Emilia-Romagna, approvata la legge per garantire il medico di base ai senza dimora

Approvata la proposta del consigliere regionale Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada, che permette alle persone senza casa di iscriversi a liste Ausl anche in assenza di residenza. “Questa è la prima legge regionale in questo senso: se qualcosa il Coronavirus ci ha insegnato è l'importanza della salute intesa come diritto collettivo”

Emilia-Romagna, approvata la legge per garantire il medico di base ai senza dimora

I senza dimora potranno avere un proprio medico di base. La Commissione Sanità della Regione Emilia-Romagna approva la legge che garantisce il medico di base a chi non ha una casa, anche in assenza della residenza sul territorio. Il progetto di legge, portato avanti dal consigliere Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di Strada, è considerato una piccola rivoluzione, visto che le persone senza casa fino ad oggi non hanno avuto un medico di riferimento: questo significa che non possono curarsi e, anche in caso di malattie infettive come il Covid, possono usufruire solo dei servizi del pronto soccorso.

“Questo comporta non solo l’impossibilità per le persone di curarsi tempestivamente e di fare prevenzione, ma anche un costo molto alto per la sanità regionale – spiega Mumolo –. Questa è la prima legge regionale in questo senso: se qualcosa il Coronavirus ci ha insegnato è l'importanza della salute intesa come diritto collettivo e non solo individuale, perché se non si curano tutte le persone ne soffriamo tutti, e non solo chi non riesce a ottenere le cure”.

La nuova legge prevede che i senza dimora (anche chi non ha una residenza), a seguito di segnalazione dei servizi sociali, possano iscriversi alle liste Ausl e avere un medico di base di propria fiducia, con la possibilità di prenotare esami e visite specialistiche. L’obiettivo è quello di ampliare la platea di coloro che possono esercitare il diritto alla salute e anche quella di razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche. I numeri infatti parlano chiaro: oggi ogni singolo accesso al pronto soccorso comporta per ogni singolo utente una spesa per lo stato dai 150 ai 400 euro, mentre il medico di base “costa” meno di 100 euro all’anno a persona. “La pandemia in corso ci ha insegnato che il diritto alla salute è un diritto collettivo oltre che individuale – conclude Mumolo –. Dare un medico anche alle persone senza dimora garantirà la loro salute e quella di tutti noi”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)