Covid, Cnca: "Vaccinare gli operatori socio-educativi"
Il Coordinamento chiede di inserire tra le categorie prioritarie della campagna chi opera nei luoghi comunitari, comprese le comunità socio-educative, le comunità familiari e le famiglie affidatarie. E di "evitare disparità di trattamento in base alla regione in cui si opera"
Inserire gli operatori socio-educativi tra le categorie prioritarie nella campagna di vaccinazione per il Covid-19, al pari degli operatori sanitari e socio-sanitari. Lo chiede il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca).
"La federazione richiama ancora una volta le istituzioni, e in particolare il governo, a considerare l'enorme contributo sempre garantito in questo anno di pandemia da parte delle diverse realtà del sociale e dell'accoglienza e a non sottovalutare il ruolo e l'impegno umano e professionale che gli operatori socio-educativi hanno dato al paese, portando avanti una moltitudine di servizi essenziali e mettendo a rischio sé stessi per non far mancare il proprio sostegno alle persone più fragili e vulnerabili, che spesso sono anche le più difficili da raggiungere e da curare. - si legge in una nota - Si pensi, per fare qualche esempio, alle comunità di accoglienza per minorenni, all’accoglienza delle persone migranti, ai servizi a bassa soglia (drop in, unità mobili, lavoro di strada con gli adolescenti, dormitori...), agli operatori che svolgono educativa domiciliare, alle case rifugio per le donne e i bambini vittime di violenza. Questo grande sforzo, finora, non ha goduto di adeguato riconoscimento da parte delle istituzioni, come ci pare stia avvenendo anche nella fase della vaccinazione.
Il Cnca sottolinea che, nel considerare prioritaria la copertura vaccinale per le comunità, "occorre far riferimento non solo alle comunità sanitarie e socio-sanitarie, ma a tutti i luoghi comunitari, comprese le comunità socio-educative, le comunità familiari e le famiglie affidatarie". Infine, la Federazione ritiene "inaccettabile la grande disparità di trattamento che, nella campagna di vaccinazione, subiscono gli operatori sociali a seconda della regione in cui operano. Pertanto, il Cnca chiede a governo e Regioni di definire degli indirizzi univoci in merito"