Dal Veneto un piano e un manuale per riaprire le attività produttive. Un Covid-manager in ogni azienda
In Veneto c'è voglia di ripartire e la Regione ha messo a punto un piano per riaprire le fabbriche in sicurezza. Dieci le azioni che le aziende dovranno mettere in atto scrupolosamente nell'ambito di un piano dei rischi Covid aziendale messo a punto da un referente interno. In venti aziende prenderà vita un progetto pilota allo scopo di monitorare la situazione e aggiornare il manuale che verrà inviato ai datori di lavoro.
Se dipendesse da lui, Luca Zaia il 4 maggio aprirebbe tutto «con gradualità e responsabilità». Il governatore del Veneto lo ha detto oggi in conferenza stampa dalla sala del Centro regionale della protezione civile da cui parla ai veneti ogni giorno dall’ormai lontano 22 febbraio. E le sue parole sono arrivate proprio nel giorno in cui viene presentato il piano per la riapertura delle attività produttive in Veneto nella cosiddetta fase 2, cioè proprio dal 4 maggio, decreti governativi permettendo.
Il lockdown di fatto non esiste più, ragione il presidente, dal momento che tra codici Ateco e richieste di deroga alle prefetture avvallate dal meccanismo del silenzio-assenso, le imprese aperte sono oramai la maggioranza. Chi ancora sottostà in modo ferreo ai regolamenti sono gli operatori dei servizi alla persona (parrucchieri ed estetiste in testa) e ristorazione e bar, che danno i segnali di maggior nervosismo.
Così nel pomeriggio di oggi – venerdì 17 aprile – l’assessore regionale al sociale e alla sanità Emanuela Lanzarin ha avuto un incontro in video conferenza con le parti sociali in cui ha presentato il piano “Fase 2 – Riapertura delle attività produttive” elaborato dalla Regione (in particolare dalla direzione Prevenzione e direzione Ict, Agenda digitale e Azienda Zero). L’idea della Giunta regionale è quella di far arrivare al Governo già lunedì le proprie proposte complete di suggerimenti delle associazioni di categoria.
Tra gli obiettivi principali: supportare le aziende in fase di rilancio, garantire la sicurezza sanitaria dei lavoratori attraverso un apposito “manuale della riapertura” e realizzare uno progetto pilota su una ventina di aziende con circa 3 mila lavoratori complessivi e il coinvolgimento dei medici del lavoro per raccogliere indicazioni epidemiologiche, organizzative e di processo.
Il manuale traduce in pratica le prescrizioni già indicate nei mesi scorsi da Organizzazione mondiale della sanità e Istituto superiore della sanità, fornendo una serie di operazioni concrete da realizzare per una riapertura della aziende in sicurezza. Ogni impresa dovrà quindi individuare al suo interno un Covod-manager che seguirà il processo, dovrà approntare un piano aziendale dei “rischi Covid” e applicare rigorosamente dieci indicazioni operative: igienizare e sanificare gli ambienti di lavoro, informare e formare tutto il personale, incentivare lo smart woorking e limitare le occasioni di contatto, rilevare la temperatura corporea di chiunque acceda alla sede, utilizzare guanti e mascherine, mantenere la distanza di almeno un metro tra le postazioni lavorative e negli ambienti comuni, promuovere una igiene scrupolosa delle mani e delle secrezioni, usare razionalmente i test diagnostici, tutelare i lavoratori più vulnerabili e gestire eventuali casi di positività al virus.
«È ormai chiaro che con questo virus si deve imparare a convivere, perché ne avremo a che fare a lungo. Ma l’economia, nel frattempo, non può e non deve morire – ha detto Zaia - Con questo Piano riteniamo di aver equilibrato due esigenze primarie come la salute della gente e la ripresa del lavoro. Abbiamo pensato prima di tutto ai lavoratori, perché saranno loro il vero cuore della ripartenza e per nessun motivo al mondo dovranno essere esposti a rischi inutili. Se non si è in grado di garantirli, allora non si apra».
La Regione fornirà poi alle aziende supporti per la formazione dei datori di lavoro, dei Covid-manager e dei lavoratori. Oltre a questo le imprese potranno accede a un sistema di verifica dei livelli di rischio dei lavoratori, sulla base dei dati del sistema di biosorveglianza regionale. Infine verrà predisposta un’applicazione per smartphone rivolta ai lavoratori per inviare loro informazioni, ma anche raccogliere autodiagnosi e altre funzionalità che lo scenario futuro potrebbe richiedere.
Supporto psicologico
Sempre nella conferenza stampa quotidiana da Marghera, l'assessore Lanzarin ha fatto il punto sull'attività del servizio di supporto psicologico Inoltre nato nel 2012 in occasione della grande crisi economica e ora rivolto anche ai malati e alle famiglie dei pazienti positivi o dei defunti a causa della pandemia da Coronavirus in corso. Dal 19 marzo al 14 aprile sono 2.500 le telefonate giunte al numero verde 800 33 43 43. Oltre mille i colloqui individuali che il pool di psicologi esperti ha sostenuto in questi 25 giorni
La stagione estiva
Il presidente Zaia si è poi detto certo che la stagione estiva non è affatto da considerarsi persa. A fronte delle gravissime perdite del comparto turistico - il primo del Veneto con un fatturato pari a 18 miliardi di euro nel 2019 - a luglio, assicura Zaia, le spiagge si riempiranno. Di turisti stranieri, forse, viste anche le buone performance della Germania contro il virus (l'indice di contagio R0 è allo 0,7, cioè ogni cittadino positivo tedesco in media non è in grado di contagiarne uno di sano). Ma soprattutto, si augura Zaia, di connazionali e di Veneti che andranno a dar man forte ad albergatori e ristoratori di casa nostra. Scetticismo invece sulla possibilità di installare cabine di plexy glass nelle spiagge venete.
Le elezioni regionali
Una battuta infine sulla direzione intrapresa dal Governo per la gestione delle elezioni regionali 2020 (oltre alla tornata del 26 gennaio in cui hanno votato Emilia Romagna e Calabria). Lunedì in Consiglio dei ministri dovrebbe passare il decreto proposto dalla ministra dell'Interno Lamorgese che crea una finestra elettorale sganciata dalle Amministrative che permetterebbe a Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta di votare tra luglio e ottobre. Una soluzione apprezzata da Zaia che ha fatto intendere che i veneti sarebbero chiamati alle urne il prima possibile, a luglio.