Anziani, “assurdo che i familiari ancora non possano entrare nelle rsa”

Manifestazione indetta domani a Bologna dal Coordinamento per il diritto alla salute per le persone anziane malate e non autosufficienti per chiedere al premier il potenziamento dei servizi sanitari territoriali, la garanzia di un contributo economico, la riorganizzazione delle cure sanitarie nelle rsa

Anziani, “assurdo che i familiari ancora non possano entrare nelle rsa”

Non dimenticare la strage di anziani e non autosufficienti che c’è stata durante la pandemia nelle strutture di accoglienza e nelle proprie case, per mancanza di assistenza e cure sanitarie: è per lanciare questo appello che il Coordinamento per il diritto alla salute per le persone anziane malate e non autosufficienti ha organizzato una manifestazione nazionale a Bologna (sabato 26 giugno, Piazza Re Enzo, dalle 10 alle 13). Una trentina le organizzazioni che hanno aderito: “Vogliamo ricordare alle procure che ci sono state colpe gravi da parte di chi aveva responsabilità istituzionali – spiega il coordinamento –. Gli anziani malati e ricoverati non sono cittadini di serie b da tenere segregati, ma persone con gli stessi diritti di tutti, non solo per l’assistenza e per le cure sanitarie, ma per la qualità della vita, fra cui il diritto basilare a uscire e frequentare parenti e amici. È assurdo che da 16 mesi i familiari non possano entrare nelle rsa, nonostante i vaccini e le misure adottate. Rigettiamo l’ipotesi di una legge che discrimina gli anziani malati cronici non autosufficienti, considerandoli solo dal punto di vista dell’assistenza e ‘scaricandoli’ fuori dal comparto servizio sanitario".

Le associazioni chiedono al Presidente del Consiglio interventi urgenti da garantire con le risorse del Recovery Plan. In primis, potenziare i servizi sanitari territoriali: ospedalizzazione a domicilio, medicina del territorio, Assistenza domiciliare integrata. Ancora, garantire il diritto a un contributo economico – assegno di cura – della sanità ai malati cronici non autosufficienti, perché possano assicurarsi le prestazioni di cui necessitano 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno. Terzo, riorganizzare le cure sanitarie nelle rsa – e sostituire le altre strutture Rp, Cra – che devono rientrare nella filiera del Servizio sanitario; abbattere le rette di ricovero; assicurare le convenzioni senza lista di attesa e la partecipazione dei familiari e dei comitati di cittadini; applicare il contratto della Sanità pubblica a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari. Infine, garantire la presa in carico dell’Asl dopo un ricovero in ospedale o in altra struttura sanitaria. “Chiediamo anche la piena attuazione della legge 833/1978 per tutti i malati cronici non autosufficienti, compresi gli anziani e le persone con Alzheimer”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)