Eros e agape. L’apertura a un orizzonte più ampio. Sabato 11 maggio al San Gaetano
Eros e agape: la combinazione di sentirsi vivi e dare senso alla vita
Sabato 11 maggio, alle18, la chiesa di San Gaetano a Padova ospita Giorgio Bonaccorso, monaco benedettino e docente presso l’Istituto di liturgia Pastorale di Santa Giustina, che interviene sul tema “Eros e Agape. L’amore tra vita e morte”, introdotto da Isabella Tiveron. «Il tema generale – chiarisce Bonaccorso – è quello di eros e agape: quali rapporti vi sono fra i due termini, che differenze e intrecci. Un rapporto particolarmente forte, alle volte anche dialettico. Di solito con eros si intende una spinta verso la conservazione e la riproduzione in termini biologici della specie. Ma questo non è l’unico valore semantico del termine. L’agape invece ha qualcosa dell’eros, ma tendenzialmente è aperto all’amore più donativo, alla fraternità». Tre gli aspetti che vengono presi in considerazione nel rapporto fra i due termini: eros emotivo, eros attivo ed eros cognitivo. «Sono tre sfere riprese dalle ricerche delle neuroscienze sulle dinamiche della persona umana che, in quanto organismo vivente, compie azioni che sono movimenti più intenzioni, le intenzioni sono costruite spesso emotivamente e quindi dalle azioni si passa alle emozioni. Tutto questo ha un effetto cognitivo che, con il passare del tempo, diventa nell’individuo anche conoscenza astratta». L’aspetto che emerge di più per l’eros è quello emotivo che porta a compiere azioni ed è alimentato da azioni. «Le esperienze emotive combinate con le azioni – aggiunge Bonaccorso – sono anche un modo di conoscere il mondo. Agiamo in base a quello che conosciamo e percepiamo, ma è anche vero il contrario, percepiamo e conosciamo diversamente a seconda di come agiamo. L’agire influisce sull’aspetto cognitivo e l’emotività è molto importante nell’azione». L’eros è una combinazione interessante e complessa perché ha tutte le diverse componenti. Così anche l’amore legato a Dio ha a che fare con azione, emozione e con l’aspetto cognitivo. Eros e agape sono inoltre legati alla vita e alla morte. «Il presupposto di tutto è che prima della verità, della bontà e della bellezza c’è la vita e, per quel che ne sappiamo, le religioni in genere sono legate prima di tutto alla vita. La Pasqua di Cristo ne è dimostrazione. Eros potremmo definirlo come il grande tentativo di fermare l’entropia biologica, cioè la morte. Poi si muore ovviamente, ma l’eros è dire che la vita vuole continuare e vuole resistere alla tentazione della morte. Grazie all’eros, almeno nel senso più elementare del termine, c’è una possibilità della continuità della vita. Poi c’è la distinzione fra l’opposizione vita-morte e l’opposizione senso della vita-senso della morte. O meglio sentirsi vivi e sentirsi morti. Eros ha a che fare con la vita che si oppone alla morte, ma proprio per la sua forza intrinseca fa sentire vivi contro il sentirsi morti. È molto importante». Un altro elemento che viene accennato da Giorgio Bonaccorso è il rapporto, o per meglio dire l’equazione, l’eros sta all’agape come la parte sta al tutto. «L’integrazione massima tra i due è in questo senso: l’eros è una parte dell’agape. C’è un eros che è un punto di partenza, un’esperienza che, in un modo o in un altro, facciamo tutti e poco per volta si può aprire a uno spazio e orizzonte più ampio che è l’agape. Il tutto non può esistere se non ci sono le parti. L’agape non può esistere senza eros, l’eros prende senso dal tutto. Un eros che si apre a orizzonti più ampi in qualche modo si apre all’agape. La combinazione di eros e agape è geniale, perché mette insieme il sentirsi vivo con il dare il senso alla vita».