Covid, “ecco perché ho deciso di vaccinare subito anche i disabili gravi”

Parla Franco Romagnoni, il medico che a Ferrara ha scelto di vaccinare subito anche le persone con una grave disabilità dei centri socio-riabilitativi residenziali. “Sono fragili e fanno fatica ad accettare i dpi”. E lancia l’allarme: “Le persone con demenze che non vivono in struttura rischiano di essere private del diritto di vaccinarsi”

Covid, “ecco perché ho deciso di vaccinare subito anche i disabili gravi”

Ho chiesto di poter vaccinare subito anche le persone con una disabilità grave residenti dei centri socio-riabilitativi residenziali e mi è stato consentito. Quindi sì, gli ospiti dei csrr dei tre distretti dell’Azienda Usl di Ferrara sono state vaccinate. Si tratta di un’ottantina di persone in tutto”. A parlare è Franco Romagnoni, medico geriatra e direttore delle attività socio-sanitarie dell’Azienda Usl di Ferrara: Romagnoni, nelle scorse settimane – quindi in piena fase 1 della campagna di vaccinazione – ha vaccinato anche i disabili gravi dei csrr del territorio, scavalcando lo stop vigente a livello nazionale.

Dottore, come ci è riuscito?
L’accesso alla vaccinazione delle persone con disabilità è un tema che noi, nelle nostre attività socio-sanitarie, abbiamo nel mirino da tempo. Seguiamo, infatti, molte persone ultra sessantenni con una disabilità grave, e ci è subito sembrato evidente che necessitassero di essere vaccinate con urgenza. Sul nostro territorio alcuni csrr sono inseriti nelle medesime strutture che ospitano le cra: vaccinare gli ospiti anziani e il personale sanitario e lasciare scoperte, perché non previsto dalla legge, le persone con una disabilità grave della struttura adiacente ci è sembrato iniquo. In questi casi, la comunità residente è come se fosse unica: la non omogenea somministrazione del vaccino avrebbe anche potuto significare un’efficacia ridotta. Così ho chiesto e ottenuto di poter vaccinare anche le persone con disabilità di quelle strutture. Ma a quel punto si poneva un nuovo problema.

Quale?
Vaccinare solo i disabili gravi dei csrr all’interno di comunità polivalenti e non quelli delle altre strutture convenzionate sul territorio ci sembrava ingiusto. Così ho un po’ forzato la mano e ho chiesto di vaccinare anche gli altri: mi è stato consentito e l’ho fatto. Ora tutti i circa 80 residenti nei csrr dei tre distretti dell’Azienda Usl di Ferrara sono vaccinati. Sono sempre stato fiducioso, anche perché la mia richiesta era supportata da evidenze epidemiologiche scientifiche.

Quali, precisamente?
Sin dalla prima fase i focolai sul nostro territorio hanno interessato strutture per persone con una disabilità grave. Queste realtà, l’abbiamo capito subito, erano a rischio. Non solo: l’evoluzione della malattia, per queste persone, era spesso particolarmente severa. Ricoveri ospedalieri, decessi. Anche dal punto di vista della diffusione del contagio, poi, c’erano segnali di allarme: le persone con una disabilità grave sono meno attente a proteggersi e a non rendersi pericolose per gli altri. Spesso trovano i dpi scomodi, non ne comprendono la necessità. Ancora, hanno poca accompliance con il trattamento: per loro tenere l’ossigeno, per esempio, è un problema, un po’ come succede con i pazienti con demenza, che tendono a levarsi sempre il supporto. Ultimissima constatazione, la persona con disabilità spesso invecchia precocemente: per tutti questi motivi ho convinto la direzione a inserire anche questi soggetti a rischio nella fase 1.

Avevate le dosi di vaccino per vaccinare le persone con disabilità?
Abbiamo vaccinato le persone gravemente disabili solo dopo aver vaccinato gli ospiti anziani e il personale socio-sanitario delle strutture, quando ancora non si era partiti con la campagna di vaccinazione degli over 80 a domicilio. Tra l’altro, in quei giorni ancora non si era manifestato il problema dei ritardi nelle forniture. I numeri ridotti – circa 80 persone, come detto – ci hanno dato una mano.

Lei ritiene che le persone con una disabilità grave dovessero essere inserite nella fase 1 del piano vaccinale nazionale?
La discussione sulle priorità è molto complessa. Posso dire che, dal mio punto di vista – il territorio di Ferrara – ho ritenuto molto opportuno vaccinare subito i disabili gravi delle residenze. Come detto, si tratta di un’evidenza territoriale.

Come prosegue la campagna vaccinale?
Stiamo somministrando i richiami, entro pochi giorni finiremo. Nel frattempo stiamo lavorando per recuperare i vaccini nelle sedi di focolaio: per ora abbiamo inviato gli operatori nelle sedi fisse, appena ci saranno le condizioni vaccineremo gli ospiti. Ora si apre la fase delle vaccinazioni a domicilio per le persone anziane che fanno fatica a recarsi nei punti vaccinali, fase che richiederà particolare impegno. Ed è qui che si apre una nuova questione: il caregiver della persona fragile va vaccinato o no?

Lei cosa risponde? Il caregiver va vaccinato subito?
Per me, in analogia con quello che è stato fatto nelle strutture, la risposta è sì, anche il caregiver va vaccinato. Ma potrebbero esserci problemi con le disponibilità di vaccino. Vorrei anche mettere l’accento su di un altro problema.

Quale?
Parlo delle persone incapaci di dare un consenso consapevole e che non hanno un amministratore di sostegno: a oggi rischiano di essere escluse dal diritto di vaccinarsi. Mi riferisco alle persone con una demenza che non hanno nominato un tutore. E attenzione: non sono poche, solo in Emilia-Romagna si parla di migliaia di persone. Ritengo che, su questo punto, il legislatore dovrà trovare una soluzione. Per gli ospiti delle strutture residenziali esiste la possibilità di nominare come amministratore straordinario il medico della struttura o un delegato del direttore sanitario, come sono io sul mio territorio. Ma chi vive a casa che fa? Per la legge, in questo momento non potrebbe avere la firma di consenso. È un tema da programmare e pensare, perché fa riferimento alla fase alle porte, quella della vaccinazione delle persone ultra ottantenni e, come noto, le demenze colpiscono maggiormente le fasce più adulte della popolazione. È impossibile non porsi questo problema.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)