Il Natale d’estate alle Isole Salomone
Le festività rappresentano l’occasione per tornare nei propri villaggi d’origine visto che scuole e lavoro spesso sono lontani da casa. Anche per questa ragione la nascita di Gesù (nell’arcipelago la popolazione è in maggioranza cristiana) costituisce una grande festa. Regali semplici, messe partecipate fra canti e danze. Il presepe però è quasi sconosciuto
Anche alle Isole Salomone tutti aspettano il Natale! Da noi il Natale cade in estate (sapete, noi siamo capovolti rispetto all’Italia), quindi cade quando l’anno scolastico finisce e iniziano le vacanze estive.
Natale da noi significa “casa”.
Gli studenti tornano nei loro villaggi (qui le scuole sono per la maggior parte con l’internato). Anche le ditte chiudono e operai e impiegati tornano sulle loro isole di origine.
Estate da noi non significa andare al mare o in montagna, ma andare a casa, anche perché ci sono il mare e la montagna, essendo le Isole Salomone un arcipelago.
Per quelli che vivono già nei villaggi è una festa: tornano i figli, i papà e a volte anche le mamme, che lavorano in città, gli zii, e tutti portano regali, per lo più cose utili per la casa e per la vita quotidiana, come per esempio materassi, pentole, attrezzi per la coltivazione degli orti, bombole di gas per cucinare o, ultimamente, piccoli pannelli solari per avere almeno una lampadina sempre accesa di notte.
Naturalmente i papà e le mamme portano anche qualcosa per i loro bambini che li aspettano a casa: qualche vestitino nuovo o un giocattolo, che dovranno durare fino al Natale prossimo.
Alle Isole Salomone – un arcipelago dell’Oceania con numerose isole, nel Pacifico del sud – siamo tutti cristiani e quindi il Natale è soprattutto una festa religiosa. Tutti si preparano per la veglia di mezzanotte, che per ragioni di buio pesto e pericolosità nel tornare a casa attraversando foreste o fiumi di notte, di solito si celebra alle sei o sette di pomeriggio.
La messa è sempre e dappertutto ben preparata, con canti e danze dall’entrata all’uscita del sacerdote. Il presepio è quasi sconosciuto, viene allestito solo nelle chiese delle città.
Qui le parrocchie sono estesissime e per la maggior parte dei casi c’è solo una chiesa che copre un gran numero di villaggi.Così alla vigilia di Natale, la gente prende armi e bagagli e va a campeggiare nella missione dove c’è la chiesa:si portano anche pentole e piatti e cibo e poi, il giorno di Natale, si cucina tutti insieme e tutti hanno la loro porzione del pranzo di Natale.
Di solito, nel pomeriggio, ci sono giochi, recite natalizie, gare e tornei perché il Natale è ritrovarsi insieme e rinforzare i legami di amicizia con persone che magari si incontrano solo una volta all’anno, ma di cui non si dimentica il nome e l’appartenenza alla stessa famiglia o parrocchia.Anna Maria Gervasoni (*)
(*) missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice