30 novembre - L’Open day. Benvenuti all’Opsa. Giornata per conoscere cosa fa e cosa costruisce
Una giornata per conoscere, per vedere da vicino cosa si fa e si costruisce, perché la conoscenza diretta combatte i pregiudizi
Il programma di Opsa&Friends prende avvio sabato 30 con la novità dell’open day dell’Area disabilità della struttura, in cui si può visitare l’Opsa e approfondire la vita quotidiana di un Nucleo, cioè di una unità residenziale, conoscere le professionalità che vi lavorano e le attività promosse dai diversi servizi, partecipando anche a laboratori esperienziali. «L’open day – dice don Roberto Ravazzolo – vuol dire Opsa che apre le porte, anche se in verità le porte sono sempre aperte. Vuol dire dare la possibilità a chi lo desidera, di vedere da vicino cosa viene fatto, che cosa si propone e si costruisce insieme. Questo ci sembra importante, perché la conoscenza diretta dei processi di cura, come degli ambienti materiali, fisici della casa, può aiutare a combattere tanti pregiudizi, tante idee sbagliate che si sono consolidate nell’immaginario collettivo. L’open day è proprio il quotidiano dell’Opsa che si apre ad accogliere le persone che desiderano esplorare da vicino questa esperienza». Per questo la modalità scelta è esperienziale. Il programma prende avvio alle 9, poi dalle 10.15 alle 12 visite guidate (circa 30 minuti) o libere in cui si potrà esplorare il poliambulatorio specialistico, vedere come funziona una seduta di fisioterapia, come le logopediste preparano un pasto addensato, cosa si fa in una lezione di attività motoria adattata, cosa succede nei laboratori creativi, sensoriali e di musicoterapia. Alle 15 gli Amici del Calcio Padova, associazione di ex calciatori professionisti, organizza una partita coinvolgendo anche alcuni collaboratori e ospiti dell’Opsa. Dalle 16.15 infine un buffet. «L’Open day, e poi lo spettacolo al Verdi e l’incontro del 3 dicembre – chiosa don Ravazzolo – rientrano in quel cambio di paradigma sulla disabilità che come Opsa stiamo affrontando: è un processo ancora lungo, cominciato da tanto tempo, che chiede di essere presidiato. Nessuna pretesa di fare cose che altri non abbiano già fatto: ognuno deve dire qualcosa, farsi presente per quello che gli compete, con gli strumenti che ha a disposizione perché la posta in gioco è alta. Si dice “se senti dolore vuol dire che sei vivo, se senti il dolore degli altri vuol dire che sei umano”. Si tratta di salvaguardare la propria umanità, perché quando si perde sensibilità per le fragilità e debolezze, per l’individualità degli altri, per la non autosufficienza di chi condivide il nostro stesso tetto, stiamo perdendo in umanità».
Opsa&Friends: tre giorni di eventi per la disabilità
L’evento è in collaborazione con il Comune di Padova, ha il patrocinio della Provincia di Padova, Comune di Rubano, Ulss 6 Euganea e Diocesi di Padova. Info su www. operadellaprovvidenza.it e canali social.