Afghanistan. Zanin (Emergency): "Chi può lascia Kabul, situazione grave"

Il coordinatore: "Abbiamo dovuto chiudere il centro di primo soccorso di Mayndanshahr". A preoccupare è l'aumento dei feriti di guerra: "A Kabul, ne riceviamo in media 25-30 al giorno a causa dei combattimenti intorno alla capitale: è il doppio rispetto a due mesi fa"

Afghanistan. Zanin (Emergency): "Chi può lascia Kabul, situazione grave"

A Kabul sono le tre del pomeriggio quando al telefono risponde Alberto Zanin dal Centro chirurgico per vittime di guerra, dove lavora come coordinatore medico per Emergency. "La situazione è tranquilla", riferisce all'Agenzia Dire, ma sembrerebbe una calma apparente, dato che intorno alla provincia della capitale proseguono gli scontri tra l'esercito e i combattenti talebani, che dall'uscita delle truppe statunitensi dal Paese avrebbero preso il controllo di circa 200 dei 400 distretti del Paese. Da alcuni giorni poi è iniziato l'assedio delle principali città: Kunduz è caduta assieme ad altri quattro importanti centri del nord - Takhar, Jowzjan, Sar-e Pol e Nimruz - a cui da poche ore si è aggiunto quello di Aibak, nella provincia settentrionale di Samangan. Sotto assedio anche Mazar-e Sharif, Herat, Kandahar e Lashkar-Gah.

A Kabul, continua Zanin, "da giorni l'esercito sta rafforzando le misure di sicurezza nelle strade, e nonostante questo, alcune autobomba sono riuscite a esplodere proprio nella Green zone, in teoria l'area più sicura". L'attacco più grave c'è stato il 3 agosto, quando è fallito l'attentato al ministro della Difesa, Bismillah Mohammadi. Lo staff di Emergency ha accolto 20 feriti e quattro persone già decedute. Poi, quando cala la sera, "sentiamo il fragore di sporadiche esplosioni- continua Zanin- oppure il rumore dei test dei sistemi antimissilistici delle Ambasciate, che si preparano a respingere eventuali attentati. Lasciare Kabul- avverte il responsabile- ora è rischioso perché le strade sono insicure, chi ha il denaro si sta procurando visti per partire per il Pakistan o la Turchia".

Anche l'ong internazionale è stata raggiunta dalla guerra: "Ieri abbiamo dovuto chiudere il centro di primo soccorso di Mayndanshahr- informa Zanin- perché è stato crivellato di colpi. Lo staff è al sicuro, a casa". La città si trova nella provincia di Maidan Wardak, a circa 50 chilometri da Kabul.

Alberto Zanin è in Afghanistan dal 2018, ma come molti oggi si rende conto che la situazione non era così grave neanche vent'anni fa, quando iniziò la guerra tra gli Stati Uniti e i talebani, che costrinse questi ultimi a lasciare il governo di Kabul e portò alla formazione di un'amministrazione provvisoria e all'ingresso di una missione internazionale della Nato. A preoccupare, ora, è l'aumento dei feriti per "traumi penetranti", che in gergo tecnico significa feriti di guerra: "A Kabul, ne riceviamo in media 25-30 al giorno a causa dei combattimenti intorno alla capitale: è il doppio rispetto a due mesi fa". Nella provincia di Panjshir, dove Emergency gestisce il secondo ospedale, le operazioni di routine sono state sospese per far posto ai feriti: almeno 15 al giorno, il doppio rispetto a prima, "ed è sempre stata una zona tranquilla", avverte il medico.

Infine, il terzo ospedale di Emergency è a Lashkar-Gah, nel sud, teatro da giorni da una battaglia senza esclusione di colpi: "Non è facile comunicare col nostro staff, ma sappiamo che l'ospedale è integro sebbene la notte scorsa l'esercito abbia bombardato in città". Venerdì scorso le forze afghane hanno chiesto alla popolazione di lasciare la città per avere campo libero contro i guerriglieri, ma "non si ha la certezza che tutti siano riusciti a mettersi in salvo", avverte Zanin. Dal canto suo, l'ong ha dovuto distribuire un volantino con su scritto "Gli ospedali non sono un obiettivo!" in lingua dari, pashtu e inglese, con allegata una foto aerea della posizione dell'ospedale dall'alto.

Data il rapido deterioramento della situazione, lo staff di Emergency lascerà il Paese? "No, non abbiamo preso in considerazione questa possibilità", conclude il responsabile.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)