Decreto liquidità e sviluppo sostenibile, le proposte che aiutano l’Italia a "rimbalzare in avanti’”

Dalla semplificazione delle procedure amministrative all’accelerazione della transizione digitale: le misure contenute nel rapporto dell‘Asvis sulle politiche per fronteggiare la crisi da Covid-19 e realizzare l’Agenda 2030. Giovannini: "Ricostruire al più presto tutte le forme di capitale deteriorato dalla crisi, specialmente quello umano”

Decreto liquidità e sviluppo sostenibile, le proposte che aiutano l’Italia a "rimbalzare in avanti’”

Servono subito investimenti per sostenere il sistema produttivo, l’occupazione, l’istruzione e per arginare povertà e disuguaglianze, in linea con l’Agenda 2030 e il Green deal europeo. lo rivela il rapporto di ASviS pubblica il Rapporto “Politiche per fronteggiare la crisi da COVID-19 e realizzare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,  diffuso oggi, all’indomani dell’avvio della “Fase 2” e la graduale riapertura delle attività economiche e sociali fermate durante il lockdown, che valuta l’effetto della crisi sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile e propone azioni per stimolare la ripresa in linea con l’Agenda 2030 e il Green deal, proponendo una serie di azioni ritenute necessarie e urgenti per stimolare la ripresa. Al lavoro oltre 600 esperti, che operano nei gruppi di lavoro dedicati alle diverse tematiche dell’Alleanza.

Il Rapporto parte da un’assunzione: “Gli italiani sono ormai consapevoli non solo dei legami tra rischi ambientali e possibile insorgenza di pandemie, ma anche della fragilità dell’attuale sistema economico e sociale”. Come confermano le recenti rilevazioni di Ipsos e Eumetra, spiega l’Agenzia, è aumentata rispetto a pochi mesi fa la priorità assegnata alle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile. Per questo “anche le politiche di rilancio per superare la crisi dovranno seguire la stessa ottica: - chiede Asvis - maggiore sicurezza dei lavoratori, innovazione e capacità di cogliere le opportunità offerte dalla Green economy”.

“L’Italia deve decidere che direzione prendere: - sottolinea il portavoce Enrico Giovannini - se proseguire su quella indicata dalla Legge di Bilancio per il 2020, molto più orientata alla sostenibilità delle precedenti, e degli orientamenti strategici dell’Unione europea o se, in nome della crescita del Pil a tutti i costi, sacrificherà i progressi fatti o programmati per i prossimi anni, primo fra tutti il processo di decarbonizzazione, la sicurezza dei lavoratori e l’equità sociale”.

Il Rapporto rileva che lo shock da Covid-19 ha un grave impatto sul capitale economico (drastica riduzione della capacità produttiva, accelerata dalla caduta degli investimenti, e quindi dell’accumulazione di capitale; caduta della ricchezza attuale e prospettica), sul capitale umano (la disoccupazione e la sottoccupazione riducono le conoscenze degli individui; il lockdown ha un impatto negativo sulle attività formative nei confronti dei giovani, degli adulti e dei lavoratori) e sul capitale sociale (riduzione delle interazioni; difficoltà operative per il Terzo Settore). D’altra parte gli effetti sul capitale naturale, positivi nella fase di blocco delle attività socio-economiche, possono diventare negativi nella ripartenza, qualora non si adottino misure per lo smaltimento corretto di dispositivi di protezione individuali come mascherine e guanti, per ridurre l’uso di plastica monouso nelle attività di ristorazione, per evitare il ricorso generalizzato ai mezzi di trasporto privati e per evitare l’abbandono dei programmi di transizione ecologica e di decarbonizzazione.  Di fronte ai tanti e variegati riflessi della crisi, è il ragionamento dell’Alleanza, occorre un deciso cambio di paradigma produttivo, che consenta al paese di “rimbalzare in avanti”, scongiurando il semplice ritorno al passato, in coerenza con gli orientamenti europei, anche in vista dell’impiego delle ingenti risorse finanziarie che verranno messe a disposizione dall’Unione europea.

Il rapporto propone molte azioni trasversali e specifiche a favore dello sviluppo sostenibile, in tutte le sue dimensioni (economiche, sociali, ambientali e istituzionali) in linea con l’impostazione dell’Unione europea:  alcune delle proposte indicate hanno costi nulli o molto limitati per la finanza pubblica, rilevano gli osservatori, mentre altre richiedono significativi appostamenti di bilancio. “Spetta alla politica trovare il bilanciamento tra le diverse (e specialmente numerose in questa fase) esigenze. - spiegano - Ma va sottolineato come, a parità di saldi di bilancio, sia possibile riorientare molte delle attuali spese (comprese quelle che assumono la forma di sussidio) a favore dello sviluppo sostenibile. Si tratta, in altre parole, non di ‘fare cassa’, ma di cambiare l’impostazione di ciò che si fa, indicando anche alle imprese e ai capitali privati, la direzione di marcia che si intende intraprendere per il futuro, a breve e a lungo termine, dell’Italia”.

