Don Lucio Nicoletto, vescovo in Cattedrale sabato 1 giugno. "Metti l’amore in tutto ciò che fai"
Don Lucio Nicoletto viene ordinato vescovo questo sabato in Cattedrale a Padova. Tutta la Diocesi di Padova è in festa – insieme a familiari e amici – per questo suo figlio
Non ha fatto i salti di gioia, mamma Paola Paluan, quando don Lucio le ha detto che il papa l’aveva nominato vescovo della prelatura di São Félix do Araguaia, in Brasile. «Se il Signore vuole così... va bene. In fondo... è sempre Lucio». Ce lo racconta a pochi giorni dall’ordinazione episcopale del figlio. Della nomina gliene ha parlato lui stesso, ma a Ponso – dove mamma Paola vive – è andato anche il vescovo Claudio per comunicargliela. «Mi ha detto che don Lucio è bravo. E io ho risposto: no, non lo è. È fatto così, non è questione di bravura. Lo stesso ho risposto a don Giuseppe Zanon, rettore del Seminario Maggiore ai tempi di Lucio. Mi ha detto che aveva un male, “che era un bene per gli altri, ma non per lui: è tanto sensibile”. Gli ho risposto: Lucio è fatto così!». Rossano ed Elisabetta, fratelli di don Lucio, gli rivolgono queste parole: «Sei entrato in seminario a 15 anni e per questo non abbiamo avuto molte occasioni per stare insieme, ma abbiamo sempre cercato di sfruttare al massimo il tempo che potevamo condividere. I weekend ad Assisi, le vacanze al mare o montagna hanno rafforzato sempre più il nostro volerci bene. I momenti più belli erano le lunghe serate estive fuori dalla porta di casa, al buio, a parlare di quello che ci stava succedendo, alla fine delle quali ognuno portava a casa consigli e spunti per vedere le cose con un’ottica diversa dalla propria». E ancora: «I nostri genitori ci hanno sempre insegnato a dare il massimo in tutto quello che facciamo senza chiedere niente in cambio, ad aiutare il prossimo senza un secondo fine ma soprattutto a farsi sempre guidare dall’amore. Gli insegnamenti di mamma e papà sono sempre stati assiomi della tua vita di sacerdozio e missione e grazie a questi hai costruito tanto, progetti, relazioni (e anche tante case) lasciando in tutte le persone incontrate e in tutte le comunità nelle quali hai lavorato un segno indelebile. Ti auguriamo di continuare a mettere l’amore in tutto ciò che fai come ci hanno insegnato mamma e papà perché, come dice il motto che hai scelto, senza l’amore non siamo niente». Un augurio giunge anche da Carceri, dove è nato il nonno materno – Aronne, commerciante – e dove Lucio ha vissuto con mamma Paola, papà Dino (mancato nel 2017) e il fratello Rossano (Elisabetta è nata dopo). La famiglia ha lasciato Carceri, per stabilirsi a Ponso, il giorno seguente la Prima Comunione del figlio (17 maggio 1981). «La nostra grande famiglia Paluan, che ha seguito don Lucio nella sua vita pastorale, gli augura buon ritorno in Brasile: che la sua esperienza sia ricca di buoni frutti e lo Spirito Santo lo accompagni e lo protegga nel suo apostolato».
Due cari amici di don Lucio – Andrea Mion e Geraldine Canazza – raccontano che si sono conosciuti «prima ancora che lui divenisse “don” e prima che noi ci sposassimo. Abbiamo condiviso il tempo delle rispettive scelte vocazionali, sostenendoci e incoraggiandoci reciprocamente, gioendo nei momenti felici e sorreggendoci a vicenda nei momenti tristi e difficili. Con discrezione e rispetto abbiamo lasciato che il Signore ci mostrasse tempi e modi per essere presenti e prenderci cura reciprocamente l’uno dell’altro. Questo ci ha permesso di condividere molto più di quello che avremmo immaginato, senza pretese e senza attese, ma lasciando fare a Lui. Ed è così che don Lucio, testimone del nostro matrimonio come noi lo siamo stati per la sua ordinazione presbiterale, padrino di battesimo dei nostri tre figli con i quali ha saputo mantenere un rapporto meraviglioso, a poco a poco è diventato molto più che un amico, un vero fratello “per scelta”». E ancora: «La paura di perderci, quando il Signore lo ha chiamato ad andare in missione in Brasile, è stata presto smentita dalla Grazia che il Signore ha invece riversato su tutti noi, nel momento in cui abbiamo iniziato a condividere questa meravigliosa pagina della sua e della nostra vita. La “missione a distanza” condivisa con don Lucio ci ha permesso di aprire mente e cuore a una realtà molto diversa da quella in cui abitiamo, arricchendoci enormemente come persone e come famiglia, così da diventare un “ponte” tra mondi diversi e al contempo complementari». Geraldine e Andrea concludono così il loro messaggio in vista dell’ordinazione episcopale di don Lucio: «La scelta del motto episcopale – “Senza l’amore non sono nulla” – esprime già chiaramente quale sarà il segno del suo ministero: lasciarsi condurre e abitare dall’Amore di Dio sempre, comunque, ovunque. E questo è anche l’augurio più vero che oggi desideriamo fargli: lasciare che il Signore continui a scrivere attraverso di lui pagine di vita che profumino d’eternità e che permettano di percepire che davvero Lui è qui e cammina con noi».
La parrocchia di Ponso. «Fai la tua strada con nel cuore la speranza»
Don Lucio ha vissuto l’infanzia a Carceri – dove abitava il nonno materno Aronne – e poi, a nove anni, la famiglia si è trasferita a Ponso. Qui, domenica 2 giugno, parenti, parrocchiani e amici si riuniscono per la sua “prima messa” dopo l’ordinazione episcopale e per stringerlo in un abbraccio di incoraggiamento. Il consiglio pastorale parrocchiale ha progettato un libretto – curato da Urbano Roveron e Matteo Trentin – che si apre con il saluto di don Lucio alla sua comunità di origine e raccoglie numerosi saluti: di don Andrea Ceolato (amministratore parrocchiale di Ponso e parroco di Carceri), Giovannina Toninello (vice del consiglio pastorale), Matteo Chiodin (sindaco) e Flavio Beggin (presidente pro loco). Poi sono state raccolte le testimonianza di don Raffaele Coccato (responsabile dell’ufficio diocesano di Pastorale della missione) e di alcuni missionari con don Lucio in Brasile. Il libretto, che è stato distribuito alle famiglie di Ponso, è corredato da numerose immagini del futuro vescovo a partire da quelle con mamma Paola e papà Dino, passando per l’ordinazione presbiterale, i compagni del Seminario, l’esperienza al Minore, la vita in Brasile... fino all’incontro con papa Francesco, il 20 giugno 2022, in occasione della visita ad limina apostolorum. La pubblicazione si chiude con una frase – che, per i curatori, è anche un augurio – della tesi di baccellierato di don Lucio dal titolo “Il laico in don Primo Mazzolari e nel giornale Adesso. Rivoluzione cristiana, rivoluzione d’amore” (relatore don Paolo Doni): «Il cristiano autentico sa che Dio è amore. Egli vuole assolutamente conoscere e capire il fratello, tutti i fratelli. Si sforza di diffondere la sua fede senza affettazione, senza complessi di colpa o di purezza. Il conformismo dei farisei non è del suo gusto; preferisce i cristiani che sono ignoranti a quelli di poca memoria. Si riconosce peccatore e anche modesto, ma il tormento dei suoi errori non lo paralizza affatto; crede nella bontà divina; fa la sua strada con nel cuore la speranza».