Il creato, il coraggio delle scelte, il genio della Storia. Le novità in libreria
La rubrica mensile di recensioni letterarie.
Chi sospettasse un tentativo di puro aggiornamento da parte della Chiesa alle problematiche ecologiche dovrebbe leggere questo “Il grande libro del creato” di Gianfranco Ravasi. Già il sottotitolo, Bibbia ed ecologia, ci riporta nel cammino millenario che il Grande Libro -assieme ad altri antichi testi- ci ha invitato a compiere con i continui riferimenti alla terra, le acque, i monti, le creature animali e i vegetali. È un lavoro, questo, che riassume tempi abissali attraverso l’avvento dell’uomo, il Giardino ancestrale, la necessità del cibo, l’accordo e poi la rottura tra noi e la natura. Ravasi riesce a porre la grande questione dell’antropocene al di fuori degli -ismi e delle celebrazioni impermanenti, delle parole d’ordine dettate mediaticamente. La questione Creato è molto più antica, scrive Ravasi, e se avessimo letto, da credenti e non, il grande libro scritto all’origine del tutto, non saremmo arrivati a questo countdown e al terribile problema della contraddizione tra fame e spreco. L’escursione di Ravasi va oltre le fonti e si sposta gradualmente verso i lidi della poesia, da intendere nel suo significato originario, quello di “poiein”, fare, agire, produrre, perché come aveva intuito il diciassettenne Rimbaud, guarda caso un poeta, in Grecia, strumenti musicali e versi ritmavano l’azione. E infatti questo libro ripropone – giustamente – il Gibran poeta che ammonisce a non mangiare oltre il bisogno, perché “metà del tuo pane appartiene ad un’altra persona e dovresti conservarne un pezzo per l’ospite inatteso” e molti scrittori che hanno dedicato pagine, siano esse celebri o sconosciute (come quella del contadino-soldato dell’armata rossa Aleksandr Zacepa) alla stupefatta contemplazione di un creato che improvvisamente appare nella sua bellezza, che fa dire all’uomo qualunque “sono felice solo perché ti ho conosciuto” poco prima dell’assalto in cui lascerà la vita. Un libro che permette di capire quanto necessità, ordine e bellezza siano una cosa sola, e quanto l’apparente estetica del creato sia tutt’uno con la reale necessità di ritrovare la preziosità del dono divino. E che ci permette di scoprire come il messaggio biblico e cristiano sia tutt’uno con il rispetto di quel dono, da condividere con chi in questo momento non può goderne come noi.
Gianfranco Ravasi, “Il grande libro del creato”, San Paolo, 2021, 457 pagine, 22 euro.
Uno scambio – come vedremo solo apparente – di ruoli in questo “Ai ritmi del cuore”. Una biblista, Rosanna Virgili, sposata e mamma, parla di vita consacrata, mentre una clarissa, Diana Papa, spiega il cammino comune alle coppie, tutte e due rivolgendosi ad un pubblico soprattutto di giovani. L’apparenza consiste nel fatto che in ambedue i casi si tratta di scelta, e che scelta. Sulla scorta dei passi biblici ed evangelici in cui il corpo -soprattutto il cuore- diviene una parte di un tutto che è comunque consacrazione (e la radice della parola in cui il “cum” si unisce al sacro per accentuare la dinamica di condivisione cosciente ci dice molte cose) le due autrici mettono di fronte i loro lettori al crollo di un falso mito, quello dell’io autoreferenziale che può e deve catturare quanto più possibile attenzione, eros, affetto, spazi vitali, merci. Questa è la condizione attuale della società occidentale che, guarda caso, ogni volta che ha attraversato periodi di crisi, ha presentato una situazione di decadenza in cui regnavano sovrani quegli pseudo-valori. E non è un caso che la rinascita sia avvenuta grazie ai valori di condivisione, comunità ed agape che le vecchie classi dominanti avevano lentamente e radicalmente rimosso. Come scrive giustamente la clarissa l’attuale “omologazione, anche del sentire e dell’agire si trasforma molte volte in attacco frontale alla persona”. Quello che – così ci dicono – dovrebbe servirci a difenderci in realtà si è trasformato prima in pesante armatura e poi in una prigione. E come mette ben in rilievo Virgili, il cuore è fondamentale per chi, scegliendo la vita consacrata, si pone in relazione anche affettiva e fraterna con l’altro-da-sé, facendo della sua sensibilità messa a disposizione dei sofferenti, un “cuore pensante”.
Rosanna Virgili, Diana Papa, “Ai ritmi del cuore. Giovani, vita consacrata e matrimonio”, 2018, EDB, 80 pagine, euro 8,50.
Le vittime del genio della storia, come pensò, anche se solo per qualche tempo, Hegel, non furono solo le dinastie monarchiche e le migliaia di uomini sacrificati a quel genio, ma anche due Papi che oltre al nome pontificio condivisero anche l’esilio, gli scatti umorali, l’aggressività di colui che però, si professava credente, cristiano nonché cattolico romano. Questa e altre contraddizioni vengono raccontate da Mario Dal Bello in “Morte al papato!” che, come spiega il sottotitolo riguarda soprattutto “il duello tra Napoleone e Pio VII”. L’autore è avvezzo a narrativizzare affabilmente eventi che hanno fatto la storia, come i rapporti tra nazismo e Pio XII, o l’eliminazione dei Templari, e anche stavolta, grazie anche all’aiuto di dialoghi immaginari – ma autorizzati dal percorso dei fatti – ci offre una duplice possibilità: di capire i caratteri dei personaggi e ripercorrere grazie ad una scrittura tesa alla cosa, referenziale e chiara, eventi che hanno fatto la storia dell’Europa e dell’Asia russa. Ne emergono le contraddizioni di un uomo di genio che, come sovente accade, viene ad un certo punto travolto da quella stessa genialità, fatta di azzardo, amor proprio, esorcizzazione della paura attraverso l’azione temeraria, istinto di sopravvivenza. Napoleone viene qui dipinto in questa sua essenza, duplice e contraddittoria, messa in evidenza da Georges Lefebvre: figlio militante, in tutti i sensi, della concezione illuministica e nello stesso tempo despota che sarà considerato traditore da alcuni degli stessi discepoli dei Lumi, persecutore della Chiesa e demolitore del suo Stato territoriale e però sedicente figlio di quella medesima Chiesa; le sue prese di posizione vengono, in questo libro, meglio chiarite per chi fosse rimasto interdetto da quella contraddizione vivente cantata per di più dallo scrittore cattolico per eccellenza, Manzoni, quando a Milano arrivò la notizia della sua dipartita. Come tutte le contraddizioni, oggetto di culto ma anche di obbrobrio.
Mario Dal Bello, “Morte al papato!”, Città Nuova, 2021, 243 pagine, 16 euro.