Si tratta di azioni che, osserva il Presidente Pierluigi Stefanini, “potrebbero essere utilizzate dal Governo per disegnare le politiche orientate a fronteggiare l’emergenza economica e sociale, nonché per disegnare quelle per il rilancio del Paese”. Ecco quelle che secondo gli esperti orienterebbero il paese verso  uno sviluppo maggiormente sostenibile:

Semplificazione delle procedure amministrative per consentire un’attivazione rapida degli investimenti pubblici, anche in vista di un utilizzo tempestivo dei futuri fondi europei;

Ripensamento del ruolo dello Stato, a integrazione e supporto dell’azione del settore privato, per la salvaguardia dei beni comuni e la promozione di comportamenti economici orientati al benessere di tutti. "Ciò comporta - si legge - l’accelerazione della transizione all’economia circolare, una maggiore protezione della salute e dei diritti dei lavoratori, l’estensione alle medie imprese dell’obbligo di rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale della loro attività, l’introduzione di finanziamenti con garanzia pubblica per lo sviluppo sostenibile".
Accelerazione della transizione digitale come driver per lo sviluppo sostenibile, da affiancare a misure per la conciliazione tra vita e lavoro (con particolare attenzione alla condizione femminile, che in questa situazione rischia di essere sacrificata) attraverso il welfare aziendale e lo smart working, con effetti positivi sulla mobilità e vantaggi per il clima e la qualità dell’aria.
Considerare centrale il capitale naturale, base della nostra salute, del nostro benessere e del modello di sviluppo, e promuovere un piano di azione per le politiche abitative, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Salvaguardare e rafforzare l’infrastruttura culturale, in ogni territorio e a livello nazionale, favorendo una relazione integrata fra mondi della cultura, dell’educazione e del turismo.
Cogliere la sfida della didattica a distanza per migliorare l’accesso alla conoscenza, la qualità dell’apprendimento, ridurre le disuguaglianze e offrire anche agli adulti occasioni di formazione continua lungo l’intero arco della vita.
Utilizzare rapidamente, e in un’ottica sistemica, i fondi di coesione europei e nazionali della programmazione 2014-2020 ancora non impegnati dallo Stato e dalle Regioni per progetti nel Mezzogiorno.

‘L’obiettivo delle politiche pubbliche deve essere quello di ridurre al massimo gli effetti negativi dello shock e stimolare la “resilienza trasformativa” del sistema socioeconomico. Per questo si devono “ricostruire” al più presto tutte le forme di capitale deteriorato dalla crisi, specialmente quello umano”, ha concluso Giovannini.

Insieme al Rapporto l'ASviS ha anche diffuso un'analisi del cosiddetto “Decreto liquidità" il decreto legge 23 dell’8 aprile “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”, alla luce dei17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nel mese di marzo l’Agenzia  ha condotto una prima valutazione qualitativa della crisi sull’andamento prevedibile degli oltre 100 indicatori elementari utilizzati, con riferimento all’Italia, per elaborare gli indici compositi per i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, pubblicati regolarmente dall’Alleanza e aggiornati al 2018 a febbraio scorso. La valutazione si è concentrata sugli effetti a breve termine della crisi (cioè nel corso del 2020), supponendo l’eliminazione delle attuali restrizioni alla mobilità delle persone e allo svolgimento delle attività economiche entro il mese di giugno.  La valutazione è stata effettuata pesando e bilanciando diversi fattori, come la caratteristica dell’indicatore, il suo comportamento negli anni della crisi 2008-2009, ecc.
Per i Goal 1 (povertà), 3 (salute), 4 (istruzione), 8 (condizione economica e occupazionale), 9 (innovazione) e 10 (disuguaglianze) l’impatto atteso è largamente negativo, mentre per i Goal 13 (lotta al cambiamento climatico) e 16 (qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide) ci si può aspettare un andamento moderatamente positivo.  Per i Goal 6 (acqua e strutture igienico-sanitarie), 11 (condizioni delle città), 14 (condizioni degli ecosistemi marini) e 17 (cooperazione internazionale), nel 2020 l’impatto dovrebbe essere sostanzialmente nullo, mentre per i rimanenti cinque Goal l’impatto non è valutabile (NV): in alcuni casi, spiegano, non è stato possibile immaginare una relazione chiara tra crisi e indicatore.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)