Carcere e lavoro, Cartabia e Colao firmano un memorandum per l’impiego dei detenuti in cantieri Tlc
Il progetto individua nel lavoro uno degli strumenti chiave per il reinserimento sociale dei detenuti e offre loro opportunità professionali remunerate e formazione specialistica nei settori Tlc e Ict. Le attività previste dal memorandum si svilupperanno inizialmente in due ambiti specifici: un progetto di rigenerazione degli apparati terminali di rete e un progetto di realizzazione di reti di accesso telecomunicazioni
Offrire opportunità professionali, formare competenze specializzate e favorire il reinserimento sociale dei detenuti: è sulla base di questi obiettivi che è stato firmato oggi dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e dal ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, il Memorandum d'Intesa “Lavoro Carcerario”.
Il progetto, frutto della collaborazione tra il ministero della Giustizia e il Dipartimento per la trasformazione digitale, individua nel lavoro uno degli strumenti chiave per il reinserimento sociale dei detenuti e offre loro opportunità professionali remunerate e formazione specialistica nei settori Tlc e Ict.
Le attività previste dal memorandum si svilupperanno inizialmente in due ambiti specifici: un progetto di rigenerazione degli apparati terminali di rete, a cui hanno già aderito le aziende Fastweb, Linkem, Sky, Telecom Italia, Vodafone e Windtre; un progetto di realizzazione di reti di accesso telecomunicazioni con Open Fiber, Sielte e Sirti.
La collaborazione con gli istituti penitenziari è comunque aperta a tutti gli operatori del settore che vorranno aderire. Sarà realizzata attraverso lo svolgimento di programmi di formazione per l'acquisizione di competenze da parte dei detenuti e programmi di selezione e inserimento lavorativo, all'interno ed esterno del carcere.
Al termine della formazione i detenuti saranno impiegati con un trattamento economico pari a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro. Inoltre, le imprese che assumeranno detenuti all'interno degli istituti penitenziari, o lavoranti all'esterno, potranno ottenere un credito d'imposta per ogni lavoratore assunto, come disposto dalla legge. Le sedi dei laboratori fin qui identificati sono: Bologna, Cagliari, Catania, Frosinone, Lecce, Milano, Torino e Roma.
Ecco i campi di azione del progetto. Rigenerazione degli apparati terminali di rete: questo progetto sul ricondizionamento dei modem di rete dismessi dalle abitazioni prevede la realizzazione di un laboratorio dentro agli istituti penitenziari da parte delle imprese. A seguito di ciò, le modalità di assunzione saranno lasciate alle valutazioni delle aziende che potranno impiegare le risorse direttamente o attraverso imprese sociali del luogo, dopo un corso di formazione di tre settimane. Il potenziale complessivo di questo ambito è di circa 200 persone occupate. Al momento è già attivo nelle carceri di Lecce e Roma-Rebibbia grazie all'iniziativa di Linkem Spa.
Realizzazione di reti di accesso telecomunicazioni: questa iniziativa prevede che i detenuti possano lavorare anche all'esterno del carcere, per realizzare la posa e giunzione delle reti in fibra ottica. Le aziende potranno formare i detenuti attraverso corsi di sei settimane e poi impiegarli, a seguito di un processo di selezione che prevede l'adesione volontaria del detenuto, colloqui da parte degli psicologi del DAP, oltre alla delibera del Magistrato di sorveglianza. Su questo fronte sono stati individuati complessivamente 2.326 detenuti con i requisiti potenziali personali e di legge in grado di lavorare anche all'esterno. La prima fase del progetto avrà carattere di sperimentazione su tre istituti che saranno in grado di formare circa 100 detenuti in sei settimane.
"Il lavoro è un tratto imprescindibile del volto costituzionale della pena. Ringrazio il ministro Colao per aver voluto coinvolgere i detenuti in questo grande progetto di trasformazione digitale del Paese e ringrazio le aziende per la sensibilità mostrata. Si tratta di un progetto di ampia portata e altrettanta complessità, ma con benefici per tutti: per l'amministrazione penitenziaria, che offre lavoro in un settore strategico; per i detenuti, che avviano il proprio reinserimento nella società; per le imprese, che possono formare manodopera specializzata da assumere. Si tratta in definitiva di un progetto che porta benefici all'intero Paese, di cui il carcere rappresenta uno specchio: investire nella qualità della detenzione equivale infatti ad investire nella collettività", ha dichiarato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
"Voglio innanzitutto ringraziare le numerose aziende del settore privato per aver partecipato con convinzione a questo progetto, dimostrando un'alta sensibilità sociale che consentirà a molti uomini e donne di avere un'occasione preziosa per il loro futuro reinserimento sociale. Oggi insieme alla Ministra Marta Cartabia diamo il via ad un'iniziativa che potrà essere replicata anche da imprese di altri settori e porterà benefici sia alle aziende che vorranno partecipare, sia ai detenuti con nuove occasioni di formazione e opportunità professionali dentro e fuori dagli istituti italiani", ha aggiunto il ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao.