Giornata dello sport, “quello sociale è visto come marginale: le associazioni chiudono”
Tiziano Pesce, nuovo presidente della Uisp, commenta la ricorrenza e lancia l'allarme: “Oggi ci sarebbe bisogno di più salute e più socialità a cominciare dai soggetti più esposti, come anziani e persone con disabilità. E invece sono proprio loro a pagare il costo più alto. E il decreto Sostegni non supporta le società sportive del territorio”
Si celebra lo sport, ma lo sport è in crisi: in particolare, lo sport sociale e per tutti. A lanciare l'allarme, nella Giornata internazionale dello sport, è il neopresidente della Uisp Tiziano Pesce che, interpellato da Redattore Sociale, coglie l'occasione per evidenziare la crisi in cui questa fetta del terzo settore versa. “La sensazione è che lo sport venga sempre un po’ dimenticato dall’agenda politica – afferma - Proprio l’esatto contrario di ciò che si propone questa Giornata dedicata allo sport e promossa dall’Onu che, non a caso, è stata giustamente collegata allo sviluppo e alla pace. A parole le sottolineature positive non mancano – ammette Pesce - ma nei fatti riscontriamo una grave sottovalutazione culturale: lo sport per tutti è visto come attività marginale, per riempire il tempo libero. Così si perde tempo e mancano vere politiche pubbliche per la diffusione dell’attività fisica e per la promozione della salute come chiede l’Organizzazione mondiale della Sanità”.
La crisi delle società sportive territoriali
Sottovalutazione culturale accompagnata da grande confusione: “Lo sport sociale e per tutti viene confuso con lo sport di alto livello tecnico, quello della preparazione olimpica dei campioni, quello delle Olimpiadi e del calcio super pagato. Settori che a causa della pandemia hanno anch’essi dei grandi problemi, ma si tratta di problemi diversi, che vanno trattati con provvedimenti specifici, senza semplificazioni che servono solo a confondere le acque”. E la preoccupazione è che proprio lo sport sociale paghi il prezzo più alto della crisi: “Ben venga questa Giornata internazionale dello sport, che deve servire a portare alla ribalta il blocco quasi totale delle attività. La preoccupazione è che se non arriveranno ristori adeguati, tante associazioni sportive del territorio saranno costrette a chiudere – osserva Pesce - Pensiamo alla grande difficoltà delle asd e delle società sportive di quartiere che gestiscono impianti sportivi pubblici e anche privati a tariffe sociali. C’è un tema di costi insostenibili in questo periodo di blocco delle attività. Costi che continuano a pesare su queste strutture di base non profit, come le utenze e gli affitti”.
E insieme alle associazioni, vanno in crisi i lavoratori: è il problema, non trascurabile, del “lavoro sportivo di migliaia di operatori e insegnanti di attività fisiche e motorie. Una fase storica tremenda per questi presidi, che potrebbero garantire una tenuta del nostro tessuto sociale, e che potrebbero portare avanti un grande lavoro sui temi della ripresa e promozione della salute”.
A pagare di più sono i più deboli
Tutto questo si ripercuote, naturalmente, sugli utenti di queste attività, che con queste perdono un'occasione spesso rara di crescita e socializzazione: “In questa situazione da 'si salvi chi può' nella quale versa l’associazionismo sportivo di base, il costo maggiore della crisi ricade sulle spalle dei soggetti più deboli, meno garantiti, delle minoranze – denuncia Pesce - Oggi, in una situazione di perdurante emergenza Covid-19, ci sarebbe bisogno di più salute e più socialità, a cominciare dai soggetti più esposti, come gli anziani e le persone con disabilità. E invece sono proprio loro a pagare il costo più alto. Certo, in molti territori si punta all’attività all’aperto, dove è consentita. Ma non basta. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni vengano adottate misure idonee di supporto alle associazioni sportive e alle decine di migliaia di lavoratori dello sport, che sono senza sostegno da dicembre”.
E il decreto Sostegni non centra l'obiettivo, “perché non contiene misure reali per supportare le attività delle società sportive del territorio. Proprio in questa Giornata facciamo quindi appello alla sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, affinché ci sia un impegno concreto e specifico del governo in questa direzione. Poi, una volta superata questa pandemia – conclude e annuncia Pesce - occorreranno piani di sostegno a lungo termine e si potrà pensare a una defiscalizzazione sulle iscrizioni alle attività sportive, oppure un bonus palestra: insomma, misure concrete a favore delle famiglie, ma al tempo stesso un sostegno per le società sportive”.
Chiara Ludovisi