Covid, Federanziani: “Quasi 30 mila morti da inizio anno, sulla tutela nessun passo avanti”
Messina: “La sensazione è che poco o nulla si sia riusciti a fare fin qui per mettere in sicurezza quella fascia di popolazione, gli over 80 e i fragili, che sono i soggetti più a rischio. Irrazionale chiudere le scuole e lasciare che si portino i bambini dai nonni”
“A un anno di distanza dall’inizio della pandemia, con 103 mila vittime, di cui quasi un terzo (28.842) solo dall’inizio di quest’anno, con una media di 331 morti al giorno nel mese di marzo, l’Italia quasi completamente in zona rossa e una campagna vaccinale che procede a singhiozzo, la sensazione è che poco o nulla si sia riusciti a fare fin qui per mettere in sicurezza quella fascia di popolazione, gli over 80 e i fragili, che sono i soggetti più a rischio per il Covid”. E’ quanto dichiara Roberto Messina, presidente nazionale di Senior Italia FederAnziani. Che aggiunge: “Dalla nostra manifestazione del nove marzo scorso dedicata alle centomila vittime del Covid, il numero dei morti è aumentato di quasi altre tremila unità. Quasi tremila morti in otto giorni, come sempre anziani, nonostante le rassicurazioni ricevute da diversi esponenti delle istituzioni sul tanto atteso ‘cambio di passo’”.
“Gli anziani vogliono vaccinarsi, non ne possono più, e invece ancora riceviamo ogni giorno centinaia di segnalazioni da tutta Italia di over 80, malati oncologici, persone anziane con diabete, malattie cardiovascolari e altre forme di fragilità che ancora non hanno idea di quando saranno chiamati e non riescono a ricevere informazioni o rassicurazioni – continua Messina -. A ciò si aggiunga che con tutta l’Italia (fatta eccezione per la Sardegna) nuovamente in zona rossa, l’ansia e la depressione tornano a dilagare tra i senior, ancora una volta chiusi in casa, isolati, in grande difficoltà e senza alcun supporto psicologico. La cosa paradossale è che si blinda il Paese, si chiudono le scuole di ogni ordine e grado, con moltissimi genitori che dovendo continuare a lavorare non hanno la possibilità di accudire i loro figli, e al tempo stesso si lascia aperta la possibilità, riconosciuta dall’ultimo decreto, di affidare i bambini ai nonni. Dunque chiudiamo tutto per evitare i contatti interpersonali e i contagi ma lasciamo che avvengano proprio quelli più rischiosi, ovvero tra i bambini in età scolare e i nonni, anzi, li rendiamo praticamente inevitabili dato che moltissime famiglie, trovandosi dall’oggi al domani senza scuole né asili e senza nessun aiuto per accudire i figli, si sono viste costrette a ricorrere ai nonni, magari facendo la cosa più sconsigliata di tutte, ovvero lasciare i bambini a dormire a casa dei nonni per giorni interi”.
“Ma la principale ragione di sconforto – conclude Messina - è il procedere a rilento della campagna vaccinale, che ora subisce una drastica battuta d’arresto con la sospensione del vaccino AstraZeneca, decisione che avrà conseguenze pesantissime, allontanando ulteriormente l’obiettivo dell’immunità di gregge e pertanto della messa in sicurezza di tutta la popolazione, generando in quest’ultima disorientamento e sfiducia”.