è rappresentato dalla traslazione in paese della “Regina del monte Summano”, evento che dal 1977 – secondo centenario della consegna della sacra immagine alla comunità – si ripete ogni dieci anni. L’ultima traslazione risale dunque al 2007, quando ancora una volta l’affetto dei piovenesi nei confronti della Vergine si manifestò con straordinaria partecipazione popolare. In tale circostanza la statua, che i fedeli si contendevano l’onore di portare sulle spalle, rimase in paese dal 30 settembre al 7 ottobre, venendo esposta e venerata in ciascuna delle tre parrocchie di Piovene Rocchette. In occasione del bicentenario del 1977, l’arciprete di Piovene don Pietro Costa compose inoltre una “supplica” alla Vergine che da allora i fedeli recitano al termine di ogni messa celebrata nel santuario. L’invocazione, che si può leggere in una lapide murata all’interno della chiesa, a destra dell’ingresso, viene seguita dal canto Regina montis Summani, inno di origine ignota sulle cui note la messa si conclude.
(Tratto dallo speciale numero 2 di "Sulle vie della Grazia", in allegato alla Difesa del Popolo del 21 novembre 2010)