Coordinamento italiano Adhd: “Troppi contenuti social fuorivianti su Disturbo da deficit di attenzione e iperattività”

La preoccupazione delle associazioni: “Indicazioni scientificamente infondate e clinicamente inesatte evidenziano il rischio di un mancato trattamento del disturbo”

Coordinamento italiano Adhd: “Troppi contenuti social fuorivianti su Disturbo da deficit di attenzione e iperattività”

“Esprimiamo la nostra profonda costernazione e forte preoccupazione per l'escalation di video, post e reel riguardanti il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Adhd) sui vari canali social. Purtroppo, sempre più frequentemente assistiamo a interventi di individui/influenzer/comici/ballerini privi di titoli medici e adeguata formazione medico-scientifica e clinica, i quali dispensano consigli e rimedi per la gestione dell’Adhd, arrivando addirittura a negare l'esistenza stessa di questo disturbo. Tali affermazioni, unite a giudizi e discredito nei confronti dei professionisti del Servizio sanitario nazionale e dei genitori, sono inaccettabili”. Così la presidente del Coordinamento Italiano delle Associazioni Adhd, Cristina Lemme, in una nota diffusa anche a mezzo social.

Nella nota si precisa che ricevere una diagnosi di Adhd rappresenta un momento di grande fragilità per la persona coinvolta e la sua famiglia. E se a questo si aggiunge il fatto che la diagnosi stessa ricade nell'ambito della salute mentale, il fardello diventa ancora maggiore. Una condizione che richiede molta resilienza ed amore, altro che mancanza di amore, come viene affermato banalmente su molteplici contenuti social. “Le famiglie – si legge ancora nella nota – si trovano ad affrontare stigma, resistenze di ogni tipo ed emarginazione, vivendo quotidianamente sofferenze che non possono essere sottovalutate. Parlare dell’Adhd o di altri disturbi mentali, richiede competenze e soprattutto responsabilità. “Quando i toni utilizzati sono svalutanti e squalificanti, si percepisce una chiara intenzionalità, i cui motivi rimangono ignoti, ma spesso poi ci si rende conto che sussistono altri fini – precisa Lemme –. Giudizi negativi, affermazioni infondate e opinioni non basate su scientificità, che delegittimano, discreditano o denigrano hanno un impatto dannoso e contribuiscono a creare stigma e disinformazione. Per questo il Coordinamento Italiano Adhd, riteniamo indispensabile contrastare il continuo disconoscimento sull’esistenza del disturbo, la continua critica nei confronti delle famiglie e dei professionisti che si dedicano al trattamento delle persone con Adhd”.

“È nostro dovere proteggere i diritti e la dignità di chi vive questa condizione. Il Coordinamento Adhd Italia, insieme alle associazioni di famiglie e pazienti che ne fanno parte, da sempre sostiene la necessità di una corretta divulgazione scientifica sul disturbo. Per questo invitiamo tutti a verificare le fonti delle informazioni diffuse sui social media ed altri canali, e a considerare la formazione clinica e scientifica di chi si fa portavoce di tali affermazioni. Indicazioni scientificamente infondate e clinicamente inesatte evidenziano il rischio di un mancato trattamento del disturbo. Solo attraverso un approccio evidence-based e rispettoso potremo garantire il supporto adeguato a coloro che quotidianamente affrontano le sfide legate all'Adhd”, conclude la nota.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)