Il ricordo. Franco Marini, grande uomo delle istituzioni

"Mi colpiva la sua “franchezza” senza fronzoli e la capacità di focalizzare le priorità nelle difficoltà". Il ricordo di Giorgio Santini, già segretario confederale della Cisl e senatore della Repubblica per il Pd

Il ricordo. Franco Marini, grande uomo delle istituzioni

La notizia della morte di Franco Marini provoca in chi l’ha conosciuto una tristezza infinita che, però, si accompagna subito con un forte sentimento di gratitudine, per tutto quello che ha fatto durante la sua intensa vita.

Segretario generale della Cisl dal 1985 fino ai primi anni Novanta, periodo di crisi economica e sociale e di grandi tensioni nel Paese, dirige con equilibrio il sindacato per tutelare contemporaneamente le condizioni di vita dei lavoratori e la democrazia in Italia.

Esponente del cattolicesimo democratico intraprende poi con decisione l’ esperienza politica dove si distingue per la capacità di impedire una deriva conservatrice della crisi della Democrazia cristiana, impegnandosi in prima persona per la nascita del Partito popolare e, qualche anno dopo del Partito democratico dove confluiscono le diverse esperienze popolari, democratiche, solidaristiche, socialiste del nostro Paese.

La sua forte propensione per il dialogo e il confronto come fattore di crescita nella società e nella politica lo porta quasi naturalmente a diventare un uomo delle istituzioni, fino a svolgere prestigiosi ruoli nel Governo e come presidente del Senato, seconda carica dello Stato democratico.

Franco Marini ha continuato a impegnarsi fino a quando le forze l’hanno sostenuto. In particolare ricordo quando lui, “Alpino abruzzese da sempre”, si impegnò per organizzare le commemorazioni del centenario della Guerra del 1915-1918 per conto della presidenza del Consiglio.

Ho avuto il privilegio di conoscerlo e incontrarlo spesso prima nell’esperienza sindacale e poi anche nella fase dell’impegno nella politica e nel Parlamento. Mi colpiva sempre la sua “franchezza” senza fronzoli e la capacità di focalizzare le cose prioritarie da fare nelle situazioni di difficoltà, senza perdite di tempo. Ma restavo sempre colpito anche dalla sua disponibilità che lo portava spesso a chiamare per dare un consiglio o per sentire un’opinione sui fatti della politica e dei territori.

Lascia un vuoto nella vita sociale e politica italiana, lascia un vuoto nelle tante persone che hanno potuto condividere con lui esperienze e ricevere preziosi insegnamenti, quasi sempre con i fatti. Ma lascia anche una importante eredità politica e sociale a cui ognuno può attingere, asciugando le lacrime e prendendo il suo testimone nella staffetta dell’azione sociale politica, democratica e solidaristica.

Ciao Franco, ci sarai sempre di grande aiuto.

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