Il Cuamm allarga l’impegno anche in Costa d'Avorio

Padova La novità, nella presentazione del bilancio sociale 2023: Medici con l’Africa Cuamm ha esteso le sue attività anche in Costa d’Avorio. È il nono Paese in cui opera l’organizzazione

Il Cuamm allarga l’impegno anche in Costa d'Avorio

Il solito, instancabile impegno, che si allarga e si espande con una grossa novità. È stato presentato venerdì 28 giugno a Padova il bilancio sociale 2023 di Medici con l’Africa Cuamm, che ha esteso le sue attività alla Costa d’Avorio, il nono Paese di intervento. Situata al 166° posto su 193 nella classifica dell’Indice di sviluppo umano, la Costa d’Avorio presenta indicatori di salute molto preoccupanti. Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione e ricerca operativa, ha spiegato: «Negli ultimi anni la Costa d’Avorio ha intrapreso un percorso di crescita, ma permangono grandi divari sociali, soprattutto tra nord e sud. Il nord è molto povero e instabile, tormentato dalle vicissitudini dei vicini Saheliani come Burkina Faso, Niger e Mali. In alcune aree, come il distretto di Abobo, c’è un solo ospedale con 120 posti letto per 750 mila abitanti. Le donne che partoriscono in ospedale sono costrette a farlo a terra. La formazione del personale sanitario è un altro grande bisogno: ci sono poche scuole con classi sovraffollate e frequentate per 18 ore al giorno. Ora ci impegniamo a migliorare i servizi sanitari, specialmente quelli materno-infantili, e a potenziare la formazione del personale locale». Nel 2023, Cuamm ha supportato il network dell’Unione dei religiosi per la salute e la coesione, ristrutturato ed equipaggiato 13 centri di salute, e formato il personale sanitario attraverso corsi in 71 centri di salute in nove regioni diverse. L’impegno è proseguito anche negli altri otto Paesi di intervento, dove sono stati assistiti oltre due milioni di pazienti, con più di un milione di visite pediatriche, oltre 300 mila visite pre-natali, quasi 267 mila parti assistiti, e migliaia di altre prestazioni sanitarie vitali. «Dietro a questi numeri ci sono vite, storie, persone, mamme e bambini – ha ricordato Fabio Manenti, responsabile del Settore progetti – Paesi con contesti stabili e di sviluppo come Uganda e Tanzania, e paesi instabili e fragili dove le emergenze umanitarie sono all’ordine del giorno. Ricordiamo che l’80 per cento delle migrazioni rimane in Africa ed è principalmente composta da sfollati interni che si spostano per insicurezza, carestia o cambiamenti climatici. L’Etiopia, per esempio, conta oltre tre milioni di sfollati interni a causa della recente guerra in Tigray, che ha causato diffusa instabilità. Il Sud Sudan, con oltre tre milioni di sfollati interni, ora affronta anche migrazioni di ritorno a causa della guerra in Sudan». Don Dante Carraro, direttore del Cuamm, ha concluso: «Anche quest’anno abbiamo garantito il diritto alle cure per i più poveri, in Africa. È nostro dovere essere vicino alle persone più fragili. La salute deve essere al centro: questo sarà il tema del prossimo Annual Meeting del Cuamm che si terrà a Torino il prossimo 16 novembre. Siamo grati a tutte le persone che condividono e credono nel nostro operato. Senza salute non c’è futuro».

L’attenzione del Cuamm è rivolta anche all’Italia

È Fulvia Caruso, volontaria Cuamm a raccontare una minima parte di questo impegno, in particolare a Padova, a supporto dell’Ufficio immigrazione, che accoglie una media di 250-300 accessi giornalieri: «Circa 20 volontari hanno donato oltre 12 mila ore del proprio tempo libero, garantendo la loro presenza dal lunedì al venerdì su due turni. Oltre a gestire la fase di accoglienza in modo da agevolare la ricezione delle pratiche e snellire le procedure degli sportelli, supportano centralino e back office».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)