Dario Reda. Fraternità, l’incontro mondiale. L’abbraccio con il papa. Poi stupore e gratitudine
È stata un’esperienza davvero bella quella alla quale ho avuto modo di partecipare, all’incontro mondiale della Fraternità, che nella seconda edizione ha avuto come tema “Be Human”, essere o forse meglio sii, umano.
Qualche pensiero in libertà lo vorrei condividere. Il primo: ho fatto parte di uno dei dodici tavoli sulla fraternità, a quello che aveva a oggetto il digitale: come comunicare sui social media la fraternità e le parole ponte, come creare relazioni belle attraverso i social che talvolta sono veicoli di odio e divisioni tra le persone. Ma la cosa “strana” è che solitamente incontro una persona non a distanza, ma dal vivo, e poi lo scambio successivo attraverso i social. A Roma invece è stato il contrario perché la maggior parte dei presenti al tavolo digitale li conoscevo per la loro pagina social e c’è stata l’occasione di vederli di persona; quindi, diciamo, il contrario rispetto a come avvengono le conoscenze solitamente. Ed è stato strano, ripeto. Una domanda ulteriore che mi è frullata nella mente nei due giorni romani è stata questa: ma cosa ci faccio qua? Però mi sono sentito attorniato da tantissima bellezza: dalla Cappella Sistina, unita alla bellezza delle persone; penso per esempio alla moglie di Nelson Mandela, al musicista Allevi, all’amministratore delegato della Nasa, ma anche a Luciano Spalletti e Roberto Vecchioni. E mi è nato un senso di gratitudine unito a stupore e mi è venuto spontaneo legare questi sentimenti che ho provato alla solennità di Pentecoste e allo Spirito che soffia. La sorpresa è arrivata sabato scorso, durante l’incontro che tutti i partecipanti al Meeting hanno avuto con papa Francesco. Pensavo che il papa ci avrebbe dato un saluto da lontano o si sarebbe limitato alle prime file e invece ha voluto salutare personalmente tutti i presenti. Io, avendo uno stile piuttosto informale, ero vestito con una maglietta che ha la scritta “Perché i giovani non vengono più in chiesa?”, mentre quasi tutti i presenti erano con giacca e cravatta. Quando è stato il mio turno mi è venuto spontaneo chiedere al Santo Padre se potessi abbracciarlo. Papa Francesco mi ha risposto subito in senso affermativo ed è così che mi sono avvicinato a lui stringendolo forte e ricevendo dal papa una analoga stretta. Sono stati momenti brevi, ma davvero intensi. Al termine di questo fugace e inaspettato incontro con il papa Francesco sono rimasto senza parole e così per un bel po’, sicuramente sono rimasto colpito dalla lucidità e prontezza di papa Bergoglio, che sa mettere a suo agio ogni interlocutore.
Dario Reda