Coronavirus. Oltre mille volontari per Padova. Il sindaco: “Orgoglioso”
A poche settimane dal lancio del progetto “Per Padova noi ci siamo”, promosso da Comune, diocesi e Csv, continuano a crescere le adesioni e le donazioni. Raccolti oltre 10 mila euro. Alecci, presidente del Csv: “Ciò che sta dimostrando Padova è una grande risposta di solidarietà e vicinanza”
Superata la soglia dei mille volontari che hanno aderito a “Per Padova noi ci siamo”, il progetto lanciato in questi giorni di emergenza coronavirus dal Comune, dalla diocesi e dal Csv di Padova. La risposta dei volontari non si è fatta attendere e continua a crescere, assicurano dal Csv di Padova, con un 30 per cento di adesioni più alla settimana. Un incremento che permetterà di implementare le azioni in un anno davvero particolare per Padova, ovvero quello in cui è Capitale europea del volontariato. I numeri del progetto, così, diventano di giorno in giorno più importanti. Dei 1.025 volontari ne sono stati attivati circa il 30 per cento, spiega una nota del Csv di Padova, per più di mille ore di volontariato svolte. Sono 186, invece, gli esercenti inseriti nella mappatura geolocalizzata per agevolare i servizi, oltre 600 le mail arrivate e più di 130 le telefonate al numero dedicato (0498686849) che ha raccolto le disponibilità di volontariato, di contributi economici o organizzativi. Sono più di 4 mila, invece, le chiamate e le email dei cittadini al Comune per la raccolta dei bisogni (0492323009 e chiamacipure@comune.padova.it). Tra gli altri numeri dell’iniziativa ci sono anche le 200 le famiglie raggiunte con la spesa e i farmaci a domicilio solo negli ultimi 7 giorni; 500 mascherine distribuite a 8 associazioni o altri enti del territorio per assicurare un servizio in sicurezza da parte degli operatori e 4.200 i buoni spesa consegnati a 349 famiglie in collaborazione con il Comune di Padova. Il Csv di Padova ha inoltre implementato un piano per la formazione dei volontari. “Per la prima settimana sono stati prodotti e inviati ai volontari 3 video su Conoscere il Csv e il progetto, essere volontari e la comunicazione - si legge nella nota -. Oltre alle video lezioni è stato proposto un questionario per permettere il monitoraggio dell'acquisizione delle competenze”. Tra le azioni particolarmente significative promosse dai volontari nel corso della settimana, si segnala l'attivazione di un gruppo di volontari di Officina Sociale che seguono, insieme ad altri volontari, l'accoglienza diurna delle persone senza dimora accolte nella struttura di Città So.La.Re grazie alla Caritas. Tanti i progetti “paralleli” che in questi giorni hanno aderito alla proposta di Comune, diocesi e Csv di Padova. Come quello di Coldiretti con la “Spesa sospesa” al mercato generale e nei punti Campagna Amica. “L'accordo tra Coldiretti, Csv e Diocesi è di una consegna periodica dei prodotti da distribuire alle persone seguite da Caritas e dalle associazioni aderenti alla rete del progetto Per Padova noi ci siamo - spiega la nota -. La prima consegna è stata di 500 kg di prodotti raccolti e consegnati all'associazione Mimosa per le comunità di accoglienza delle donne vittime di tratta. Le consegne saranno settimanali”. Altro progetto attivato in questi giorni è quello realizzato in collaborazione con le Consulte di quartiere. “Si chiama Connessioni solidali condivise e nasce da un'idea semplice - spiega il Csv di Padova -: spesso nei condomini ci sono alcune connessioni internet chiuse e allo stesso tempo persone che non hanno la connessione, tra cui anche ragazzi e bambini che non riescono così ad accedere alla didattica a distanza. L'invito è quindi a condividere la propria connessione con chi non ce l'ha, segnalando la disponibilità tramite una locandina appesa all'interno del condominio o di un luogo di passaggio”. “Dare notizie positive in questi giorni così difficili per il nostro Paese è un orgoglio - spiega Emanuele Alecci, presidente del Csv Padova -. Siamo vicini ai familiari delle vittime e a quanti stanno quotidianamente affrontando il coronavirus e ciò che sta dimostrando Padova è una grande risposta di solidarietà e vicinanza. Siamo a più di mille volontari, ma non ci fermiamo. In questa fase è molto importante che continuino ad arrivare disponibilità, perché lo scopo non è quello di far fare qualcosa a tutti ma di rispondere ai bisogni in una stretta logica di prossimità per limitare gli spostamenti. Per questo più sono i volontari disponibili, meglio si riesce a coprire tutto il territorio e attivare le risposte più vicine ai bisogni. Continuiamo quindi a raccogliere le disponibilità e accogliamo con entusiasmo le molte proposte che ci stanno arrivando”. Intanto prosegue la raccolta fondi attivata in contemporanea col progetto. “Abbiamo superato il primo scoglio di 10 mila euro - continua Alecci -, ma le necessità aumentano di giorno in giorno quindi contiamo presto di arrivare all'obiettivo prefissato di 61 mila euro”. Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, si dice “orgoglioso di una città che si sta distinguendo in tutta Italia per rapidità, efficienza e vicinanza ai più fragili in questa drammatica emergenza - spiega -. Ho detto città e non amministrazione, perché è tutto il sistema che si muove. Un sistema fatto di centinaia di volontari, di realtà preziose che operano da anni in favore dei più fragili, di cittadini che si mettono a disposizione e donano in varie modalità. Questo è il più concreto dei frutti che suggella pur in questa fase difficilissima Padova Capitale Europea del Volontariato 2020. Questi tempi duri ci hanno stretto ancora di più gli uni con gli altri, spingendoci a fare squadra e a dare il meglio per onorare questo riconoscimento nella maniera più concreta possibile”.
Anche il Centro europeo del volontariato da sentire la propria vicinanza, con un messaggio della presidente Lejla Sehic. “Questo virus ci ha ricordato la nostra fragilità e interdipendenza, e quanto sia importante che tutti abbiano le stesse opportunità - spiega Sehic -. La crisi ha reso più visibili i nostri problemi esistenti. La povertà, l'accesso limitato alle cure sanitarie, l'atteggiamento verso gli emarginati, la stigmatizzazione dei malati, le fragili democrazie, il populismo e le notizie false sono solo alcuni dei fenomeni che possono rendere la vita di alcuni più difficile. Per questo è importante che le organizzazioni della società civile agiscano e coinvolgano i volontari per promuovere i valori della solidarietà e dell'uguaglianza sociale, per mettere in guardia contro la disuguaglianza, l'emarginazione e la discriminazione, per cercare la trasparenza e il rispetto dei diritti umani, per condividere le loro competenze con gli altri, per aiutare a raggiungere e aiutare le persone in difficoltà e per condividere storie buone e positive. Questo è, al momento, il contributo più prezioso per la salute, la vitalità e la resilienza della società”.