Il bello e il cattivo tempo del trasporto urbano. Le esperienze contrastanti tra criticità, carenza di personale e ruolo dei privati

Esperienze contrastanti negli spostamenti quotidiani di studenti e lavoratori dalla cintura urbana a Padova e viceversa. Dalle criticità emerse dal sindaco di Noventa a Limena “isola felice”, in mezzo la carenza di autisti per BusItalia. Albignasego si affida a un privato

Il bello e il cattivo tempo del trasporto urbano. Le esperienze contrastanti tra criticità, carenza di personale e ruolo dei privati

Ogni giorno centinaia di lavoratori e studenti usano i mezzi pubblici dai paesi della cintura urbana a Padova capoluogo, e viceversa. Le condizioni in cui si spostano attraverso i mezzi di BusItalia sono state però oggetto, in qualche occasione, di critiche e segnalazioni. In particolare si era fatto sentire con veemenza il sindaco di Noventa Padovana Marcello Bano, con una missiva inviata il 2 ottobre alla Provincia e al Comune di Padova. In essa lamentava disservizi lungo la linea 73 quali «corse saltate o che non compiono talune fermate previste, ritardi sistematici, scioperi mal segnalati ai fruitori del servizio». Con il paradosso, aggiungeva Bano, di indurre gli utenti a usare la propria auto e di aumentare l’inquinamento, in barba alle campagne ambientali. «Il sistema è al collasso» chiosava. Da qui un’esortazione all’azienda e agli enti gestori, il Comune di Padova e la Provincia, a discutere del problema con gli amministratori locali di tutta la cintura urbana. Tuttavia il vicepresidente della Provincia, Vincenzo Gottardo, allontana l’ipotesi di disagi prolungati: «Tutti questi problemi per l’utenza erano dovuti all’inizio del nuovo anno scolastico. E alla conseguente necessità di definire gli orari da parte dei vari istituti. Quando poi quegli stessi orari sono andati a regime, non ho più ricevuto segnalazioni di questo tipo. Il tutto al netto della cronica mancanza di autisti, perché purtroppo gli stipendi sono visti come poco remunerativi; ma è qualcosa che si manifesta in tanti altri settori. I mezzi in compenso non mancano: ne sono stati acquistati 13 di nuovi, tutti elettrici». In ogni caso le lamentele di Bano, che si faceva portavoce dei disagi dei propri concittadini, hanno dipanato una situazione non nuova nell’hinterland patavino, per quanto variegata. Perché, se da una parte si va da chi tratta la questione in maniera abbastanza serena, c’è anche chi ha dovuto arrangiarsi con il servizio privato. Al primo gruppo appartengono Sabrina Doni e Federico Barbierato, alla guida rispettivamente dei Comuni di Rubano e Abano Terme. «Non mi sono giunte lamentele specifiche – afferma Doni – So di qualche difficoltà nella prima settimana di riapertura delle scuole, ma era perché il servizio era ancora in fase di rodaggio». Neppure Barbierato riporta segnalazioni: «Solo qualche ritardo nei primi giorni di riapertura delle scuole, in seguito l’andazzo si è assestato. E noi siamo pure una realtà con due istituti superiori molto grandi all’interno dei propri confini, l’Alberti (tecnico commerciale e liceo, ndr) con 850 iscritti e l’alberghiero Pietro d’Abano con 600 frequentanti. Questo significa che parecchi studenti vengono da fuori e pertanto il flusso non si limita solo verso Padova città. Aggiungiamo i turisti che sfruttano le nostre terme: più di qualcuno si sposta con i bus pubblici e finora non ha protestato». Piuttosto, Barbierato fa presente i problemi oggettivi: «Il rincaro dei carburanti e la mancanza di personale ha ripercussioni anche sul servizio generale di BusItalia».

Ben più complesso è, invece, lo stato dell’arte per Albignasego, peraltro il municipio più popoloso a livello provinciale, dopo il capoluogo, con 26 mila abitanti. «Per il secondo anno consecutivo affidiamo il trasporto scolastico a una compagnia privata – spiega Valentina Luise, l’assessora preposta – Questa compagnia trasporta solo i ragazzi residenti nel territorio comunale ma in forma completamente gratuita, perché i soldi ce li mettiamo tutti noi come Comune». Cioè, le loro famiglie non devono spendere direttamente per abbonamenti e biglietti, basta solo una tessera per certificare la propria residenza. Il provvedimento è comunque frutto di cambiamenti rilevanti avvenuti negli ultimi tempi. «Fino al 2022 era in auge un accordo con BusItalia, secondo cui linee specifiche percorrevano il tragitto dalla frazione San Giacomo a Mandriola per poi proseguire nel territorio del capoluogo e nei pressi dei vari istituti superiori. La finanziavamo con 100 mila euro dalle nostre casse comunali e ne usufruivano anche ragazzi dalle vicine Casalserugo e Maserà. Poi tante corse sono state tagliate e così ci siamo dovuti arrangiare l’anno scorso all’ultimo con questo gruppo privato. Copre due tratte per chi frequenta le superiori, una da San Giacomo fino agli istituti agrari e allo Scalcerle di Brusegana, l’altra dal quartiere Sant’Agostino al liceo Cornaro e al Gramsci (zona patavina di San Paolo). Il tutto per 130 mila euro complessivi, cifra leggermente salita dai 112 mila del 2022. Ma ce la facciamo con il bilancio». Chi vive in una virtuale isola felice è Limena, il Comune più a Nord della cintura urbana. «I miei concittadini possono usufruire delle linee urbane ed extraurbane – afferma il sindaco limenese Stefano Tonazzo – Penso soprattutto ai tragitti extraurbani, che partono da Piazzola sul Brenta e Bassano del Grappa e percorrono le nostre vie con una certa frequenza giornaliera».

Il disegno di legge che riforma il trasporto locale
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Il 17 ottobre, la Giunta regionale ha approvato un disegno di legge che modifica la normativa sul trasporto pubblico, che conta 450 milioni di spostamenti l’anno, semplificando e migliorando l’efficienza del sistema che attualmente è frammentato. L’obiettivo è integrare il trasporto su gomma con il trasporto ferroviario in un unico bacino regionale. Ora si attende l’esame del Consiglio regionale.

Rinnovo

«Un finanziamento importante, pari a 161 milioni di euro, che ci consentirà non solo di continuare l’opera di ammodernamento della flotta mezzi regionale urbana ed extraurbana, implementando i mezzi ecosostenibili, ma anche di installare nelle varie sedi le strutture di ricarica degli autobus ad alimentazione alternativa». Parola dell’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Elisa De Berti: il provvedimento assegna alle aziende del trasporto pubblico locale le risorse necessarie per l’acquisto di autobus a metano, idrogeno o elettrico. Oltre 27 milioni di euro per il Padovano, circa 20 milioni per il Vicentino.

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