I vescovi Usa: “giusto salario dia standard di vita conforme alla dignità della persona umana”
“La lotta dei lavoratori, dei poveri non è una questione sociale o politica: no! È il Vangelo, puro e semplice”. I vescovi americani scelgono le parole di Papa Francesco per celebrare il Labor day, la Festa del lavoro.
Al centro della riflessione della Conferenza episcopale c’è il diritto ad un giusto salario che “dà al lavoratore e alla sua famiglia uno standard di vita conforme alla dignità della persona umana”. Il vescovo Frank J. Dewane, presidente della Commissione per la giustizia e lo sviluppo umano, sottolinea che i progressi economici degli ultimi anni, i livelli record di produzione e di crescita, il calo della povertà e della disoccupazione, secondo i dati statistici raccolti dalle agenzie del Paese “non raccontano tutta la realtà” e soprattutto non tengono conto di chi, pur lavorando sodo non riesce ad arrivare a fine mese. Mons. Dewane mette in guardia dall’esaltazione del facile successo perché in questo momento negli Usa una persona su tre ha un reddito familiare inferiore al 200% rispetto alla linea di povertà federale fissata in circa 25mila dollari per un famiglia di quattro persone e questo significa che se tecnicamente i nuclei familiari sembrano sfuggiti alla povertà in realtà non sono in grado di soddisfare i bisogni base. E una conferma viene dalla stessa Federal reserve che nell’ultimo rapporto mostra che negli Usa quattro adulti su dieci non sono in grado di coprire un spesa imprevista di 400 dollari o fare affidamento ad un prestito o alla vendita di una proprietà personale.
“I lavoratori delle fascie più basse – continua Dewane – hanno visto i loro stipendi stagnare o addirittura diminuire nell’ultimo decennio”. Un’altra tendenza allarmante, nel Paese, è la costante disparità di reddito tra i diversi gruppi etnici e razziali e tra donne e uomini. Il vescovo spiega che nel 2016, il reddito familiare medio dei bianchi non ispanici era di 25.500 dollari in più rispetto a quello dei neri, e il guadagno medio delle donne era inferiore di 10.000 dollari rispetto a quello degli uomini, quindi l’esame dei dati economici “non può ignorare che la discriminazione basata sulla razza e il sesso influisce sulla giusta distribuzione dei salari”. I vescovi, riprendendo la tradizione della Chiesa, ribadiscono che l’economia “non è solo moltiplicare beni e aumentare i profitti, ma servire le persone e non il contrario”. Infine ribadiscono che il lavoro “è una forma di partecipazione alla creazione di Dio e quindi la dignità del lavoro deve essere protetta, i diritti fondamentali dei lavoratori devono essere rispettati, compreso il diritto a salari equi e dignitosi”.