Caritas: l'accoglienza di chi è in difficoltà abitativa con Adam e Gruppo R. Una casa per ripartire, ma c’è molto di più

Un tetto, intanto. E subito dopo l’impegno verso la riconquista della propria vita. A Padova la Caritas diocesana – in collaborazione con l’associazione Adam e la cooperativa Gruppo R – continua ad accogliere in appartamento persone che vivono in uno stato di disagio sociale, persone senza dimora e persone in difficoltà abitativa temporanea.

Caritas: l'accoglienza di chi è in difficoltà abitativa con Adam e Gruppo R. Una casa per ripartire, ma c’è molto di più

Andrea Rigobello, responsabile per conto della cooperativa Gruppo R dei progetti di accoglienza racconta: «Questi progetti hanno nel tempo avuto diverse sfaccettature, però come minimo comune denominatore c’è sempre l’accoglienza temporanea a persone singole, ma anche a nuclei familiari, in difficoltà abitativa. Nel 2021 sono stati accolti in cinque appartamenti sul territorio otto persone senza dimora, un nucleo familiare composto da quattro persone e dieci persone uscite dal circuito delle accoglienze Cas (centri di accoglienza straordinaria) e Sai (sistema accoglienza integrazione). Abbiamo accolto anche una persona in regime detentivo che ha avuto così modo di finire di scontare la sua pena». Il progetto prevede accoglienze diverse per necessità diverse: «Per alcuni ospiti il periodo di permanenza può durare anche due anni, per altri invece – spiega Rigobello – anche solo sei mesi. Il progetto viene proposto dall’operatore che accompagna gli ospiti e condiviso con la persona che è la vera protagonista della sua vita, delle sue scelte e delle sue decisioni. Più la persona è coinvolta e consapevole della proposta, delle possibilità e delle criticità che incontrerà maggiori sono le possibilità che si arrivi ad una autonomia». Questi progetti non sono però così semplici, perché molte volte le persone che vengono accompagnate in percorsi di fuoriuscita da una condizione di marginalità sono provate dalla vita e oltre a offrire opportunità di inserimento lavorativo-abitativo è necessario provare a allacciare o ri-allacciare relazioni familiari e sociali.

Le accoglienze non avrebbero lo stesso stile infatti, se non avvenissero nel cuore delle comunità cristiane cittadine: «Le parrocchie sono importanti nell’accoglienza perché le persone, spesso abituate a vivere in situazioni di solitudine o di pochi legami significativi, possono all’interno di queste comunità ricominciare a intessere relazioni». Queste accoglienze ricordano che tutti potremmo ritrovarci in una condizione di bisogno: «Tra i nostri ospiti c’è stato chi ha perso casa e lavoro, chi ha litigato con il vicino di casa e l’amministratore ha deciso di allontanarlo, chi ha perso tutto a seguito di una brutta separazione, per non parlare di chi ha perso il lavoro a causa della crisi economica, legata alla pandemia, che stiamo ancora vivendo».

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