Agricoltura 4.0, futuro da raggiungere con attenzione. Le nuove tecnologie digitali possono migliorare molto la produzione agricola, ma le imprese devono essere aiutate
La strada intrapresa non è “facoltativa” ma “obbligatoria” e per molti motivi
Sempre più importante e sempre più da “usare” con grande attenzione. Può essere questa la sintesi della cosiddetta agricoltura 4.0, cioè di quell’insieme di applicazioni che usano le tecnologie digitali e dell’informazione per migliorare coltivazioni e allevamenti. Agricoltura 4.0 importante, dunque, dal punto di vista tecnico ed economico.
Per capire meglio a che punto si è arrivati, basta leggere una ricerca dell’Osservatorio smart agrifood della School of management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’Università degli studi di Brescia, presentata recentemente nel corso di “Agrifood future 2024”. Nel 2023, il mercato dell’agricoltura 4.0 in Italia ha raggiunto un valore di 2,5 miliardi di euro, segnando un incremento del 19% rispetto all’anno precedente. Un balzo in avanti importante, pur se inferiore a quello del periodo 2021-2022 (+31%). Stando agli osservatori del mercato, “il settore continua a mostrare un interesse vivace per le soluzioni digitali, con un aumento delle soluzioni innovative disponibili sul mercato (+10%) e dei provider tecnologici (+13%)”. La prospettiva è che naturalmente i processi basati sull’intelligenza artificiale guideranno sempre di più la trasformazione del settore agroalimentare. Con, tuttavia, un problema importante da affrontare: l’esigenza di fornire maggiore supporto alle piccole e medie imprese nei processi di transizione tecnologica che devono affrontare.
Perché, occorre sottolinearlo, la strada intrapresa non è “facoltativa” ma “obbligatoria” e per molti motivi. L’integrazione di tecnologie avanzate e intelligenza artificiale non è infatti solo un’opportunità per aumentare la produttività, ma anche, e in determinate situazioni soprattutto, l’unica strada per rendere le pratiche agricole ancora più sostenibili ed efficienti. In altri termini, è attraverso l’agricoltura 4.0 che appaiono più raggiungibili obiettivi come l’ottimizzazione delle risorse naturali, la riduzione degli sprechi, il miglioramento delle procedure di gestione dei dati, la maggiore trasparenza lungo tutta la filiera agroalimentare. E, ultimo traguardo non certo per importanza però, la possibilità di avere più sostegni da parte dell’Europa.
In questo scenario, l’Italia ha tutte le potenzialità per “guidare” questa trasformazione. Occorre però realizzare quanto accennato prima: sostenere le aziende agricole (che sono a tutti gli effetti piccole o medie imprese) lungo il percorso che le porta ad adottare queste tecnologie e competere davvero su scala globale.
Al di là delle pratiche già ormai piuttosto diffuse, gli esempi di quanto si può fare sono ormai numerosi. Basta pensare al carbon farming e cioè alla pratica agricola che ha l’obiettivo di catturare e immagazzinare carbonio nel suolo per ridurre le emissioni di gas serra e preservare la biodiversità. Si tratta di qualcosa che nel nostro Paese ha ancora diffusione limitata (solo il 22% delle aziende agricole dichiara di conoscerla e solo il 9% che lo adotta effettivamente), ma è per davvero una delle nuove frontiere che possono essere raggiunte. Sempre in tema di esempi, poi, è basta ricordare la cosiddetta “tracciabilità digitale” che si conferma essere uno strumento chiave per garantire trasparenza e sostenibilità lungo la filiera agroalimentare.
Futuro digitale, dunque, anche per la produzione agricola. Un orizzonte ineludibile che deve essere raggiunto dalle imprese ma che deve essere conciliato non solo con i bilanci ma pure con quella sapienza agricola che non deve essere mortificata ma, piuttosto, valorizzata e difesa.