Bracciante morto a Latina: mons. Crociata (vescovo), “espressione di una ferocia indifferenza e di una mentalità corrente”
“La cosa grave sarebbe considerare questo un caso come un fatto isolato, come un’eccezione. No, non è vero. Questa è ipocrisia perché l’espressione di questa ferocia indifferenza è frutto di una mentalità corrente”.
![Bracciante morto a Latina: mons. Crociata (vescovo), “espressione di una ferocia indifferenza e di una mentalità corrente” Bracciante morto a Latina: mons. Crociata (vescovo), “espressione di una ferocia indifferenza e di una mentalità corrente”](/var/difesapopolo/storage/images/media/openmagazine/il-giornale-della-settimana/articoli-in-arrivo/bracciante-morto-a-latina-mons.-crociata-vescovo-espressione-di-una-ferocia-indifferenza-e-di-una-mentalita-corrente/5850216-1-ita-IT/Bracciante-morto-a-Latina-mons.-Crociata-vescovo-espressione-di-una-ferocia-indifferenza-e-di-una-mentalita-corrente_articleimage.jpg)
Interpellato dal Sir, mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina, ritorna sulla drammatica morte di Satnam Singh, 31 anni, cittadino indiano scaricato davanti casa con un braccio mutilato da un macchinario e deceduto dopo 48 ore. “Purtroppo, non è l’unico caso né il primo. È un caso che si verifica da tanto tempo nelle campagne e non solo”, dice il vescovo. “È un fatto tragico, dolorosissimo per ogni coscienza sensibile. Ed è l’esito drammatico dell’assenza di sensibilità umana e di consapevolezza della dignità di essere umano”. Mons. Crociata rileva come ci sia “questa convinzione sottesa secondo al quale un immigrato, che peraltro è assunto in condizioni lavorative precarie e indegne, costretto a lavorare in condizioni di scarsa sicurezza, non sia veramente uomo come noi. È qualcosa di meno, di non degno e che quindi si può trattare come si vuole, addirittura abbandonare. Questo è il punto. Ma questo è il segno di un degrado culturale prima che morale”. Mons. Crociata – a Roma in questi giorni con la presidenza della Comece – allarga quindi il discorso al panorama europeo. “Questo è il pericolo più grande che stiamo correndo come cultura di popoli dalla grande tradizione morale e ideale: questa perdita di sensibilità, questa mentalità che si diffonde e non riesce a guardare più oltre al proprio piccolo orizzonte e interesse”.