Terzo mandato di Zaia: perché parlarne ora? E comunque porre un limite al numero di mandati è opportuno
Come spesso accade, i tempi della politica locale e nazionale rimangono un mistero. La questione sul tappeto è il possibile terzo mandato da presidente della Regione Veneto di Luca Zaia, su cui lunedì, in occasione dell’apertura del cantiere per la stazione ferroviaria sotto l’aeroporto di Tessera (opera chiave per il trasporto, non solo in vista di Milano-Cortina 2026), l’inquilino di palazzo Balbi ha risposto a muso duro al segretario forzista Antonio Tajani che aveva definito «sano» il blocco dopo due mandati.
Dunque: i veneti hanno votato per la Regione tra la prima e la seconda ondata Covid, correva il settembre 2020, con esito plebiscitario per l’alfiere leghista. Ora, con i venti di guerra che spazzano l’Europa, la transizione ecologica al palo alla Cop28 di Dubai, la stretta sui risparmi delle famiglie causata da un’inflazione che ancora morde, le liste della sanità pubblica che non accennano ad accorciarsi e i medici e gli infermieri che scioperano per due volte in un mese, e la Legge di Bilancio che rimpalla in Parlamento...