Arrivano i robot. Il progresso tecnologico continua a modificare il lavoro
Persistono sacche di mestieri in cui le gambe e le spalle umane sono ancora necessarie – vedi i rider che consegnano pasti o posta.
Un tempo gli uomini aravano la terra con la forza delle loro braccia, e poi con la collaborazione di un bue o un cavallo. Quindi inventarono il trattore, che faceva in poche ore da solo il lavoro di molti giorni, di molti uomini. E così la mietitura del grano.
Un tempo le fabbriche erano piene di operai intenti a lavorare alle catene di montaggio. Poi arrivarono i macchinari automatizzati, i computer, i robot. Ora una fabbrica può essere gestita da pochissimo personale, intento sostanzialmente a controllare il lavoro delle macchine. Che sono più produttive, più precise, più efficaci.
Gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito. Si pensi a cosa porterà la guida autonoma di camion, aerei, tram, auto… O la telemedicina, per dire. Con due conseguenze opposte: l’automazione del lavoro sta cancellando centinaia di figure lavorative e milioni di posti di lavoro. Già la globalizzazione aveva eliminato in Occidente le fabbriche a forte lavoro manuale, spostate laddove questo costa pochissimo. Ma anche in Cina, Pakistan, India arriveranno le macchine, e quindi…
D’altro canto, il lato positivo c’è: i macchinari automatizzati stanno pure cancellando i lavori faticosi, quelli brutti che nessuno vuole fare, quelli che sfiancano le persone. Non si deve più lavorare di picozza respirando sostanze nocive, dentro le miniere.
Quindi? Si va per il meglio o verso il peggio? Si va, punto. Sono processi irreversibili. E non tutto il danno vien per nuocere. Già la cancellazione della fatica fisica è un grande obiettivo. Ma in più, la perdita di quei posti di lavoro sarà in parte compensata dalla creazione di nuove professionalità, più preparate e quindi più preziose e ben pagate.
Il progresso tecnologico continua a modificare il lavoro. Ad esempio, scrivere questo articolo al computer rispetto al tempo delle macchine da scrivere. Persistono sacche di mestieri in cui le gambe e le spalle umane sono ancora necessarie – vedi i rider che consegnano pasti o posta. Ma basterà realizzare robottini automatizzati che ci porteranno a casa la pizza o l’acquisto fatto on line, per farci dire: ti ricordi quando venivano in bicicletta quei ragazzotti sottopagati che sfrecciavano in mezzo al traffico, sotto la pioggia e in mezzo all’inquinamento?