Autismo. “Spazi solari”: al via a Roma il primo progetto italiano di “Cohousing etico e solidale”
Saranno sette le persone, di diverse età, che inizieranno questo percorso di vita all’interno della struttura che prevede spazi comuni, le residenze dei ragazzi, spazi per le associazioni e i promotori e un b&b
Al via, a Roma, il primo progetto italiano di “Cohousing etico e solidale – Spazi solari”, dedicato all’autismo, nato dalle esigenze di un gruppo di genitori di adulti e ragazzi autistici con l’obiettivo primario di dare dignità alle persone autistiche affrontando il tema del “durante e del dopo di noi”. Mercoledì 15 settembre, nell’area tra via Acilio Glabrione 7 e via Campo Barbarico, a ridosso del Parco degli acquedotti, è stata posta la prima pietra della struttura che ospiterà “Spazi solari”.
Il “Cohousing etico e solidale – Spazi Solari” ha l’ambizione di diventare un progetto pilota, aperto al territorio, che possa essere d’esempio alle centinaia di famiglie che vivono quotidianamente le problematiche legate alla disabilità intellettiva.
Si è voluto intraprendere un percorso di integrazione e apertura al mondo circostante fatto di relazioni umane e impegno sociale finalizzato al miglioramento della qualità della vita delle persone autistiche e delle loro famiglie. Le associazioni promotrici del progetto sono “Etica e Autismo” OdV, “Il Filo dalla Torre”, “Dhyana” Aps, “Accademia Peac” Aps, “Massenzio Arte”.
“Oltre 10 anni fa un gruppo di fondatori della associazione Etica e Autismo, di cui faccio parte, ipotizzò di realizzare un qualche cosa per i ragazzi autistici e sostanzialmente gravi.Subito fu chiaro che si voleva superare la pur ottima strutturazione di una casa famiglia guardando verso l’orizzonte con un respiro più ampio per una reale inclusione dei ragazzi nella società, con un inserimento nel tessuto socioeconomico e culturale”,
ci racconta Alberto Belloni, uno dei genitori dei ragazzi che saranno coinvolti nel progetto. Il nome della struttura, “Spazi solari”, evidenzia il genitore, “evoca un’immagine di luce per la vita dei nostri ragazzi ma anche degli altri”.
L’investimento per la struttura è di 1.700.000 euro, completamente sostenuto dai promotori e da privati cittadini, senza alcun contributo pubblico. L’edificio, che ha davanti quasi mille metri quadri di giardino, si svilupperà su tre piani e sarà realizzato con tecniche e materiali all’avanguardia per il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. “Spazi solari sarà un vero e proprio condominio etico: le residenze dei ragazzi, che si chiameranno ‘Casa Io SiAmo’, ambulatori delle associazioni promotrici, laboratori d’arte portati avanti con l’associazione ‘Massenzio Arte’, aperti al territorio, anche a persone normodotate – afferma il papà -. Inoltre, dei privati hanno acquistato nel condominio degli appartamenti e ci andranno a vivere. Una scelta dettata non solo dall’esigenza di sostenerci economicamente ma per un valore aggiunto al progetto. Ci saranno, infatti, spazi comuni: ad esempio, stiamo pensando a una lavanderia centralizzata, a un piccolo orto, magari con piante officinali per realizzare tisane”. Belloni aggiunge: “Il gioiellino del nostro progetto sarà un b&b, in posizione strategica per raggiungere i punti d’interesse turistico della città.Il b&b, ‘Autistic friendly’, sarà il primo in Italia a essere gestito dai soggetti autistici che vivranno all’interno della struttura, creando così una risorsa economica e lavorativa, oltre a un ambiente assolutamente accogliente e inclusivo.
Costruito anche nell’ottica del Giubileo del 2025, il b&b, con tre mini stanze, darà priorità di accesso a famiglie con figli autistici in cerca di supporto logistico in eventuali soggiorni a Roma”.
L’obiettivo è aprire tra un anno, a settembre, “Spazi solari”: “La ditta che costruirà l’edificio si è impegnata a realizzare il manufatto in 8 o, al massimo, 10 mesi”. I promotori del progetto hanno comprato un capannone in disuso bruciato, dove ora nascerà la struttura: “Abbiamo dovuto fare pratiche per trasformarlo in edificabile. Il percorso è stato molto lungo e complesso e abbiamo maturato delle competenze che vogliamo mettere a disposizione.
Siamo pronti per attivare dei gruppi di mutuo aiuto a favore di altri genitori,
anche se anche non fanno parte della nostra associazione e non hanno i figli in cura presso ‘Il Filo dalla Torre’ che sarà l’ente gestore delle due case famiglia. Desideriamo aiutare altri a costruire un modello simile a quello da noi ideato”.
Un altro “aspetto vincente” del progetto è “il legame molto forte tra famiglie e professionisti del settore della disabilità e dell’autismo”.In “Spazi solari” saranno coinvolti 7 ragazzi, dai 19 ai 35 anni, che andranno a vivere nelle due case famiglia, ma “ci sarà la possibilità anche di un ottavo inserimento. Già da ora stiamo facendo un grosso lavoro di potenziamento all’autonomia di questi ragazzi integrandoli tra di loro”.Nel progetto, infatti, sono presenti varie figure professionali, psicologi e operatori sociali che accompagnano le persone autistiche nel delicato passaggio di uscita dalla casa dei genitori a una nuova realtà iniziando, così, un percorso di autodeterminazione e indipendenza. “Sono state realizzate delle schede dove si sono definiti obiettivi di miglioramento per ogni ragazzo in un’ottica anche di autonomia integrata cioè dove un pezzo dell’attività possa essere svolto da Marco e un altro pezzo da Francesco. Mensilmente abbiamo incontri tra noi genitori e i professionisti per confrontarci sui nostri figli e bimestralmente ci incontriamo anche noi genitori per migliorare l’affiatamento e superate le tensioni interne”, chiarisce Belloni, aggiungendo: “I nostri ragazzi già da un quinquennio si allenano a vivere insieme, abbiamo realizzato fino ad oggi, privatamente, delle giornate di convivenza con la supervisione dei professionisti per verificare, creare e consolidare quello che ad oggi è un vero gruppo di amici. Anche a casa parallelamente ogni ragazzo è stato valutato per le sue competenze in termini di autonomia e capacità di auto gestione delle proprie emozioni”. Ma non finisce qui:“Ci saranno i ragazzi più gravi che lavoreranno all’interno della struttura e altri ragazzi che speriamo di poter far lavorare anche all’esterno in progetti di inclusione sul territorio.Per esempio, mio figlio, che ha 19 anni, una volta a settimana va, con un operatore, nel supermercato del quartiere e svolge alcune attività utili. Speriamo che questo possa avvenire anche in un supermercato dove sorgerà Spazi solari”.
“L’idea – conclude Belloni – è che il mondo dentro e quello fuori si parlino per assicurare una vita ai ragazzi che valga la pena di essere vissuta”.