Caporalato, nasce Diagrammi Nord: un progetto contro lo sfruttamento dei braccianti

Otto le regioni coinvolte: obiettivo raggiungere 7910 lavoratori. Consorzio Nova onlus: “Quattro direttrici: capacity building, interventi emersivi, inserimento lavorativo regolare e supporto alle aziende per l’adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità”

Caporalato, nasce Diagrammi Nord: un progetto contro lo sfruttamento dei braccianti

Studio e monitoraggio del fenomeno del caporalato, contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, supporto all’inserimento socio-lavorativo regolare e all’adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità: sono questi gli obiettivi che lanciano il progetto Diagrammi Nord – Diritti in agricoltura attraverso approcci multistakeholder e multidisciplinari per l’integrazione e il lavoro giusto – promosso da Consorzio Nova onlus, ente capofila, insieme con una rete di partner tra cui Flai Cgil, Inca Cgil, Iom, Adir L’altro diritto, Agci, Terra!, Oxfam, Porto Alegre. Diagrammi Nord è un progetto approvato dal Ministero del lavoro all’interno dell’Avviso 1/2019 “che – hanno spiegato i promotori nel corso della videoconferenza di lancio – vuole provare a misurarsi in definitiva su un percorso che ha al centro la persona migrante vittima di sfruttamento in agricoltura e che, attraverso interventi integrati e armonici, si vuole rendere protagonista del proprio presente e futuro. Questo coinvolgendo le reti istituzionali e le imprese agricole, sviluppando un’azione di emersione che individui situazioni concrete di sfruttamento, proponendo un percorso progressivo di motivazione, affrancamento, protezione sociale, orientamento, formazione linguistica e professionale. Tutto ciò per poter davvero sviluppare una proposta di dignità, di qualità, di sfida nell’ambito dello sfruttamento lavorativo in agricoltura”.

La partnership di Diagrammi Nord prevede interventi in 8 regioni: Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte. “In queste regioni – spiega Vincenzo Castelli, coordinatore generale di progetto – il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura si presenta in forme diversificate per tante motivazioni storiche e contestuali, ma specificatamente per la diversa incidenza di presenze migranti impegnate in agricoltura e anche per le differenti specializzazioni produttive agricole che caratterizzano i territori”. A dimostrazione del radicamento di questi fenomeni anche sul territorio emiliano-romagnolo, in apertura di lavori Elly Schlein, vicepresidente regionale, ha ricordato quanto accaduto, la scorsa primavera, in piena pandemia, a Bagnara, provincia di Ravenna: 45 lavoratori pakistani sfruttati da 4 caporali pakistani condotti al mattino a lavorare per raccogliere frutta e verdura o potare gli alberi con viaggi medi di un’ora per tornare solo alla sera, guadagnando 50 euro al mese (lo ‘stipendio’ era di 250 euro, ma 200 andavano restituiti per sostenere le spese dell’alloggio, un casolare dove i caporali vivevano dignitosamente e i lavoratori ammassati in pochi metri, ndr) e lavorando fino a 80 ore settimanali. “Grazie alla rete che si è venuta a creare – ha ricordato Schlein –, due lavoratori sono stati accolti nel progetto ‘Oltre la Strada’, sistema integrato di interventi socio-sanitari nel campo della prostituzione, del grave sfruttamento e della tratta di esseri umani. Hanno ottenuto un permesso di soggiorno speciale per grave sfruttamento”.

Le azioni previste si articolano su 4 step. In avvio è previsto un intervento di capacity building. Obiettivo, comprendere la dimensione del fenomeno, le pratiche implementate, le criticità evidenti, gli attori istituzionali, ma anche le imprese agricole, da coinvolgere per la strutturazione di Tavoli, Piani di azione e Protocolli per costruire interventi positivi e performanti a favore dei beneficiari del progetto. Secondo step, focus su interventi emersivi di prossimità, attraverso azioni di outreach, con potenziamento di punti di accesso ai servizi e reti multiagency per l’emersione. Come? Con azioni di orientamento, attivazione di programmi di protezione sociale per vittime di tratta all’interno di una situazione di sfruttamento, integrazione linguistica e civica, oltre che con iniziative di supporto all’autonomia abitativa e attenzione ai servizi di trasporto per i beneficiari del progetto. In terzo luogo saranno sviluppate misure di supporto all’inserimento lavorativo regolare, attraverso l’attivazione di bilanci di competenze, sviluppo di progetti individualizzati di accompagnamento all’autonomia, azioni di informazione sul mercato del lavoro, sulle opportunità di formazione e occupazione, laboratori per lo sviluppo delle competenze dei destinatari, acquisizioni di competenze spendibili nel settore agricolo, laboratori di sostegno all’imprenditività nel settore agricolo, con realizzazione di percorsi di inserimento lavorativi per i destinatari del progetto. Infine saranno proposti interventi per il supporto all’adesione alla rete del lavoro agricolo di qualità, con azioni di sostegno all’elaborazione di piani operativi aziendali, utilizzo delle opportunità per le imprese agricole, realizzazione di azioni pilota di nel campo dell’agricoltura sociale innovativa.

Diagrammi Nord è un segmento di un’azione più ampia tutta dedicata alla sfruttamento lavorativo in agricoltura che vede approvato anche un progetto gemello, Diagrammi Sud – costituito dalla medesima partnership del Centro Nord – legato ad altre progettualità di ampio respiro già attive nelle regioni del Sud interessate – Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia – sul caporalato, ovvero Supreme (Programma Amif) e Più Supreme (Pon Inclusione), in cui il Consorzio Nova è coinvolto come partner attuatore di entrambi i progetti. “Questo – sottolinea Castelli – permetterà una osmosi costante e coordinata di metodologie, pratiche rilevanti, politiche da implementare a livello nazionale sullo sfruttamento in agricoltura. I numeri da raggiungere sono rilevanti e vanno cogliere l’impatto che si vuole mettere in gioco nel contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura nel Nord Italia: vogliamo coinvolgere 7910 persone, cittadini di Paesi terzi vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo”. Da piano, saranno 358 gli operatori attivati per la realizzazione delle attività di progetto, 1650 le imprese agricole coinvolte. 

“Tornando ai fatti di Bagnara – constata Mirto Bassoli della Cgil Emilia-Romagna – ci piacerebbe che, anche grazie a progetti come questo, la prossima volta – perché sappiamo già che ci sarà una prossima volta – non saranno due i lavoratori che decideranno di ribellarsi al caporalato, ma la stragrande maggioranza. Quelle due persone sono un importantissimo passo avanti, anche a livello simbolico, ma tanto è ancora da fare. Quali sono le strade da percorrere? L’istituzione di un Fondo regionale di aiuto alle vittime di caporalato, codici etici che escludono le imprese che sfruttano il lavoro”. “Ed educazione del consumatore – aggiunge Iolanda Rolli, Prefetto di Reggio Emilia, già Commissario Straordinario di Governo per il superamento dei problemi connessi al Caporalato, lavoro nero, sfruttamento lavorativo –: i cittadini devono capire che una confezione di pelati non può costare meno di un certo prezzo e che, se costa meno, o è un prodotto contraffatto o la sua produzione prevede lo sfruttamento dei lavoratori. Tutti possiamo fare la nostra parte”. 

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)